Random reviews

Recensione di   Stefano Tacconi Stefano Tacconi

La fiera delle illusioni

(Film, 2021)

presentato come il "The Prestige" di Del Toro, dell'opera di Nolan ha poco o nulla, mentre dell'arte del cineasta messicano ha tutto. I colori (virati al verde negli interni proprio come ne "la Forma dell'acqua"), il periodo storico, i mostri/freaks, la cura dell'inquadratura, dell'architettura degli interni, beh questa Fiera è l'Expo di Del Toro. Un film che, visivamente, è un costante piacere e anche le sequenze più crude o le immagini più disturbanti sono sempre curatissime e ricercate. Il cast al femminile (Colette, Mara, Blanchett) sempre ammaliato dal bel Cooper aggiunge raffinatezza ad un'ambientazione che nulla ha di accogliente, mentre il protagonista illude tutti con carisma e giochi "mentalisti" che sembrano uscire dallo schermo e influenzare anche noi spettatori. Un Noir d'altri tempi, perso nel fumo ossessivo, nel clima sempre piovoso o nevoso, con flashback evocativi (che mi hanno un po' tradito portandomi su evoluzioni che non ci sono state) e ... caratterizzazioni dei personaggi ben riconoscibili. A fine visione ho la sensazione che qualcosa sia mancato, ma a conti fatti è più colpa mia per un trama aspettata e mai arrivata dove credevo. Immagino diverse candidature ai prossimi Oscar.EDIT: non conoscevo l'originale e mi mancavano dei riferimenti. Il caso vuole che quel senso di "assenza" che percepivo e non sapevo spiegare era proprio nella scelta del regista di non raccontare il passato del protagonista, se non attraverso evocative immagini spesso riprese nei flashback. Mancava anche un po' di maggior sessualità, qui troppo patinata, mai torbida, mai volgare (anzi l'ho sopra definita raffinata).

Recensione di   Alessandro Castrini Alessandro Castrini

The Wolf of Wall Street

(Film, 2013)

Sceneggiatura 7.5/10Regia 8/10Attori 9/10Fotografia 8+/10Scenografia effetti visivi 7/10Trucco, acconciature, costumi 7/10Suoni e colonna sonora 7/10

Recensione di   John Smith John Smith

Pandemiocracy

I've watched it on Plex. A very interesting documentary that gives very good advices on how to prepare yourself to cope up with pandemics. Good interviwes to very good scientists like the Italian virologist Pregliasco. I've discovered this film thanks to Filmamo. Thank you guys!

Recensione di   Il Bollalmanacco - Babol Il Bollalmanacco - Babol

Syk Pike

(Film, 2022)

Vincitore del premio del pubblico al miglior lungometraggio al ToHorror Filmfest 2022.In uscita nei cinema italiani il 5 ottobre 2023. Sick of Myself è una corrosiva commedia nera norvegese che verte sul desiderio perverso della giovane Signe, fidanzata di un artista narcisista, di essere sempre e comunque al centro dell'attenzione, cosa che la porta ad estremi che sarebbe un peccato spoilerare.Coloratissimo, scorretto, tristemente attuale e spietato, Sick of Myself scava nella nostra società dove è importante solo fare parlare di sé, avere successo a tutti i costi (anche facendo schifo) e comunicare con gli sconosciuti, più che con gli amici e la famiglia (trattati comunque alla stregua di un pubblico), perché la nostra vita abbia finalmente un senso. Lo fa grazie all'ausilio di una protagonista bravissima, adorabilmente odiosa, e a parecchie scene surreali, girate con perizia. Segnatelo sulle agende e incrociate le dita perché arrivi in qualche cinema vicino a casa vostra!

Recensione di   Valentina Valentina

The Idea of You

(Film, 2024)

Solène è una proprietaria di una galleria d'arte in un sobborgo di Los Angeles, quarantenne madre single, si ritrova ad affrontare un divorzio non esattamente voluto ma necessario. Pronta ad affrontare un tanto desiderato weekend solitario nei boschi, il suo ex decide di rovinarle i piani, chiedendo di accompagnare lei la figlia adolescente con amici annessi al Coachella Music Festival, sconvolgendo non solo i suoi piani, ma inconsapevolmente anche la sua vita.Solène incontrerà casualmente Heyes Campbell, cantante della boyband più in voga del pianeta, gli August Moon, bello, famoso, carismatico…e ventiquattrenne. L'alchimia immediata tra i due, si trasforma ben presto in una relazione carica di passione. Ma ben presto la fama del giovane sarà artefice di mille sfide che la coppia e in particolare Soléne si troverà ad affrontare, rendendosi conto che sopportare una vita sotto i riflettori, non è una cosa poi così facile da sostenere. La premessa sembra quella di una sorta di fanfiction dedicata ad Harry Stiles (ma l'autrice del romanzo best seller dal quale The idea of you è tratto, Robinne Lee, smentisce categoricamente), ma il film riesce a spaziare concentrandosi non solo sul rapporto tra Heyes e Soléne dal punto di vista relazionale. Il personaggio di Soléne permette al film di esplorare diverse tematiche universali. Una delle più prominenti è la questione delle aspettative sociali riguardanti l'età e le relazioni. Soléne si trova a navigare un mondo che spesso giudica le relazioni tra persone di età diversa, specialmente quando la donna è più grande. Il film affronta anche il tema della maternità e del rapporto madre-figlia, mostrando come Soléne cerchi di essere un modello positivo per sua figlia mentre persegue la propria felicità.Anne Hathaway e Nicholas Galitzine hanno una chimica innegabile, palpabile e autentica, rendendo credibile la loro storia d'amore. Galitzine, nel ruolo di Hayes,

Recensione di   Giacomo Pescatore Giacomo Pescatore

La guerra di domani

(Film, 2021)

Uno strano ibrido, che mischia Alien, the Edge of Tomorrow, la Guerra dei mondi Interstellar. Il risultato è però nettamente inferiore alla somma delle parti e in più punti è approssimativo. Però. Però alcune idee non sono male - su tutte 1) il rapporto tra il padre e la figlia, bambina nel presente e adulta nel futuro e, soprattutto 2) il caos che si crea nell'umanità del presente quando quella del futuro le rivela che dopo trent'anni ci sarà una guerra contro gli alieni che sta vedendo soccombere l'umanità (e, alla richiesta di inviare truppe del presente per salvare i propri figli nel futuro, si creano fazioni in aperto dissenso al grido di “Non è la nostra guerra”…) - e alla fine il film trova un suo perché.

Recensione di   Valerio Geraci Valerio Geraci

100 metros

(Film, 2016)

Ci sono film tecnicamente perfetti, di quelli che rapiscono per la loro bellezza estetica e maestria artistica e che fanno impazzire di gioia critici e cinefili. Ma ci sono anche film tecnicamente non eccezionali, che non colpiscono da questo punto di vista, che non impongono nuovi standard o che non sono particolarmente originali, ma che raccontano una Storia. Una bella Storia, una di quelle che ti rimangono dentro, e lo fanno con delicatezza, accompagnandoti durante la visione, facendoti sentire come un bambino a cui la mamma racconta una fiaba. Ecco, questo film ha molti aspetti che definirei tecnicamente 'nella media' (recitazione, fotografia, regia, sceneggiatura,...) ma racconta quella che, per quanto mi riguarda, è la più bella storia a cui mi sia mai capitato di assistere su pellicola; una storia che dimostra che tutto è possibile, ma questa volta per davvero, perché la storia di cui parla, è anche vera.A un uomo (in carriera, sposato e padre di famiglia) viene diagnosticata una sclerosi multipla fulminante, e gli viene detto che non riuscirà mai più a camminare per 100 metri tutti in una volta. Dimostrerà ai medici (e a se stesso) che si sbagliavano, decidendo di affrontare la prova fisicamente più dura al mondo: l'Iron man di triathlon (42 km di corsa, 3,8 km di nuoto e 180 km di bicicletta).

Recensione di   Cristina Andreotti Cristina Andreotti

Tutto il mio folle amore

(Film, 2019)

Un road movie leggero ma intenso che tratta uno dei problemi più gravi per un genitore, la diversità mentale.Il sentimento predominante del film è l'amore, che riesce ad uscire e a fluire libero sia nel rapporto padre/figlio che negli altri personaggi che fanno da cornice in questa storia.Una delle frasi:La felicità, purtroppo, non è un diritto, è un colpo di culo! Mio voto personale 9

Recensione di   Rael70 Rael70

I Am a Hero

(Film, 2016)

Shinsuke Sato, talentuoso regista giapponese, un nome, una garanzia: la trilogia di Gantz, la saga di Death Note, la saga di Kingdom e quel gioiellino di “Alice in Borderland” (2020-2022) bastano come biglietto di presentazione? Se non siete ancora convinti allora ritorniamo al 2016, a quella gemma coreana realizzata da Yeon Sang-ho dal titolo “Train to Busan”, uno dei migliori film sugli zombie mai prodotti. Film straordinario, eppure lo stesso anno, in Giappone, usciva “I am a Hero” di Sato che anticipava di un anno quello che noi occidentali avremo modo di vedere sul lato coreano con il treno di Sang-ho… Indubbiamente “I am a Hero” non ha goduto della distribuzione che è stata fatta per “Train to Busan”, per esempio non è mai stato tradotto in italiano, ma, senza alcun dubbio, costituisce un fulgido esempio di come il cinema giapponese non sia affatto inferiore a quello coreano, soprattutto in questo ambito. Il film di Sato fa incetta di premi in vari festival, vince il BIFFF di Bruxelles, il Sitges della Catalogna, il Fantasporto di Oporto, l'SXSW Festival di Austin e il Toronto Dark Festival: le giurie sono d'accordo all'unanimità, “I am a Hero” è la trasposizione perfetta dell'omonimo manga realizzato da Kengo Hanazawa, considerato uno dei maggiori artisti manga giapponesi, pubblicato in 22 volumi tra il 2009 e il 2017.Hanazawa ha realizzato la sceneggiatura per il film che ovviamente sintetizza in due ore la storia dell'eroe Hideo Suzuki (interpretato da Yo Oizumi) che è uno fumettista di manga che all'età di trentacinque anni non ha ancora un lavoro stabile .Lui ha ottime capacità ma non riesce a sbarcare il lunario diventando pertanto un anonimo fumettista sottopagato come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi……e pensare che, in passato, aveva vinto il premio come miglior fumettista debuttante e tutti gli pronosticavano

Recensione di   Naechan Naechan

La cura dal benessere

(Film, 2017)

(contiene spoiler) Curioso film che comincia come un horror "allegorico “ moderno ("ora vi parleremo dei mali della nostra società, ma li travestiremo da film horror così non vi annoiate") e poi evolve in un film di mostri molto vecchio stile. Qualcuno lo trova incoerente, a me il gioco è piaciuto. E che la confezione sia così curata non è certo un male 😁

Recensione di   Claudio Golia Claudio Golia

Creators: The Past

(Film, 2020)

Un film che poteva essere sviluppato in maniera molto diversa, salta di palo in frasca e con scenari che a mio avviso non c'entrano assolutamente nulla ed oltre tutto non sono contestualizzati come il fatto di passare in un buco spazio temporale e ritrovarsi in un ambiente stile inferno dantesco con tanto di traghettatore su barca attorniata da cosa? anime? ma che c'azzecca con gli alieni? Avrebbero potuto anche (avvalendosi delle conoscenze storiche e bibliche di Mauro Biglino) impostare tutto il film in un contesto differente come per esempio raccontare quale potrebbe essere stata la creazione e la presenza degli alieni nel passato dell'umanità con ambientazioni stile "Stargate" magari dove l'alieno e i suoi scagnozzi dotati di tecnologie superiori dominava l'umanità.Insomma tutto tranne che quest'accozzaglia di trame su trame, personaggi assurdi e via discorrendo. Peccato, un film su questo filone fantascientifico e fatto in Italia da Italiani con la qualità che ci contraddistingue nella storia cinematografica, mancava e manca tutt'ora.

Recensione di   Bongo Bongo

The Dark and the Wicked

(Film, 2020)

Sono rimasto sorpreso da questo film, uno degli horror più avvincenti tra quelli che mi sono capitati di vedere di recente. La storia riguarda due fratelli che tornano nella fattoria di famiglia per l' aggravarsi delle condizioni del padre. La pellicola sfrutta bene i cliché del genere e non brilla per originalità (anche se non mancano i colpi di scena) ma ciononostante ( o forse proprio per questo) riesce a tenere lo spettatore avvinto e coinvolto. Molto efficace la fotografia, mentre la sceneggiatura a mio avviso presenta qualche buco: alcuni spunti del film rimangono un po' in sospeso e non trovano risposta, al punto che mi è venuto da pensare ad una sceneggiatura rimaneggiato più volte. Si tratta però di un dettaglio da pignoli che non impedisce di apprezzare un film molto sottovalutato, a mio avviso. Forse esagero , ma è un film che non sfigurerebbe accanto a The Witch, per la stessa atmosfera “viscerale”, o a Babadook, per la solitudine della protagonista alle prese con una vicenda angosciante.

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Cinemaserietv DA AMICI A AMANTI: LE MIGLIORI SERIE TV IN CUI VIENE ESPLORATA QUESTA DINAMICA

DA AMICI A AMANTI: LE MIGLIORI SERIE TV IN CUI VIENE ESPLORATA QUESTA DINAMICA

Uno dei tipi di relazione amorosa più soddisfacente che possiamo trovare all’interno di uno show televisivo è sicuramente quella che vede due protagonisti sviluppare il proprio rapporto come amici per poi avvicinarsi pian piano e culminare il proprio viaggio in un’indimenticabile storia d'amore. La dinamica "friends to lovers", infatti, non solo è in grado di aggiungere un discreto livello di profondità emotiva ai personaggi - esplorando la complessità delle relazioni umane e come l’amore possa svilupparsi sul solido terreno dell'amicizia -, ma offre anche una trama ricca di tensione, desiderio e palpitante attesa.In questo articolo, vi parleremo delle migliori serie tv che esplorano la dinamica da amici a amanti, e che mostrano come la linea sottile tra amicizia e amore possa essere oltrepassata in modi tanto unici quanto memorabili.1) Friends (1994 - 2004)Quando si parla di serie tv che esplorano la dinamica da amici a amanti, Friends è sicuramente uno dei primi titoli che affiora alla mente, non solo per la sua popolarità, ma anche per le intricate relazioni che si sviluppano nel corso delle sue dieci stagioni, andate in onda dal 1994 al 2004. Tra queste, una delle più amate dal pubblico è senza dubbio quella tra Monica Geller (Courteney Cox) e Chandler Bing, interpretato dal compianto Matthew Perry.Il loro rapporto inizia come una solida amicizia, caratterizzata da grande complicità, continue frecciatine e una chimica assolutamente innegabile; ma è alla fine della quarta stagione, durante un viaggio a Londra per il matrimonio di Ross, che i due si avvicinano romanticamente, sorprendendo i fan con una svolta inaspettata. Da quel momento, la loro relazione evolve attraverso momenti di gioia, di difficoltà e di crescita personale, ma sempre in modo talmente naturale che sarà la stessa Monica ad affermare: “Sai cos’è strano? Che non mi sembra affatto strano”. 2) Heartstopper (2022

Screenworld I MIGLIORI FILM SUI MOTOCICLISTI DA VEDERE IN STREAMING

I MIGLIORI FILM SUI MOTOCICLISTI DA VEDERE IN STREAMING

L'asfalto che si mescola alla pellicola, tra la polvere e il rombo dei motori. Il cinema e la strada (o il cinema della strada) sono sempre stati legati da sensazioni iconiche: la meraviglia, la scoperta, la libertà, la ribellione hanno trovato sfogo attraverso storie di follia e passione, di cuore, ma soprattutto (e molto spesso) di due ruote. Le motociclette al cinema hanno letteralmente fatto la storia, e l'uscita di The Bikers di Jeff Nichols va a porsi come ulteriore tassello di un mosaico a tappe, più lungo della route 66. Per prepararsi al meglio a quest'esperienza, ecco i film più iconici che potete trovare in streaming sulle varie piattaforme.Il Selvaggio (1953)Uno dei primi cult a tema, con protagonista un iconico Marlon Brando nei panni del ribelle per eccellenza. Un film, quello di Laszslo Benedek, che ha creato un precedente fondamentale per l'intero filone: la storia di motori che si mescola al crimine, la ribellione sfruttata come rottura dei meccanismi di consenso, la strada e i palazzi come allegorie di due mondi a confronto. Il Selvaggio è stata un'operazione inaspettata, figlia di storie reali e di bande (vere) di motociclisti che vagavano per la California. Il primo grido di opposizione per tanti giovani che cominciarono a riscoprirsi un po' ragazzacci. Disponibile a noleggio sulle varie piattaforme.Easy Rider (1969)Figlia di un esperimento fondamentale, I Selvaggi di Roger Corman, questa pellicola indipendente e spregiudicata riuscì a lasciare un segno indelebile nella storia. Costata pochissimo, in buona parte destrutturata, ma trascinata da Peter Fonda, Dennis Hopper e un giovane Jack Nicholson, Easy Rider portò le motociclette a Cannes prima e agli Oscar poi. Nonostante le premesse, si tratta di un vero e proprio caso cinematografico, capace di riempire le sale contro ogni aspettativa. Per il suo impatto culturale, il suo coraggio e il

Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: RUBEN ÖSTLUND

SGUARDI DAL MONDO: RUBEN ÖSTLUND

La cinematografia Svedese, e quella scandinava per estensione, ha un grande maestro che l'ha fatta conoscere nel mondo per quasi quarant'anni: Ingmar Bergman. È inevitabile che chiunque arrivi da quelle latitudini debba fare i conti con questo maestro e, volente o nolente, ne subisca condizionamenti. Ruben Östlund, leva 1974, approda al cinema dopo diversi documentari sportivi, ma con Gitarrmongott fa il salto verso il cinema di fiction. Opera in cui molti attori non sono professionisti e interpretano se stessi, ma in cui si inziano a delineare le caretteristiche di quello che sarà il suo cinema più conosciuto e premiato. Sarà Involuntary, il suo primo film ospitato in una sezione collaterale di Cannes a dargli visibilità. Già in questa pellicola del 2008 si affina lo stile personale e le tematiche di Östlund, che con la sua macchina da presa si sofferma con pazienza ad osservare la comicità involontaria dell'esistenza umana. Lo fa attraverso cinque storie che si alternano avendo per protagonisti giovani, ragazzine e persone più adulte senza soluzione di continuità. Il seguente Play farà parlare di sé per la tematica e per il punto di vista. Col suo stile distaccato e statico ci racconta le babygang di Goteborg in un crudele gioco psicologico con risvolti finali inaspettati e poco edificanti. Nella società moderna comportarsi nel modo corretto è sempre più difficile e la morale sempre più relativa. Un film capace di mandare in tilt qualsiasi spettatore. L'affermazione definitiva arriva però con Forza maggiore. Per la prima volta i dialoghi assumono un'importanza fondamentale e la critica verso l'uomo della società moderna si fa sempre più esplicita. Östlund affonda il coltello nell'egoismo della nostra società dove un papà non vede più la salvezza della propria famiglia come prioritaria, ma è talmente assuefatto dal suo egoismo da neanche accorgersene. Con l'utilizzo della colonna

Valentina DIRTY DANCING: LA MAGIA DI UN AMORE IN PUNTA DI PIEDI

DIRTY DANCING: LA MAGIA DI UN AMORE IN PUNTA DI PIEDI

Amici lettori, benvenuti e bentornati al secondo appuntamento della rubrica “Cuori sullo schermo”.“Nessuno può mettere Baby in un angolo”. Una delle frasi più iconiche e famose della storia del cinema. Sfiderei chiunque ad affermare di non averla ripetuta almeno una volta nella vita. Sette semplici parole che hanno consacrato Dirty Dancing come un vero a proprio cult nell’universo delle commedie romantiche, che ha fatto sognare, cantare, ballare ed emozionare il mondo intero e che ha lanciato definitivamente la carriera di Patrick Swayze, attore di straordinario talento e bellezza che ha lasciato senza dubbio un vuoto incolmabile. Insieme a Pretty Woman, Dirty Dancing occupa un posto specialissimo nel mio cuore, ricordando le giornate d’estate, quando la sottoscritta era una bambina felice che adorava trascorrere le giornate ballando sulle note della colonna sonora del film, avendo in casa il vinile che mia madre custodiva gelosamente. E sulle note di quelle canzoni divenute immortali che sognavo di essere Baby e di trovare un giorno il mio personale Johnny Castle…per la serie:” Quando i film ti rovinano la vita”. Uscito nel 1987, diretto da Emile Ardolino e interpretato da Patrick Swayze e Jennifer Grey, il film racconta di una storia d’amore, ma parla anche della crescita personale e i cambiamenti sociali, ambientato nell'estate del 1963. Tralasciando la trama, che non ha certo bisogno di essere raccontata, mi piace sottolineare come la storia tra Baby e Johnny, in realtà è riuscita ad essere il veicolo portante di varie tematiche che vengono trattate lungo il corso del film. Si affrontano temi sociali rilevanti, come le differenze di classe e le aspettative di genere. La relazione tra i nostri protagonisti sfida le convenzioni sociali dell'epoca, mostrando come l'amore e il rispetto reciproco possano superare le barriere sociali. Inoltre, il personaggio di Baby rappresenta un modello di emancipazione

Screenworld 5 VINCITORI DEL FESTIVAL DI CANNES DA RECUPERARE IN STREAMING

5 VINCITORI DEL FESTIVAL DI CANNES DA RECUPERARE IN STREAMING

Anche quest'anno, la kermesse cinematografica più glamour e prestigiosa del cinema si avvia verso la sua conclusione. Con molta probabilità, tra fuori concorso e parte integrante del programma, si tratta della Cannes più corposa degli ultimi anni: decine di film importanti, tra kolossal e particolarissime opere d'autore, che hanno spaccato la kermesse tra sorprese e controversie. In attesa di scoprire quale sarà la prossima Palma d'Oro, le piattaforme streaming offrono numerose opportunità per recuperare alcune delle opere più importanti premiata al Festival nel corso degli anni. Quale occasione migliore per consigliarvene alcuni? Ecco 5 film vincitori a Cannes da vedere in streaming!La Dolce Vita (1960) - Plex, Prime VideoPerla indimenticabile del nostro Federico Fellini, ma soprattutto una delle interpretazioni più importanti di Marcello Mastroianni - attore iconico che quest'anno avrebbe compiuto 100 anni. Scegliere La Dolce Vita è quasi scontato, ma necessario. Nel cinema esiste un prima e un dopo questo film, come direbbe Martin Scorsese: Fellini ha cambiato il modo di concepire la realtà sul grande schermo, elevandosi ad autore assoluto. Tra scene iconiche e fiabe di decadenza, La Dolce Vita rappresenta ancora oggi un must imprescindibile. Una di quelle esperienze da vivere almeno una volta nella vita.Pulp Fiction (1994) - Netflix, Paramount+Quentin Tarantino aveva soltanto 28 anni quando si presentò a Cannes con questo film, sconvolgendo la croisette e dando inizio a una carriera leggendaria. Un altro momento iconico nella storia del cinema, capace di lasciare un segno indelebile nell'immaginario collettivo attraverso un racconto a episodi interconnessi e destrutturati: passato, presente e futuro fusi insieme in un racconto "intrecciato", piuttosto che un classico intreccio, in cui Tarantino esprime tutto il suo amore per il cinema e i riferimenti che hanno plasmato il suo gusto (dai B Movie a Sergio Leone). Un esperimento tutt'oggi unico nel suo genere, vero

Cinemaserietv MIGLIORI SERIE TV IN COSTUME

MIGLIORI SERIE TV IN COSTUME

Fin dalla sua uscita nel dicembre 2020, Bridgerton non ha mai avuto rivali e ha conquistato il mondo intero con il suo stile unico, che ha dato al genere delle serie tv in costume nuova vita. Questa serie sull'alta borghesia di Londra, ambientata durante il periodo della Reggenza, rappresenta un ritratto d'epoca che unisce l'ironia di Jane Austen alla spietatezza di Gossip Girl, con un mix irresistibile di riferimenti alla cultura pop e anacronismi. Proprio pochi giorni fa, sulla piattaforma streaming Netflix è stata rilasciata la prima parte della terza stagione - il secondo blocco di episodi è atteso per il 13 giugno - con Colin (Luke Newton) e Penelope (Nicola Coughlan) protagonisti assoluti. Se vi siete già dedicati al binge watching di questi primi episodi e non sapete come colmare l'assenza di Bridgerton, vi consigliamo altre 5 serie tv in costume che, grazie ad ambientazioni spettacolari, costumi da sogno e produzioni curate nei minimi dettagli, vi conquisteranno come l'adattamento dei romanzi di Julia Quinn. Serie che vi offriranno anche una varietà di storie affascinanti e personaggi indimenticabili! 1) The GreatSe vi è piaciuto Bridgerton, non potete perdere "The Great", serie a cura dello sceneggiatore de La Favorita Tony McNamara, che racconta, prendendosi grandi licenze poetiche, l'ascesa di Caterina la Grande di Russia, con protagonisti una brillante Elle Fanning e un esuberante Nicholas Hoult nei panni dell'imperatore Pietro III. Conosciuta per il suo approccio umoristico e spesso irriverente alla storia, è stata lodata soprattutto per la scrittura, regia, il tono, i costumi e le eccezionali interpretazioni del cast. Elle Fanning è una rivelazione comica nel ruolo di Caterina la Grande, ma The Great offre molto di più del semplice umorismo: sebbene molti personaggi siano ispirati a figure storiche reali, le loro azioni, come dicevamo, non sono sempre fedeli alla realtà.

Filmamo Friends :-) INTERVISTA ALLA SCRITTRICE E AUTRICE CINEMATOGRAFICA JESSICA SEPE

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE E AUTRICE CINEMATOGRAFICA JESSICA SEPE

- In ambito artistico esordisci come scrittrice o hai fatto anche altro? Ho cominciato parecchi anni fa come cantante metal, symphonic black/death. Sono usciti due miei album solisti e una manciata di singoli, ho avuto alcune band, ma con il metal estremo non è semplice qui in Italia. Adesso se capita faccio qualche collaborazione giusto per hobby. - Raccontaci la tua carriera come scrittrice. Qualche anno fa ho scritto Lifend, una sceneggiatura per un lungometraggio di fantasmi, di cui è stato girato un teaser; purtroppo, non siamo riusciti a produrre il film. Poi ho buttato giù una raccolta di racconti, rimasta inedita. A marzo del 2022 pubblico il mio primo libro: "Stalker fino alla (tua) morte", che narra le vicende di un'attrice il cui nome viene usurpato da una spogliarellista che si esibisce in un night club prossimo al fallimento. Quella stramba trovata salva le sorti del locale, anche grazie a uno stratagemma del gestore. Ma, quando la vicenda giunge alle orecchie della vittima, trasformarsi in carnefice sarà il minimo sindacabile.In poco più di due anni ho pubblicato undici libri, tra cui "Solaria", storia distopica in cui il sole uccide, "∞", una raccolta di poesie, "Asteria", una breve novella sul vampirismo clinico, "Le stagioni dell'Amor(t)e", quattro racconti horror uno per stagione. "Finché morte ci separi", l'amore ai tempi dei social, dove l'interprete maschile vuole sposare a tutti i costi una donna che al matrimonio manco ci pensa. Forse, sarebbe stato meglio per lui rimanere single. Poi c'è "Lovend", altro racconto distopico in cui la protagonista compra un robot con le sembianze dell'ex fidanzato perito in un tragico incidente. (E forse, non siamo poi così lontani da simili evenienze, dati gli sviluppi di robotica e AI).Ho anche composto qualche racconto pubblicato successivamente in antologie horror altrui. - Qual è il tuo