Ci sono film tecnicamente perfetti, di quelli che rapiscono per la loro bellezza estetica e maestria artistica e che fanno impazzire di gioia critici e cinefili. Ma ci sono anche film tecnicamente non eccezionali, che non colpiscono da questo punto di vista, che non impongono nuovi standard o che non sono particolarmente originali, ma che raccontano una Storia. Una bella Storia, una di quelle che ti rimangono dentro, e lo fanno con delicatezza, accompagnandoti durante la visione, facendoti sentire come un bambino a cui la mamma racconta una fiaba. Ecco, questo film ha molti aspetti che definirei tecnicamente 'nella media' (recitazione, fotografia, regia, sceneggiatura,...) ma racconta quella che, per quanto mi riguarda, è la più bella storia a cui mi sia mai capitato di assistere su pellicola; una storia che dimostra che tutto è possibile, ma questa volta per davvero, perché la storia di cui parla, è anche vera.
A un uomo (in carriera, sposato e padre di famiglia) viene diagnosticata una sclerosi multipla fulminante, e gli viene detto che non riuscirà mai più a camminare per 100 metri tutti in una volta. Dimostrerà ai medici (e a se stesso) che si sbagliavano, decidendo di affrontare la prova fisicamente più dura al mondo: l'Iron man di triathlon (42 km di corsa, 3,8 km di nuoto e 180 km di bicicletta).