Titolo italiano: Tutto l'amore per Grace. Film per instancabili romantici, che sperano nell'amore. Lei molto ricca e benestante, lui addirittura “bastardo” senza cognome, nelle Haway degli anni ‘20. Le isole erano da poco governate come territorio sottomesso dagli USA, dopo le fine della loro indipendenza. Il caffè era in gran parte coltivato da giapponesi, ben poco pagati e sfruttati. Merita un cenno la splendida fotografia, che ci restituisce belle immagini di un mondo lontano dal nostro ma ben ricostruito. Si evidenzia il contrasto totale (anche per motivi economici, non solo culturali) tra la famiglia della giovane e il povero ragazzo, che vie viene cresciuto e istruito a cura di un generoso medico condotto, che non sa il giapponese e che anche per questo si appoggia all’orfano, nato di fatto una estrema situazione di bilinguismo. Crescerà più occidentale che giapponese, anche nei tratti somatici, ma non per questo avrà vita facile.

Oltre al sentimentalismo, se si vuol trovare un pregio nel film è quello di dirci di un mondo di cui non sappiamo pressoché nulla, in cui non è affatto vero che tutti i nuovi arrivati dagli USA fossero buoni. Chi aveva precisi interessi li difendeva, lì come altrove, senza badare alle conseguenze sulla gente.