DIRTY DANCING: LA MAGIA DI UN AMORE IN PUNTA DI PIEDI

 

Amici lettori, benvenuti e bentornati al secondo appuntamento della rubrica “Cuori sullo schermo”.

“Nessuno può mettere Baby in un angolo”. Una delle frasi più iconiche e famose della storia del cinema. Sfiderei chiunque ad affermare di non averla ripetuta almeno una volta nella vita. Sette semplici parole che hanno consacrato Dirty Dancing come un vero a proprio cult nell’universo delle commedie romantiche, che ha fatto sognare, cantare, ballare ed emozionare il mondo intero e che ha lanciato definitivamente la carriera di Patrick Swayze, attore di straordinario talento e bellezza che ha lasciato senza dubbio un vuoto incolmabile. 

Insieme a Pretty Woman, Dirty Dancing occupa un posto specialissimo nel mio cuore, ricordando le giornate d’estate, quando la sottoscritta era una bambina felice che adorava trascorrere le giornate ballando sulle note della colonna sonora del film, avendo in casa il vinile che mia madre custodiva gelosamente. E sulle note di quelle canzoni divenute immortali che sognavo di essere Baby e di trovare un giorno il mio personale Johnny Castle…per la serie:” Quando i film ti rovinano la vita”.

 

 

Uscito nel 1987, diretto da Emile Ardolino e interpretato da Patrick Swayze e Jennifer Grey, il  film racconta di una storia d’amore, ma parla anche della crescita personale e i cambiamenti sociali, ambientato nell'estate del 1963. 

Tralasciando la trama, che non ha certo bisogno di essere raccontata, mi piace sottolineare come la storia tra Baby e Johnny, in realtà è riuscita ad essere il veicolo portante di varie tematiche che vengono trattate lungo il corso del film. Si affrontano temi sociali rilevanti, come le differenze di classe e le aspettative di genere. La relazione tra i nostri protagonisti sfida le convenzioni sociali dell'epoca, mostrando come l'amore e il rispetto reciproco possano superare le barriere sociali. Inoltre, il personaggio di Baby rappresenta un modello di emancipazione femminile, in un'epoca in cui le donne stavano iniziando a lottare per la propria indipendenza e autonomia.

 

 

Facendo delle piccole ricerche, lo stupore ha preso il sopravvento nello scoprire come è nato il progetto Dirty Dancing, di come ci è mancato davvero poco che il film non venisse affatto realizzato…ma vi immaginate un mondo senza una scena iconica come quella del sollevamento finale?

Insomma, se siete curiosi, ecco alcune chicche scovate sul Behind the scenes di Dirty Dancing:

 

  1. Scritto e prodotto da due donne, grazie a una virtuosa trafila di personaggi convinti delle sue potenzialità, era approdato a una casa di produzione che aveva fatto i soldi con il porno in VHS e voleva spiccare il volo nel cinema "vero". 
  2. La scelta dei protagonisti era stata lunga e faticosa, soprattutto per Patrick Swayze che, pur provetto ballerino, non voleva fare film in cui si danzasse, impegnato a costruirsi una carriera solo da attore.
  3. Jennifer Gray che oggi ha 58 anni, all’epoca quando si presentò ai casting ne aveva 27. Fu inizialmente considerata troppo vecchia per la parte (la protagonista del film doveva averne esattamente dieci in meno) tuttavia la Gray riuscì alla fine a convincere i produttori ad affidarle la parte.
  4. Il momento che doveva (in teoria) trasudare di sensualità in cui Baby scoppia a ridere solleticata da Johnny è reale, e lo è ancora di più la reazione arrabbiata di Patrick Swayze, perchè la partner continuava a rovinare la scena.

             5. Patrick Swayze non ha voluto che una controfigura lo sostituisse nelle scene di ballo, neanche nelle più rischiose. Infatti si è infortunato più volte sul            

             set e nel salto dal palco della scena finale si è quasi rotto il ginocchio.

             6. Dirty dancing è ispirata alla vera storia di Eleonor Bergstein, che ha scritto e co-prodotto il film. Nei primi anni '60 andava davvero in vacanza sui  

             monti Catskills (dove è ambientata la pellicola), "Baby" era il suo soprannome e Johnny era il miglior ballerino del villaggio di Catskill Mountains. E i 
             “Dirty Dancing” ? "Era il nome dei balli "segreti" che da ragazza si organizzavano negli scantinati. - ha dichiarato la Bergstein - Ho vinto tanti trofei!".

              7. L'intera troupe cinematografica si lasciava sempre coinvolgere in musica e balli, tanto da prendere parte nelle scene corali, lasciandosi trasportare 

              dall'euforia. Questo clima ha favorito molto spesso il fatto che alcuni degli attori si sentissero liberi di improvvisare.

              8. La pellicola è stata girata in soli 44 giorni e gli attori hanno avuto solo un paio di settimane per poter provare tutte le coreografie, che per una 

              produzione di questo tipo è veramente un lasso di tempo strettissimo.

              9. Patrick Swayze non era convinto della storica frase "Nessuno può mettere Baby in un angolo"  e chiese al regista di tagliarla. Per fortuna, Emile 

              Ardolino non lo ascoltò. E la battuta divenne un cult.

              10. L’iconico brano I have had the time of my life, che chiude il film con l’ultimo bellissimo ballo, interpretata da Bill Medley e Jennifer Warnes, valse 

               ai due cantanti un Grammy come miglior duetto e fece guadagnare alla pellicola due importantissimi premi: un Oscar e un Golden Globe.

 

Se volete scoprire ulteriori retroscena sulla realizzazione del film, permettetemi di consigliarvi la visione della serie Netflix “I film della nostra infanzia”, docuserie incentrata sulla realizzazione dei film più iconici della storia del cinema. La serie è alla sua terza stagione e Dirty Dancing fa da apripista, è il primo episodio della prima stagione.

 

 

Dirty Dancing è disponibile in streaming su Amazon Prime e se questo articolo vi ha fatto venire un pò di nostalgia, non aspettate e correte a recuperarlo. Alla prossima, miei cari lettori e che la vita continui a essere una dolce commedia, piena di romantiche sorprese!