Maternità surrogata, che in Belgio si può fare ma gratuitamente. In questo caso in nero, perché la giovane che accetta è senza soldi, mentre chi commissiona ne ha. Sono due omosessuali, che però finiscono in mare per la caduta di un aereo. In grembo alla giovane resta una bambina, come si saprà, figlia di uno dei due. Ma a sua volta la giovane porta solo avanti la gravidanza, l'ovulo è di una donatrice a sua volta ignota. Fabrice Luchini interpreta il padre di chi ha dato il seme, e, rimasto senza il figlio, vuole però darsi da fare per la futura creatura. Che sta  per nascere nel Belgio fiammingo, mentre il nonno è in Francia. Qualche complicazione burocratica in una storia di suo non banale, con persone di diversa estrazione sociale, oltre che di diversa cultura e lingua. Dalla pellicola non emergono indirizzi morali, salvo la precisa scelta che occorre assicurare affetto e famiglia ad una vita che sta per nascere. Tutto ciò, insieme all'ottima recitazione e all'insieme della sceneggiatura e della regìa, fa dire che si tratta di un film che merita una qualche attenzione.