Random reviews

Recensione di   Mauro Mauro

Hometown Cha-Cha-Cha

(Serie TV, 2021)

Una serie coreana sentimentale carina che si segue bene e ti appassiona. Una storia d'amore a volte surreale ma veramente molto piacevole.Nel finale esagera un po' ma ci può stare

Recensione di   Ignazio Venzano Ignazio Venzano

Il ventaglio segreto

(Film, 2011)

“Il ventaglio segreto”, diretto da Wayne Wang, è tratto da un romanzo di Lisa See, Fiore di Neve e il ventaglio segreto. Sebbene sia il regista che l’originaria autrice del romanzo siano di origine e di fatto più americani che cinesi, il film è stato realizzato completamente in Cina, con l’evidente assenso delle autorità locali. Questo particolare, sovente trascurato da altre recensioni che ho consultato, è importante per capire meglio il senso dell’operazione.E’ successo infatti che il regista abbia aggiunto alla storia originale del romanzo un’altra storia, ambientata nella Cina contemporanea.La storia del romanzo parla di Fiore di Neve e di Giglio Bianco, è ambientata nella Cina rurale dell’ottocento, quando ancora le bambine di cui si voleva favorire l’avanzata sociale erano assoggettate alla fasciatura dei piedi in modo che questi restassero piccoli, il che era inteso come segno di distinzione. Non certo di avanzamento sociale però, a meno che a un certo punto restassero vedove dopo aver sposato un uomo ricco: fino a quel punto erano di fatto sottomesse alla famiglia di origine o al marito.La storia aggiunta al film, di Nina e Sofia, è ambientata invece nella Shanghai attuale, e chi è stato in questa città vi ritroverà più di una volta le immagini dei grattacieli con la famosa torre della televisione, che si vedono dal Bund, il lungofiume caratterizzato dagli edifici coloniali di tardo ottocento e successivi, dove gli europei avevano il loro quartiere di affari e commerci. Dal centro della città il lungo fiume si raggiunge facilmente a piedi attraverso la via Nanjing Lu, e tutti coloro che per motivi di lavoro, commercio e turismo raggiungono per la prima volta la cità, sono invitati a questo percorso, anch’esso corredato da grattacieli di forme sempre spettacolari. Lì ci si rende conto, anche più che a Pechino, del balzo

Recensione di   Ruben Maria Soriquez Ruben Maria Soriquez

Parasite

(Film, 2019)

Bong Joon Ho da una splendida lezione di filmmaking con questo fantastico film con uno storytelling eccezionale. Un raro pezzo di bravura. Questo film non puo' essere incasellato in un unico genre perche' allo stesso tempo e' commedia, tragedia, crime, horror, satira sociale, il che lo rende, appunto, indefinibile. Un film che trascende le barriere linguistiche perche' tratta di dinamiche e tendenze sociali universali quali la lotta di classe, trattate con intelligente ed acuto umorismo. Parassita: ma chi? La famiglia ricca o quella povera? Una regia sapiente ed irriverente, un production design impeccabile, prove attoriali notevoli plasmano questo film che e' un capolavoro da qualunque punto di vista lo si guardi.

Recensione di   Federico Tyst Querin Federico Tyst Querin

Evoluzione di una famiglia filippina

(Film, 2004)

La durata è il risultato di un processo di trasformazione, di evoluzione. Le 10 ore e mezza di questo vero e proprio colosso della settima arte mostrano proprio questo, la trasformazione di una famiglia durante gli oltre dieci anni di legge marziale imposta dal dittatore Marcos a cavallo tra anni '70 ed '80. La evoluzione (o, forse, involuzione?) di una famiglia che funge da sineddoche per l'intero Paese natio di Lav Diaz. L'aspetto sociale è quello fondamentale, come in molta parte della produzione diaziana, qui ancor più marcato dal ricorso a footage giornalistici delle guerriglie cittadine, dei proclami di Marcos. La realtà che penetra nella finzione cinematografica, il cinema che diviene un po' più reale, anche grazie ad una messa in scena quasi documentaristica, a tratti debitrice del primo Béla Tarr, quello di Nido Famigliare e di Rapporti Prefabbricati, per esempio.A fronte di alcuni limiti tecnici, dettati anche da problemi nei finanziamenti, ed errori registici, quali scavalcamenti di campi, la sperimentazione stilistica portata avanti da Diaz, invero ancora ad uno stato imperfetto, presenta ancora un certo attaccamento al linguaggio proprio ed esclusivo del cinema, come il ricorso al montaggio, al decoupage tradizionale (molti ma non moltissimi i veri e propri piani-sequenza, mentre spesso si trovano tagli interni ad una stessa scena) e ai movimenti di macchina, esclusivamente a mano. Tuttavia, lo spirito del film e dell'artista-Diaz è già ben definito, è lo stesso che permeerà i suoi veri capolavori come Florentina Hubaldo, CTE e Melancholia. La disperazione dei protagonisti, sempre rappresentazioni microcosmiche del macrocosmo del Paese filippino, non è un flusso che, come spesso accade nel cinema tradizionale, esce dalla pellicola per investire lo spettatore ma è un virus sottocutaneo che si muove all'interno del film stesso e che ingloba il pubblico, non risultando mai uno "strumento" narrativo ma, piuttosto,

Recensione di   Ugo Messina Ugo Messina

Lo chiamavano Trinità...

(Film, 1970)

Un capolavoro immortale, l'iniziatore di un genere nel genere (degli Spaghetti Western). L'ho guardato 10 volte forse più e non mi sono mai stancato. Battute ironiche, irriverenti, geniali. Recitazione stratosferica. Innumerevoli scene iconiche immortalate nella memoria di tutti quelli che, come me, hanno avuto Bud Spencer e Terence Hill come loro eroi di giovinezza.

Recensione di   Francesca Francesca

Incompreso

(Film, 2002)

Adoro questo film…. È uno dei pochi che mi commuove e non sono solita…Interpretazioni strepitose davvero…. Che dire…Zingaretti e buy meravigliosi e il bambino ha questo sguardo e modo che strappano il cuore. Peccato non lo abbiano riproposto …

Recensione di   Francesca Arca Francesca Arca

Nodo alla gola

(Film, 1948)

Si può girare un film sperimentale nel 1948? Sì! Hitchcock lo ha fatto con “Nodo alla gola”. 80 minuti di piano sequenza ininterrotto (in realtà ci sono dei raccordi di montaggio ma pressoché invisibili all'occhio dello spettatore). Girato in interni, il film ci offre da subito la prospettiva degli assassini e il loro movente: la creazione di un delitto perfetto. Due giovani amici uccidono un terzo ragazzo e ne occultano il cadavere dentro una cassapanca. Questo è ciò che ci raccontano nelle primissime battute della pellicola. La sera è prevista una festa dopo la quale i due ragazzi partiranno per una vacanza. Gli invitati stanno per arrivare e nessuno deve sospettare che in quell'appartamento si sia appena svolto un delitto. L'omicidio inzia ben presto ad apparire come una sorta di macabro omaggio fatto dagli assassini al proprio mentore. Durante tutto il film respiriamo la tensione omoerotica tra i due personaggi seppure niente lo racconti in modo palese. I dialoghi sono perfetti. Niente è lasciato al caso. Tutto è studiato al millimetro. Ogni interprete dà il meglio di sé. Su tutti giganteggia James Stewart. Un film che è scuola di cinema da ogni prospettiva lo si guardi. Ancora adesso, a più di ottant'anni di distanza, Hitchcock riesce a centrare il bersaglio.

Recensione di   Paola Di Lizia Paola Di Lizia

Rapacità

(Film, 1924)

Un viaggio nell'abisso dell'animo umano

Recensione di   Stefano Tacconi Stefano Tacconi

La fiera delle illusioni

(Film, 2021)

presentato come il "The Prestige" di Del Toro, dell'opera di Nolan ha poco o nulla, mentre dell'arte del cineasta messicano ha tutto. I colori (virati al verde negli interni proprio come ne "la Forma dell'acqua"), il periodo storico, i mostri/freaks, la cura dell'inquadratura, dell'architettura degli interni, beh questa Fiera è l'Expo di Del Toro. Un film che, visivamente, è un costante piacere e anche le sequenze più crude o le immagini più disturbanti sono sempre curatissime e ricercate. Il cast al femminile (Colette, Mara, Blanchett) sempre ammaliato dal bel Cooper aggiunge raffinatezza ad un'ambientazione che nulla ha di accogliente, mentre il protagonista illude tutti con carisma e giochi "mentalisti" che sembrano uscire dallo schermo e influenzare anche noi spettatori. Un Noir d'altri tempi, perso nel fumo ossessivo, nel clima sempre piovoso o nevoso, con flashback evocativi (che mi hanno un po' tradito portandomi su evoluzioni che non ci sono state) e ... caratterizzazioni dei personaggi ben riconoscibili. A fine visione ho la sensazione che qualcosa sia mancato, ma a conti fatti è più colpa mia per un trama aspettata e mai arrivata dove credevo. Immagino diverse candidature ai prossimi Oscar.EDIT: non conoscevo l'originale e mi mancavano dei riferimenti. Il caso vuole che quel senso di "assenza" che percepivo e non sapevo spiegare era proprio nella scelta del regista di non raccontare il passato del protagonista, se non attraverso evocative immagini spesso riprese nei flashback. Mancava anche un po' di maggior sessualità, qui troppo patinata, mai torbida, mai volgare (anzi l'ho sopra definita raffinata).

Recensione di   Giacomo Pescatore Giacomo Pescatore

La spia - A Most Wanted Man

(Film, 2014)

Una spy story ben fatta e che si regge sulle spalle del suo magnifico protagonista (quanto ci manca…). L’atmosfera è quella di film come La talpa o di serie come Slow horses; spie stropicciate e perdenti, che cercano nonostante tutto di fare la differenza.

Recensione di   Antonio Sinatra Antonio Sinatra

Warrior

(Film, 2011)

Coinvolgente, affascinante. Un film da vedere e rivedere

Recensione di   ALLEN EKEOCHA ALLEN EKEOCHA

Captain Tsubasa

(Serie TV, 2018)

Questo è il mio cartone preferito con altri 3 cartone animato .Mi piace il calcio Grazie Filmamo

Film Lovers Activities

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36 minuti fa
1 ora fa
Valentina ha messo una reaction ❤️ ad un commento all'articolo di Blog DIRTY DANCING: LA MAGIA DI UN AMORE IN PUNTA DI PIEDI
1 ora fa
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1 ora fa
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1 ora fa
Rael70 ha apprezzato ❤️ l'articolo di Blog DIRTY DANCING: LA MAGIA DI UN AMORE IN PUNTA DI PIEDI
1 ora fa

Filmamo Festival & Friends

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Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: RUBEN ÖSTLUND

SGUARDI DAL MONDO: RUBEN ÖSTLUND

La cinematografia Svedese, e quella scandinava per estensione, ha un grande maestro che l'ha fatta conoscere nel mondo per quasi quarant'anni: Ingmar Bergman. È inevitabile che chiunque arrivi da quelle latitudini debba fare i conti con questo maestro e, volente o nolente, ne subisca condizionamenti. Ruben Östlund, leva 1974, approda al cinema dopo diversi documentari sportivi, ma con Gitarrmongott fa il salto verso il cinema di fiction. Opera in cui molti attori non sono professionisti e interpretano se stessi, ma in cui si inziano a delineare le caretteristiche di quello che sarà il suo cinema più conosciuto e premiato. Sarà Involuntary, il suo primo film ospitato in una sezione collaterale di Cannes a dargli visibilità. Già in questa pellicola del 2008 si affina lo stile personale e le tematiche di Östlund, che con la sua macchina da presa si sofferma con pazienza ad osservare la comicità involontaria dell'esistenza umana. Lo fa attraverso cinque storie che si alternano avendo per protagonisti giovani, ragazzine e persone più adulte senza soluzione di continuità. Il seguente Play farà parlare di sé per la tematica e per il punto di vista. Col suo stile distaccato e statico ci racconta le babygang di Goteborg in un crudele gioco psicologico con risvolti finali inaspettati e poco edificanti. Nella società moderna comportarsi nel modo corretto è sempre più difficile e la morale sempre più relativa. Un film capace di mandare in tilt qualsiasi spettatore. L'affermazione definitiva arriva però con Forza maggiore. Per la prima volta i dialoghi assumono un'importanza fondamentale e la critica verso l'uomo della società moderna si fa sempre più esplicita. Östlund affonda il coltello nell'egoismo della nostra società dove un papà non vede più la salvezza della propria famiglia come prioritaria, ma è talmente assuefatto dal suo egoismo da neanche accorgersene. Con l'utilizzo della colonna

Valentina DIRTY DANCING: LA MAGIA DI UN AMORE IN PUNTA DI PIEDI

DIRTY DANCING: LA MAGIA DI UN AMORE IN PUNTA DI PIEDI

Amici lettori, benvenuti e bentornati al secondo appuntamento della rubrica “Cuori sullo schermo”.“Nessuno può mettere Baby in un angolo”. Una delle frasi più iconiche e famose della storia del cinema. Sfiderei chiunque ad affermare di non averla ripetuta almeno una volta nella vita. Sette semplici parole che hanno consacrato Dirty Dancing come un vero a proprio cult nell’universo delle commedie romantiche, che ha fatto sognare, cantare, ballare ed emozionare il mondo intero e che ha lanciato definitivamente la carriera di Patrick Swayze, attore di straordinario talento e bellezza che ha lasciato senza dubbio un vuoto incolmabile. Insieme a Pretty Woman, Dirty Dancing occupa un posto specialissimo nel mio cuore, ricordando le giornate d’estate, quando la sottoscritta era una bambina felice che adorava trascorrere le giornate ballando sulle note della colonna sonora del film, avendo in casa il vinile che mia madre custodiva gelosamente. E sulle note di quelle canzoni divenute immortali che sognavo di essere Baby e di trovare un giorno il mio personale Johnny Castle…per la serie:” Quando i film ti rovinano la vita”. Uscito nel 1987, diretto da Emile Ardolino e interpretato da Patrick Swayze e Jennifer Grey, il film racconta di una storia d’amore, ma parla anche della crescita personale e i cambiamenti sociali, ambientato nell'estate del 1963. Tralasciando la trama, che non ha certo bisogno di essere raccontata, mi piace sottolineare come la storia tra Baby e Johnny, in realtà è riuscita ad essere il veicolo portante di varie tematiche che vengono trattate lungo il corso del film. Si affrontano temi sociali rilevanti, come le differenze di classe e le aspettative di genere. La relazione tra i nostri protagonisti sfida le convenzioni sociali dell'epoca, mostrando come l'amore e il rispetto reciproco possano superare le barriere sociali. Inoltre, il personaggio di Baby rappresenta un modello di emancipazione

Screenworld 5 VINCITORI DEL FESTIVAL DI CANNES DA RECUPERARE IN STREAMING

5 VINCITORI DEL FESTIVAL DI CANNES DA RECUPERARE IN STREAMING

Anche quest'anno, la kermesse cinematografica più glamour e prestigiosa del cinema si avvia verso la sua conclusione. Con molta probabilità, tra fuori concorso e parte integrante del programma, si tratta della Cannes più corposa degli ultimi anni: decine di film importanti, tra kolossal e particolarissime opere d'autore, che hanno spaccato la kermesse tra sorprese e controversie. In attesa di scoprire quale sarà la prossima Palma d'Oro, le piattaforme streaming offrono numerose opportunità per recuperare alcune delle opere più importanti premiata al Festival nel corso degli anni. Quale occasione migliore per consigliarvene alcuni? Ecco 5 film vincitori a Cannes da vedere in streaming!La Dolce Vita (1960) - Plex, Prime VideoPerla indimenticabile del nostro Federico Fellini, ma soprattutto una delle interpretazioni più importanti di Marcello Mastroianni - attore iconico che quest'anno avrebbe compiuto 100 anni. Scegliere La Dolce Vita è quasi scontato, ma necessario. Nel cinema esiste un prima e un dopo questo film, come direbbe Martin Scorsese: Fellini ha cambiato il modo di concepire la realtà sul grande schermo, elevandosi ad autore assoluto. Tra scene iconiche e fiabe di decadenza, La Dolce Vita rappresenta ancora oggi un must imprescindibile. Una di quelle esperienze da vivere almeno una volta nella vita.Pulp Fiction (1994) - Netflix, Paramount+Quentin Tarantino aveva soltanto 28 anni quando si presentò a Cannes con questo film, sconvolgendo la croisette e dando inizio a una carriera leggendaria. Un altro momento iconico nella storia del cinema, capace di lasciare un segno indelebile nell'immaginario collettivo attraverso un racconto a episodi interconnessi e destrutturati: passato, presente e futuro fusi insieme in un racconto "intrecciato", piuttosto che un classico intreccio, in cui Tarantino esprime tutto il suo amore per il cinema e i riferimenti che hanno plasmato il suo gusto (dai B Movie a Sergio Leone). Un esperimento tutt'oggi unico nel suo genere, vero

Cinemaserietv MIGLIORI SERIE TV IN COSTUME

MIGLIORI SERIE TV IN COSTUME

Fin dalla sua uscita nel dicembre 2020, Bridgerton non ha mai avuto rivali e ha conquistato il mondo intero con il suo stile unico, che ha dato al genere delle serie tv in costume nuova vita. Questa serie sull'alta borghesia di Londra, ambientata durante il periodo della Reggenza, rappresenta un ritratto d'epoca che unisce l'ironia di Jane Austen alla spietatezza di Gossip Girl, con un mix irresistibile di riferimenti alla cultura pop e anacronismi. Proprio pochi giorni fa, sulla piattaforma streaming Netflix è stata rilasciata la prima parte della terza stagione - il secondo blocco di episodi è atteso per il 13 giugno - con Colin (Luke Newton) e Penelope (Nicola Coughlan) protagonisti assoluti. Se vi siete già dedicati al binge watching di questi primi episodi e non sapete come colmare l'assenza di Bridgerton, vi consigliamo altre 5 serie tv in costume che, grazie ad ambientazioni spettacolari, costumi da sogno e produzioni curate nei minimi dettagli, vi conquisteranno come l'adattamento dei romanzi di Julia Quinn. Serie che vi offriranno anche una varietà di storie affascinanti e personaggi indimenticabili! 1) The GreatSe vi è piaciuto Bridgerton, non potete perdere "The Great", serie a cura dello sceneggiatore de La Favorita Tony McNamara, che racconta, prendendosi grandi licenze poetiche, l'ascesa di Caterina la Grande di Russia, con protagonisti una brillante Elle Fanning e un esuberante Nicholas Hoult nei panni dell'imperatore Pietro III. Conosciuta per il suo approccio umoristico e spesso irriverente alla storia, è stata lodata soprattutto per la scrittura, regia, il tono, i costumi e le eccezionali interpretazioni del cast. Elle Fanning è una rivelazione comica nel ruolo di Caterina la Grande, ma The Great offre molto di più del semplice umorismo: sebbene molti personaggi siano ispirati a figure storiche reali, le loro azioni, come dicevamo, non sono sempre fedeli alla realtà.

Filmamo Friends :-) INTERVISTA ALLA SCRITTRICE E AUTRICE CINEMATOGRAFICA JESSICA SEPE

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE E AUTRICE CINEMATOGRAFICA JESSICA SEPE

- In ambito artistico esordisci come scrittrice o hai fatto anche altro? Ho cominciato parecchi anni fa come cantante metal, symphonic black/death. Sono usciti due miei album solisti e una manciata di singoli, ho avuto alcune band, ma con il metal estremo non è semplice qui in Italia. Adesso se capita faccio qualche collaborazione giusto per hobby. - Raccontaci la tua carriera come scrittrice. Qualche anno fa ho scritto Lifend, una sceneggiatura per un lungometraggio di fantasmi, di cui è stato girato un teaser; purtroppo, non siamo riusciti a produrre il film. Poi ho buttato giù una raccolta di racconti, rimasta inedita. A marzo del 2022 pubblico il mio primo libro: "Stalker fino alla (tua) morte", che narra le vicende di un'attrice il cui nome viene usurpato da una spogliarellista che si esibisce in un night club prossimo al fallimento. Quella stramba trovata salva le sorti del locale, anche grazie a uno stratagemma del gestore. Ma, quando la vicenda giunge alle orecchie della vittima, trasformarsi in carnefice sarà il minimo sindacabile.In poco più di due anni ho pubblicato undici libri, tra cui "Solaria", storia distopica in cui il sole uccide, "∞", una raccolta di poesie, "Asteria", una breve novella sul vampirismo clinico, "Le stagioni dell'Amor(t)e", quattro racconti horror uno per stagione. "Finché morte ci separi", l'amore ai tempi dei social, dove l'interprete maschile vuole sposare a tutti i costi una donna che al matrimonio manco ci pensa. Forse, sarebbe stato meglio per lui rimanere single. Poi c'è "Lovend", altro racconto distopico in cui la protagonista compra un robot con le sembianze dell'ex fidanzato perito in un tragico incidente. (E forse, non siamo poi così lontani da simili evenienze, dati gli sviluppi di robotica e AI).Ho anche composto qualche racconto pubblicato successivamente in antologie horror altrui. - Qual è il tuo

Francesca Arca PREMIO PLAY 2024 - A ROMA V EDIZIONE DEL PIU' GRANDE EVENTO DEDICATO AI VIDEO DIGITALI

PREMIO PLAY 2024 - A ROMA V EDIZIONE DEL PIU' GRANDE EVENTO DEDICATO AI VIDEO DIGITALI

In queste ore si sta svolgendo a Roma la V edizione del Premio PLAY, il primo evento dedicato al mondo dei web creator che premia i migliori video digitali di impatto sociale e culturale realizzati in modo innovativo e creativo. Il Premio si rivolge a film-maker, web creator, editori, piattaforme, brand e appassionati di video digitali su YouTube, Instagram, Facebookj, Tik Tok, Twitch, Spotify, Amazon Music e altri social media. Stanno partecipando all'iniziativa sia coloro che già fanno parte del mondo del video digitale sia chi invece si è per la prima volta avvicinato a questo ambito e vuole conoscerlo in modo più approfondito.FilmAmo ha abbracciato volentieri questo progetto in qualità di media partner. Fino al 18 maggio dalle 10.00 fino alle 19.00 presso Technotown - Hub della scienza creativa di Roma Capitale si svolgeranno eventi di formazione, masterclass e laboratori sui temi del montaggio video, distribuzione e marketing, creators economy, monetizzazione e pubblicità, branded video.La direzione artistica del Premio PLAY è di Giacomo Sisca e gli eventi sono realizzati con la collaborazione dello staff scientifico di Technotown, il supporto di assipod.org - Associazione Italiana Podcasting e di Zètema Progetto Cultura. La filosofia del premio vuole sottolineare il legame culturale che lega l'arte cinematografica e audiovisiva alle nuove forme espressive che caraterizzano il mondo dei creativi digitali. Nel corso della manifestazione verrà anche presentata la campagna di comunicazione del Campidoglio articolata in 6 brevi video diffusi su Tik Tok dalle content creator Carolina Cosentino e Martina Panchetti che raccontano dell'utilità dei diversi canali di comunicazione di Roma Capitale - whatsapp, social network, web tv, podcast - per dare l'opportunità di conoscere i servizi offerti a cittadini e city user. A partire dalle ore 15.00 di sabato 18 maggio verranno presentati i finalisti del Premio PLAY e premiati i vincitori (anche

Cinemaserietv 5 MIGLIORI FILM ROMANTICI AMBIENTATI NEL MONDO DELLA MUSICA

5 MIGLIORI FILM ROMANTICI AMBIENTATI NEL MONDO DELLA MUSICA

Nel vasto panorama delle commedie romantiche, quelle ambientate nel mondo della musica hanno sicuramente la capacità di offrire al proprio pubblico un'esperienza unica. Questi capolavori in cui amore e musica si fondono in un'unica melodia, trasportano gli spettatori in viaggi entusiasmanti alla scoperta di storie indimenticabili, con protagonisti che utilizzano questo incredibile linguaggio universale per esprimere le proprie emozioni e le proprie speranze. Se anche voi siete appassionati del genere, ecco 5 film romantici ambientati nel mondo della musica che non potete assolutamente perdervi. 1) Once (2007)Le strade di Dublino sono il palcoscenico di Once (Una volta), dove il destino intreccia le vite di un musicista di strada irlandese e di una giovane polistrumentista ceca, entrambi con un sogno da realizzare. Uniti dalla passione per la musica, attraverso incontri casuali e sessioni di registrazione improvvisate, tra i due inizia a nascere un legame profondo che li spingerà ad aiutarsi reciprocamente nel perseguimento dei propri obiettivi. Le interpretazioni di Glen Hansard e Markéta Irglová, entrambi musicisti nella vita reale, sono così genuine e coinvolgenti che sembra quasi di assistere a una storia vera che si svolge davanti agli occhi degli spettatori. Un’impressione resa ancora più vivida dalle riprese con la telecamera a mano, che conferiscono un taglio quasi documentaristico alla narrazione. Once - diretto da John Carney e basato sull’omonimo musical di Broadway del 2011 - è una storia d’amore commovente, la cui splendida colonna sonora diventa il vero linguaggio dell'anima, capace di guidare i personaggi e il pubblico attraverso un viaggio di speranza e riscatto. 2. La La Land (2016)In questo capolavoro del 2016 scritto e diretto da Damien Chazelle, Ryan Gosling ed Emma Stone interpretano rispettivamente un musicista jazz e un'aspirante attrice, entrambi determinati a realizzare i propri sogni sullo sfondo vibrante della città di Los Angeles. Mentre i

Screenworld I MIGLIORI FILM DE IL PIANETA DELLE SCIMMIE

I MIGLIORI FILM DE IL PIANETA DELLE SCIMMIE

Il Regno del Pianeta delle Scimmie sta arrivando al cinema: un nuovo inizio per una saga che ha già avuto diverse interpretazioni, ma che ha lasciato un segno indelebile nella cultura pop soprattutto per la sua capacità di innovare (e rinnovarsi). Un franchise di quasi 60 anni, che ha sempre visto grandi interpreti e grandi professionisti mettersi alla prova con una fantascienza estremamente particolare. Pur avendo visto esperimenti più o meno riusciti, il potere della saga non è mai venuto meno: il racconto delle scimmie ha sempre posto le basi per una riflessione profonda sull'essere umano, tra dubbi esistenziali e dilemmi socio- politici. Nell'attesa di scoprire quanto potenziale ci sia per un nuovo avvio del franchise, ecco i film più riusciti della saga - e quelli che non possono assolutamente mancare nella vostra watchlist.Fuga dal pianeta delle scimmie (1971)In pochi avrebbero sperato che un film del genere potesse funzionare. E in effetti non avevano tutti i torti, almeno sulla carta. Ma c'è qualcosa di veramente speciale nel film di Don Taylor: uno sguardo disincantato al destino dell'uomo, tra nostalgia e bizzarro umorismo. Uno script che sfrutta il viaggio nel tempo per portare i protagonisti sulla Terra prima che venisse distrutta, una trama estremamente funzionale al cast e all'intrattenimento più spensierato - quello che rifugge la logica e la gravitas di certe opere. Al netto delle sue forti carenze, lo spirito della pellicola riesce a ricontestualizzare contesti e temi per parlare direttamente allo spettatore, proprio come nella fantascienza più pura. Poca azione, un focus deciso sui personaggi e sul loro sviluppo, che riesce a raccontare una storia dai risvolti originali. Non in cima alla lista, ma sicuramente una visione da non perdere!Il Pianeta delle Scimmie (1968)Un vero cult che ha dato il via al franchise. Il film di Franklin J. Schaffner

La Prof Dell' Horror NON MENTIRMI, IL NUOVO LIBRO DI JESSICA SEPE (LA PROF DELL'HORROR)

NON MENTIRMI, IL NUOVO LIBRO DI JESSICA SEPE (LA PROF DELL'HORROR)

NON MENTIRMI, il nuovo libro di Jessica Sepe, è disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che E-book.“Ci sono notti in cui tutto può succedere. Un palpito inspiegabile avvolge le nostre membra e ci conduce verso qualcosa che potrebbe essere la nostra rovina. Keira è bella, dolce, e quando i suoi occhi incrociano, attraverso uno schermo, quelli di Evan, nulla sarà più come prima. L'enigmatico attore è affascinante, ma anche un pelino depravato, scurrile, e soprattutto, mente con la facilità di una vespa pronta a pungere se sei a trenta metri dal suo nido. Il suo più oscuro segreto ha un nome: Aliena. Un folle demone con cui ha stretto un patto anni addietro. Intrighi, menzogne, tentativi di rimediare a errori commessi, e tanto, tantissimo sangue di vittime innocenti. Ma, nulla è come sembra, e tutto può cambiare in un battito di ciglia. Dentro una menzogna, si nasconde la verità, o è la realtà la menzogna stessa?"L’AUTRICEJessica Sepe, in arte la Prof dell’horror, comincia a muovere i primi passi artistici nell’ambito musicale. Inizia come cantante black/death metal nella veste di Lucifera, rilasciando due album e qualche singolo, per poi dirigere il suo interesse verso la sua scrittura.Come autrice pubblica ben undici libri. Varie storie distopiche (2075-Apocalipsa, Lovend, Io non ho credito – Pass(i)vita, Solaria), ma non mancano racconti horror tradizionali (Stalker fino alla (tua) morte, Le stagioni dell’amor(t)e, Asteria, Finché morte ci separi, I kill my fan), in cui spesso sono protagonisti serial killer divenuti tali per necessità. Per concludere, c’è anche una raccolta di poesie macabre, intitolata: ∞.La sua ultima opera “Non mentirmi” si differisce dalle altre dando spazio a una grande storia d’amore, sempre in chiave orrorifica. Il sentimento sarà ostacolato da un temibile diavolo innamorato, possessivo, e completamente pazzo. "Tra gli impegni dell’autrice, c’è la collaborazione con