Sono sempre rimasto affascinato dal cinema coreano contemporaneo e dai suoi registi più capaci:
Anche questo “The Moon” è opera di un regista coreano, Yong-hwa Kim, un cineasta che personalmente sconoscevo fino ad oggi e che con questo film inizia ad affacciarsi alla ribalta internazionale.
Interpretato interamente da attori coreani, la pellicola descrive i tentativi della Corea del Sud di riuscire a portare un proprio equipaggio ad atterrare sul nostro satellite.
Il primo lancio, sebbene il governo sia molto fiducioso, si rivela una catastrofe: dopo qualche decina di secondi dal lancio il razzo esplode e i tre ragazzi dell'equipaggio muoiono all'istante.
La nazione è scossa e sconcertata ma il governo vuole subito cercare la rivincita ed inizia a far allenare un nuovo equipaggio con una versione aggiornata del razzo.
Tra i componenti del nuovo equipaggio c'è Hwang Sun-woo che è il figlio del comandante perito nel precedente volo e che è motivato a raggiungere la Luna in nome e per conto di suo padre.
Il secondo decollo è perfetto e finalmente la navicella inizia ad avvicinarsi al satellite ma in una delle uscite extraveicolari di due membri dell'equipaggio che si ritrovano, loro malgrado, a riparare i danni dovuti ad una inattesa tempesta solare, la fuoriuscita di carburante genera una esplosione…
L'inatteso incidente uccide un astronauta mentre il comandante è gravemente ferito e la sua tuta va sempre più perdendo ossigeno…
Purtroppo anche egli morirà e Hwang si ritroverà ad essere l'unico superstite su una navicella che ormai ha le ore contate: il sistema di riscaldamento è andato e lui è condannato, inesorabilmente, a diventare un pezzo di ghiaccio entro pochissimo tempo.
A terra il Comando Missione è incredulo e il capo della operazioni non sa che pesci pigliare: ancora una volta la Corea è destinata a perdere tutto il suo equipaggio.
In un tentativo disperato il governo chiede a Sol Kyung-gu (responsabile della prima missione che diede le dimissioni dall'agenzia spaziale coreana dopo il disastro) di ritornare a dirigere le operazioni: nessuno conosce la navicella come lui visto che è stato l'ingegnere capo progettista.
Sol rinuncia dichiarando che ha promesso a se stesso di non voler essere più responsabile della vita di nessuno ma non appena gli viene detto che l'unico astronauta superstite è il figlio dell'ex comandante, di cui era amico fraterno, cambia idea e decide di buttarsi a capofitto in questa impresa disperata: anni prima ha perso il padre, stavolta farà l'impossibile per non perdere il figlio…
Riuscendo ad attivare procedure inusuali (che neanche Hwang conosceva), Sol riesce in un miracolo: far abbandonare la navicella e riuscire a far atterare l'astronauta sulla Luna.
Laddove il padre non riuscì, il figlio diventa il primo coreano a calcare la superficie lunare…
Hwang evita così di diventare un ghiacciolo umano ma la sua sopravvivenza sulla Luna durerà pochissimo se non s'iniziano a determinare le procedure per staccarsi dal satellite e prendere un passaggio per la Terra…ma da chi e come?
Il film deve ancora partire: Hwang e noi spettatori ne vedremo di tutti i colori!
Film intriso del classico patriottismo coreano che, ad ogni modo, si può sopportare (non come quello spudorato cinese).
VFX che non hanno nulla da invidiare a quelli hollywwoodiani (sembra davvero di stare sulla Luna) e un ritmo incessante che farà la gioia degli amanti del genere.
Da vedere per una serata avvincente.