Random reviews

Recensione di   Stefano Guerra Stefano Guerra

Il violinista

(Film, 2022)

Forse non a caso in quest'opera ritroviamo Edoardo Romano che con il maestro Pupi Avati ci ha lavorato in diverse pellicole. La regia di Zullo è senza dubbio interessante e, nonostante una trama qui e là un po' debole, è riuscito a tenere in piedi un film che emoziona. Interessantissima interpretazione dell'attore Fabrizio Rizzolo, nei panni di un burbero critico musicale. Ben riuscito anche l'esordio sul grande schermo del volto noto della TV Davide Mengacci che qui ritroviamo nei panni - assolutamente ben calzati su di lui - del parroco di paese. Paesaggi da cartolina aiutano a godersi con piacere l'estetica del racconto.

Recensione di   Jon Jon

Susie Q

(Film, 2016)

È un film sulle persone cattive. Come Trainspotting, puoi semplicemente goderteli e questo rende il film divertente e divertente.

Recensione di   Claudia Calcagno Claudia Calcagno

Barbie

(Film, 2023)

Ho apprezzato molto di questo film la fotografia e la scenografia, i colori e alcune scene sono visivamente molto belle, uno spettacolo pop per gli occhi. Le parti comiche e talvolta demenziali poi mi hanno strappato più di una risata e ho trovato tutta la parte “leggera” del film davvero ben fatta e a mio avviso impeccabile. Poi purtroppo hanno deciso che volevano anche far passare un messaggio e così sia la trama che tutta la sceneggiatura, beh l'ho trovata alquanto banale e mal scritta. A mio parere devo avere un problema con Noah Baubach perché al pari di Storia di un matrimonio, che non mi era per niente piaciuto, ho trovato i personaggi tremendamente piatti, spesso i secondari quasi inutili e mentre gli occhi godono dello spettacolo multicolori a cui assistono, la mente è confinata in una retorica in cui esistono solo il bianco contrapposto al nero, il maschio contrapposto alla femmina, senza non dico colori ma nemmeno tonalità di grigio. In questo film le figure maschili sono tutte, tutte, tremendamente stupide (talvolta fanno tenerezza, come Ken) ma comunque sono esattamente l'equivalente della raffigurazione delle donne tutte belle, stupide e stordite ma al contrario. E il messaggio che passa pare essere che o comandano gli uomini, stupidi, o comandano le donne, tutte invece tremendamente realizzate e la cui identità corrisponde al lavoro che svolgono. Sì provano a trattare questo problema con Barbie stereotipo che infatti si strugge di non saper far nulla e poi si consola del suo essere semplicemente Barbie, ma caso strano scappa da quel mondo per andare in quello reale e li , diventata donna e non più bambola, cosa fa? Va a controllare di avere una vagina. In effeti cos'altro distingue una donna da una bambola??? Insomma speravo in un finale decisamente diverso in cui

Recensione di   Claudia Geraci Claudia Geraci

UFOs - STAGIONE 1

(Serie TV, 2021)

Non riesco a trovare difetti a questo gioiellino d'oltralpe, che ci precipita in un universo anni ‘70 nell’epoca dell'ESP e degli avvistamenti UFO, ma anche delle salopette, degli “squali” (le Citroën DS) e dello smodato consumo di sigarette. Melvil Poupad è senz'altro anche caricaturale, ma riesce addirittura, come dire, a camminare e muoversi come un uomo degli anni Settanta!La serie sfrutta a volontà colpi di scena e spudorati cliffhanger che poi si perdono nel gioco dell'intreccio, ma il mio consiglio è di dotarsi di zucchero filato rosa e salire sulla giostra. Buon divertimento!

Recensione di   Filippo Margionti Filippo Margionti

Vortex

(Film, 2021)

(Pensieri liberi su VORTEX di Gaspar Noé dal punto di vista del personaggio interpretato da Dario Argento)SPOILER OVUNQUE E FIN DA SUBITO"On est bien peu de chose..." - Mon amie la rose, Françoise Hardy"Siamo così poca cosa..."E' così. Ci diciamo che arriverà, un giorno, e alla fine anche per me è arrivata, e ha fatto così in fretta che non mi sembra vero che ci abbia messo così tanti anni. Il mio cuore si è fermato mentre dormivo. Sono uscito di scena in silenzio, mentre fuori dalla porta aspettavate che tornassi da voi, per abbracciarmi e riportarmi in quella casa dove ci siamo visti invecchiare. Ho così tanti ricordi che non voglio dimenticare. La testa mi scoppia.Così sto facendo una delle mie liste. Ci metterò quello che ho dovuto abbandonare e che per me aveva un significato, profondo, non profondo, non importa. Ci sarà molto di quello che, pero, continuerà a riecheggiare fra quelle mura, ora che non ci sono più.Appunti sparsi per un libro. Un romanzo lasciato a metà sul comodino. Il solco rimasto sul cuscino della mia parte del letto. Il modo in cui parlavo ad alta voce. Ogni mattina in cui mi sono svegliato con lo stesso programma alla radio. La casa piena di riviste e simboli impolverati delle nostre piccole vite. Tutte le volte in cui mi affacciavo da quella finestra e vedevo te. Ogni volta che ti ho dato per scontata. Quand'eri spaventata e ti ho stretto le mani e ti ho detto Mon amour. Quando mi isolavo nel mio studio e parlavo con lei al telefono, implorandola di amarmi, implorandola di liberarmi. Gli errori irreparabili. Quelli che avrei voluto ancora fare. E poi il nostro figlio amato, nonostante i dispiaceri che ci ha dato. E poi nostro nipote. I mille progetti sul mio libro

Recensione di   Notjustmovie Notjustmovie

Hypnotic

(Film, 2023)

Quando si guardano parecchi film, capita di incappare in idiozie clamorose da lasciarti basita.Per il 2023 sicuramente, per quanto mi riguarda, il premio lo vince questo “Hypnotic” diretto con la mano sinistra da Robert Rodriguez, si, quello di “Dal Tramonto all'Alba”. “Hypnotic” è un pasticcio indefinibile, due ore di spiegoni che ammorbano lo spettatore girati con la spocchia da “wannabe Nolan” che a tratti riesce persino ad irritare. Un film dove non funziona niente, gestione dei ritmi, dialoghi (agghiaccianti), montaggio. In pratica la versione da discount di Inception, film per cui non sono impazzita va detto, ma tecnicamente superbo e con un cast assolutamente impeccabile. Là infatti c'era un Leonardo Di Caprio, come al solito, praticamente perfetto…qui c'è Ben Affleck. Allora, nulla da dire sul Ben Affleck regista, adoro “Argo”, avrei parecchio da eccepire sulle sue qualità di attore, specialmente dopo “Batman”. Qui si aggira col faccione monoespressivo tra lo svogliato e l'imbarazzato per tutta la durata del film, come se non vedesse l'ora di incassare l'assegno e tornarsene a casa.Dopo un brevissimo, per fortuna, passaggio in sala, il film per chi ne avesse voglia, è su Prime Video.

Recensione di   Mirella Battaglia Mirella Battaglia

Lamb

(Film, 2021)

Questo esordio alla regia ha dell'incredibile, nei più svariati significati. Eppure ti porta a credere, ad avere fede. Maria e Ingvar sono moglie e marito, una famiglia dedita all'agricoltura e alla cura del proprio gregge. Sono persone colte, con un sentimento profondo. Nonostante questo non realizzano lo stravolgimento della natura e delle sue leggi.Lamb è un film Islandese (coproduzione in realtà) diviso in capitoli, pienamente intriso della magia dei luoghi , delle sue leggende e del suo folklore che ti tiene in costante tensione , consapevoli della minaccia che tutto regola e sovrasta.E niente, l'ho amato tantissimo. Come spesso mi succede coi film nordici.

Recensione di   Riccardo Simoncini Riccardo Simoncini

As bestas - La terra della discordia

(Film, 2022)

In principio era uomo, poi divenuto bestia. Il suo corpo meno animale degli animali l’ha venduto alla selvaggia violenza. In principio era terra, poi divenuta tenuta.I suoi frutti meno sporchi dello sporco quell’uomo bestia li ha venduti allo sporco denaro.Ora è solo carne, sopra l’uomo, sopra la bestia, sopra la terra, sopra il denaro. Già in Nightmare Alley (La fiera delle illusioni) Guillermo Del Toro raccontava del disperato bisogno che portava alla genesi di un uomo-bestia, la più ricercata attrazione del circo, la più dis-umana illusione possibile. “È un lavoro temporaneo, finché non troveremo un vero uomo-bestia, che ne dici?” “Sono nato per farlo” così veniva proposto a Stan di rinunciare a tutto, eppure a niente, in virtù di una natura capovolta.Domare animali con corpi umani. Domare uomini con corpi animali. L’atto stesso del domare porta con sé l’inevitabile ferita della carne, il dolore di una perdita, o forse del semplice contratto con il Diavolo.Sorogoyen mette qui in scena una storia di montagna dura come la roccia, senza la maestosità luccicante di Del Toro, di uomini-bestie orgogliosi e ostinati sui loro ideali, non importa quanto nobili e legittimi, pur sempre irrazionali nello scontrarsi con pochi altri, aridi e fetidi come il letame. Ma su quella terra desolata fatta di poche famiglie e tanta natura non c’è fertilizzazione né crescita, tutto muore, tutto cade a terra, i pomodori contaminati dal piombo, le seggiole riempite di urina. Tutti scappano, nessuno torna (il proprio cane compreso). A parte una coppia di francesi, decisi, idealmente, a riqualificare con agricoltura eco-sostenibile e biologica tutto il paesaggio, quando tutti gli altri invece, storici e testardi abitanti, vorrebbero usufruire di una vantaggiosa offerta per costruire pale eoliche.Ideali mentali persistenti che diventano corpi tesi, muscolari, stretti e serrati nelle proprie più radicate credenze inconcilianti. Culture che non sono

Recensione di   Il Bollalmanacco - Babol Il Bollalmanacco - Babol

Syk Pike

(Film, 2022)

Vincitore del premio del pubblico al miglior lungometraggio al ToHorror Filmfest 2022.In uscita nei cinema italiani il 5 ottobre 2023. Sick of Myself è una corrosiva commedia nera norvegese che verte sul desiderio perverso della giovane Signe, fidanzata di un artista narcisista, di essere sempre e comunque al centro dell'attenzione, cosa che la porta ad estremi che sarebbe un peccato spoilerare.Coloratissimo, scorretto, tristemente attuale e spietato, Sick of Myself scava nella nostra società dove è importante solo fare parlare di sé, avere successo a tutti i costi (anche facendo schifo) e comunicare con gli sconosciuti, più che con gli amici e la famiglia (trattati comunque alla stregua di un pubblico), perché la nostra vita abbia finalmente un senso. Lo fa grazie all'ausilio di una protagonista bravissima, adorabilmente odiosa, e a parecchie scene surreali, girate con perizia. Segnatelo sulle agende e incrociate le dita perché arrivi in qualche cinema vicino a casa vostra!

Recensione di   Claudio Golia Claudio Golia

Creators: The Past

(Film, 2020)

Un film che poteva essere sviluppato in maniera molto diversa, salta di palo in frasca e con scenari che a mio avviso non c'entrano assolutamente nulla ed oltre tutto non sono contestualizzati come il fatto di passare in un buco spazio temporale e ritrovarsi in un ambiente stile inferno dantesco con tanto di traghettatore su barca attorniata da cosa? anime? ma che c'azzecca con gli alieni? Avrebbero potuto anche (avvalendosi delle conoscenze storiche e bibliche di Mauro Biglino) impostare tutto il film in un contesto differente come per esempio raccontare quale potrebbe essere stata la creazione e la presenza degli alieni nel passato dell'umanità con ambientazioni stile "Stargate" magari dove l'alieno e i suoi scagnozzi dotati di tecnologie superiori dominava l'umanità.Insomma tutto tranne che quest'accozzaglia di trame su trame, personaggi assurdi e via discorrendo. Peccato, un film su questo filone fantascientifico e fatto in Italia da Italiani con la qualità che ci contraddistingue nella storia cinematografica, mancava e manca tutt'ora.

Recensione di   Ernest English Ernest English

The Spiders' Man

(Film, 2018)

It's a solid film with a good story to tell from Philippine-Italian actor-director Ruben Maria Soriquez, which co-stars in this film that sees a very good acting performance by the respected Philippine actor Richard Quan. The film is about two half brothers (Alberto a rich Italian played by Soriquez and Mike, affected by Autism and Schizophrenia, played by Richard Quan) and their American friend (Lee O' Brian) set about getting their lives back together when an inexperienced group of thugs headed by the crazy and ruthless Bong (Rob Sy) violates their peace and takes them hostage. The rescue will come from an unexpected hero...The film is a well paced crescendo of jokes and grotesque situations with the music that well underlines them adding a pretty cool style to it. The narration jumps from the drama of the mental illness of Mike (Richard Quan) to the comedy bits between Alberto (Ruben Maria Soriquez) and David (Lee O' Brian), and from heartfelt moments (when Alberto comforts his brother Mike telling that his father loved him and that he was his favourite child) to the dark humor of the brutal yet funny killings, all in a seamless way. And the brutal killings of the film are the occasion for the director to reference the extrajudicial killings that took place during the sadly famous war on drugs in the Philippines. The director Soriquez stated that his film was highly autobiographical, with real situations taken from his extended family (with exception of the killings) and that he didn't want the film to be too heavy and dramatic, the reason why he decided to treat the material with lightness and black humor.

Recensione di   Giovanni Varuni Giovanni Varuni

Siccità

(Film, 2022)

Bello nella intenzione di sensibilizzare ad una condizione idrica che rischiamo di vivere sul serio. Tuttavia, il film è lento e senza trama.

Film Lovers Activities

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Filmamo Friends :-) INTERVISTA ALLA SCRITTRICE E AUTRICE CINEMATOGRAFICA JESSICA SEPE

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE E AUTRICE CINEMATOGRAFICA JESSICA SEPE

- In ambito artistico esordisci come scrittrice o hai fatto anche altro? Ho cominciato parecchi anni fa come cantante metal, symphonic black/death. Sono usciti due miei album solisti e una manciata di singoli, ho avuto alcune band, ma con il metal estremo non è semplice qui in Italia. Adesso se capita faccio qualche collaborazione giusto per hobby. - Raccontaci la tua carriera come scrittrice. Qualche anno fa ho scritto Lifend, una sceneggiatura per un lungometraggio di fantasmi, di cui è stato girato un teaser; purtroppo, non siamo riusciti a produrre il film. Poi ho buttato giù una raccolta di racconti, rimasta inedita. A marzo del 2022 pubblico il mio primo libro: "Stalker fino alla (tua) morte", che narra le vicende di un'attrice il cui nome viene usurpato da una spogliarellista che si esibisce in un night club prossimo al fallimento. Quella stramba trovata salva le sorti del locale, anche grazie a uno stratagemma del gestore. Ma, quando la vicenda giunge alle orecchie della vittima, trasformarsi in carnefice sarà il minimo sindacabile.In poco più di due anni ho pubblicato undici libri, tra cui "Solaria", storia distopica in cui il sole uccide, "∞", una raccolta di poesie, "Asteria", una breve novella sul vampirismo clinico, "Le stagioni dell'Amor(t)e", quattro racconti horror uno per stagione. "Finché morte ci separi", l'amore ai tempi dei social, dove l'interprete maschile vuole sposare a tutti i costi una donna che al matrimonio manco ci pensa. Forse, sarebbe stato meglio per lui rimanere single. Poi c'è "Lovend", altro racconto distopico in cui la protagonista compra un robot con le sembianze dell'ex fidanzato perito in un tragico incidente. (E forse, non siamo poi così lontani da simili evenienze, dati gli sviluppi di robotica e AI).Ho anche composto qualche racconto pubblicato successivamente in antologie horror altrui. - Qual è il tuo

Cinemaserietv 5 MIGLIORI FILM ROMANTICI AMBIENTATI NEL MONDO DELLA MUSICA

5 MIGLIORI FILM ROMANTICI AMBIENTATI NEL MONDO DELLA MUSICA

Nel vasto panorama delle commedie romantiche, quelle ambientate nel mondo della musica hanno sicuramente la capacità di offrire al proprio pubblico un'esperienza unica. Questi capolavori in cui amore e musica si fondono in un'unica melodia, trasportano gli spettatori in viaggi entusiasmanti alla scoperta di storie indimenticabili, con protagonisti che utilizzano questo incredibile linguaggio universale per esprimere le proprie emozioni e le proprie speranze. Se anche voi siete appassionati del genere, ecco 5 film romantici ambientati nel mondo della musica che non potete assolutamente perdervi. 1) Once (2007)Le strade di Dublino sono il palcoscenico di Once (Una volta), dove il destino intreccia le vite di un musicista di strada irlandese e di una giovane polistrumentista ceca, entrambi con un sogno da realizzare. Uniti dalla passione per la musica, attraverso incontri casuali e sessioni di registrazione improvvisate, tra i due inizia a nascere un legame profondo che li spingerà ad aiutarsi reciprocamente nel perseguimento dei propri obiettivi. Le interpretazioni di Glen Hansard e Markéta Irglová, entrambi musicisti nella vita reale, sono così genuine e coinvolgenti che sembra quasi di assistere a una storia vera che si svolge davanti agli occhi degli spettatori. Un’impressione resa ancora più vivida dalle riprese con la telecamera a mano, che conferiscono un taglio quasi documentaristico alla narrazione. Once - diretto da John Carney e basato sull’omonimo musical di Broadway del 2011 - è una storia d’amore commovente, la cui splendida colonna sonora diventa il vero linguaggio dell'anima, capace di guidare i personaggi e il pubblico attraverso un viaggio di speranza e riscatto. 2. La La Land (2016)In questo capolavoro del 2016 scritto e diretto da Damien Chazelle, Ryan Gosling ed Emma Stone interpretano rispettivamente un musicista jazz e un'aspirante attrice, entrambi determinati a realizzare i propri sogni sullo sfondo vibrante della città di Los Angeles. Mentre i

Screenworld I MIGLIORI FILM DE IL PIANETA DELLE SCIMMIE

I MIGLIORI FILM DE IL PIANETA DELLE SCIMMIE

Il Regno del Pianeta delle Scimmie sta arrivando al cinema: un nuovo inizio per una saga che ha già avuto diverse interpretazioni, ma che ha lasciato un segno indelebile nella cultura pop soprattutto per la sua capacità di innovare (e rinnovarsi). Un franchise di quasi 60 anni, che ha sempre visto grandi interpreti e grandi professionisti mettersi alla prova con una fantascienza estremamente particolare. Pur avendo visto esperimenti più o meno riusciti, il potere della saga non è mai venuto meno: il racconto delle scimmie ha sempre posto le basi per una riflessione profonda sull'essere umano, tra dubbi esistenziali e dilemmi socio- politici. Nell'attesa di scoprire quanto potenziale ci sia per un nuovo avvio del franchise, ecco i film più riusciti della saga - e quelli che non possono assolutamente mancare nella vostra watchlist.Fuga dal pianeta delle scimmie (1971)In pochi avrebbero sperato che un film del genere potesse funzionare. E in effetti non avevano tutti i torti, almeno sulla carta. Ma c'è qualcosa di veramente speciale nel film di Don Taylor: uno sguardo disincantato al destino dell'uomo, tra nostalgia e bizzarro umorismo. Uno script che sfrutta il viaggio nel tempo per portare i protagonisti sulla Terra prima che venisse distrutta, una trama estremamente funzionale al cast e all'intrattenimento più spensierato - quello che rifugge la logica e la gravitas di certe opere. Al netto delle sue forti carenze, lo spirito della pellicola riesce a ricontestualizzare contesti e temi per parlare direttamente allo spettatore, proprio come nella fantascienza più pura. Poca azione, un focus deciso sui personaggi e sul loro sviluppo, che riesce a raccontare una storia dai risvolti originali. Non in cima alla lista, ma sicuramente una visione da non perdere!Il Pianeta delle Scimmie (1968)Un vero cult che ha dato il via al franchise. Il film di Franklin J. Schaffner

La Prof Dell' Horror NON MENTIRMI, IL NUOVO LIBRO DI JESSICA SEPE (LA PROF DELL'HORROR)

NON MENTIRMI, IL NUOVO LIBRO DI JESSICA SEPE (LA PROF DELL'HORROR)

NON MENTIRMI, il nuovo libro di Jessica Sepe, è disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che E-book.“Ci sono notti in cui tutto può succedere. Un palpito inspiegabile avvolge le nostre membra e ci conduce verso qualcosa che potrebbe essere la nostra rovina. Keira è bella, dolce, e quando i suoi occhi incrociano, attraverso uno schermo, quelli di Evan, nulla sarà più come prima. L'enigmatico attore è affascinante, ma anche un pelino depravato, scurrile, e soprattutto, mente con la facilità di una vespa pronta a pungere se sei a trenta metri dal suo nido. Il suo più oscuro segreto ha un nome: Aliena. Un folle demone con cui ha stretto un patto anni addietro. Intrighi, menzogne, tentativi di rimediare a errori commessi, e tanto, tantissimo sangue di vittime innocenti. Ma, nulla è come sembra, e tutto può cambiare in un battito di ciglia. Dentro una menzogna, si nasconde la verità, o è la realtà la menzogna stessa?"L’AUTRICEJessica Sepe, in arte la Prof dell’horror, comincia a muovere i primi passi artistici nell’ambito musicale. Inizia come cantante black/death metal nella veste di Lucifera, rilasciando due album e qualche singolo, per poi dirigere il suo interesse verso la sua scrittura.Come autrice pubblica ben undici libri. Varie storie distopiche (2075-Apocalipsa, Lovend, Io non ho credito – Pass(i)vita, Solaria), ma non mancano racconti horror tradizionali (Stalker fino alla (tua) morte, Le stagioni dell’amor(t)e, Asteria, Finché morte ci separi, I kill my fan), in cui spesso sono protagonisti serial killer divenuti tali per necessità. Per concludere, c’è anche una raccolta di poesie macabre, intitolata: ∞.La sua ultima opera “Non mentirmi” si differisce dalle altre dando spazio a una grande storia d’amore, sempre in chiave orrorifica. Il sentimento sarà ostacolato da un temibile diavolo innamorato, possessivo, e completamente pazzo. "Tra gli impegni dell’autrice, c’è la collaborazione con

Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: CRISTIAN MUNGIU

SGUARDI DAL MONDO: CRISTIAN MUNGIU

La prima volta che un regista viene selezionato per il concorso di Cannes è una festa, se poi arriva la Palma d'oro si diventa quasi un eletto. Effettivamente questa aura di eletto, o perlomeno di capofila di quella che può essere definita la new wave romena, dopo quel Festival di Cannes si è attaccata addosso a Cristian Mungiu probabilmente anche perché fu assistente di regia di Radu Mihaileanu per Train de vie, opera che riportò la Romania sui grandi schermi di mezzo mondo. In realtà l'esordio nel lungometraggio arriva nel 2002 con Occident, una commedia ad episodi con diversi incastri che lo segnala all'attenzione della critica. Ma è appunto con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni che per Mungiu arriva la consacrazione: Palma d'oro a Cannes e plauso unanime da parte della critica. Emergono i temi di denuncia verso la Romania, paese che non ha mai superato l'uscita dal Comunismo. La denuncia di un'oppressione passata è solo lo specchio della situazione contemporanea. La sua regia asfissiante pedina la protagonista, la indaga anche nell'animo per arrivare ad un'inquadratura finale che raggela il sangue. Un'opera asciutta, diretta, spiazzante, ma davvero imperdibile capace di raccontare lo spaesamento di una donna alle prese con una gravidanza indesiderata. Una persona abbandonata da tutto e tutti in balia di soli uomini senza scrupoli. Estremamente moderno anche oggi. Continua a criticare l'era Ceuasescu, ma questa volta in chiave goliardica, scrivendo un film ad episodi e girando con registi esordienti romeni I racconti dell'età dell'oro. Esperimento in chiave commedia italiana dove le storie sono leggende metropolitane del periodo. Torna a Cannes e vince nuovamente il premio per la sceneggiatura e quello per l'attrice con Oltre le colline. Il suo resta uno sguardo rigoroso, ma questa volta, raccontando una storia vera di qualche anno prima, la critica viene rivolta

Gianluigi De Dea

"FOR NEVER ALONE" DI GABRIEL ALVIM, PRESENTATO AL "NÒT FILM FEST" DI SANTARCANGELO DI ROMAGNA 2023.

Oggi ci occupiamo di uno dei film premiati al recente Nòt Film Fest di Santarcangelo di Romagna. Il film di Gabriel Alvim “For Never Alone” riproduce l’acuto contrasto della realtà metropolitana del Brasile contemporaneo. I giovani protagonisti appagati da un’apparente soddisfazione dei bisogni edonistici manifestano l’angoscia di un paese al centro di una metamorfosi sociale, combattuto fra i valori di matrice tradizionale e le sirene di un sogno americano tutto suo. Cadu (Andradina Azevedo) incarna tutta l’arroganza del ricco rampollo sciupafemmine, che non si fa scrupolo di manipolare l’amico disoccupato Vitor, pur di coronare il proprio desiderio licenzioso nei confronti di Fabiana (Natalia Coutinho), la quale in un primo momento è galvanizzata dall’idea di essere desiderata dal benestante playboy. Le cose però si complicano, quando Cadu seduce Lara (Rafaella Candido), l’amica di Fabiana che in un primo momento sembrava attratta da Vitor (Dida Andrade). Il film offre un ritratto impietoso di un paese, il Brasile appunto, dai risvolti socio-culturali per lo più ignoti alle nostre latitudini, diviso al suo interno tra un’economia irreversibilmente attratta dalla sfera di influenza asiatica, e una società che si identifica nel concetto di libertà nordamericano. Non si tratta del cliché già collaudato in cui si offre allo spettatore la futilità di un microcosmo decadente (come accadeva nel nostro cinema d’autore degli anni sessanta, in cui si ritraeva la deriva morale della borghesia), bensì di una carrellata che ritrae personaggi complessi e distanti, in cui emerge – improvviso – un potere di introspezione che li paralizza. Una pellicola ben strutturata, con un uso sapiente della fotografia e della macchina da presa, in cui gli attori esprimono con ammirevole naturalezza il proprio ruolo. Al momento non ci risulta che il lungometraggio abbia trovato un canale distributivo e non è nemmeno visibile sulle piattaforme online. Ci riserviamo, ovviamente,

Valentina PRETTY WOMAN: IL FASCINO INDIMENTICABILE DI UNA MODERNA FAVOLA D'AMORE

PRETTY WOMAN: IL FASCINO INDIMENTICABILE DI UNA MODERNA FAVOLA D'AMORE

Miei cari lettori, la nuova rubrica “Cuori sullo schermo: Viaggi nel mondo delle commedie romantiche” vi da il bevenuto. Nell'universo cinematografico, le commedie romantiche occupano un posto speciale nel mio cuore e sono certa di non essere la sola. Con il loro mix irresistibile di amore, risate e colpi di scena calcolati, ma guai se non ci fossero, queste pellicole hanno il potere di far battere più velocemente il cuore e accendere un sorriso sul volto. Ci trasportano in mondi incantati dove gli incontri casuali diventano destini intrecciati e questo mix perfetto di sentimenti e avventure si trasformano inevitabilmente in epiche dichiarazioni d'amore. Questo genere che io personalmente adoro e che vorrei tornasse a godere del lustro di qualche tempo fa, non è solo intrattenimento; sono una fuga temporanea dalla realtà, un balsamo per l'anima e una costante fonte di speranza che l'amore, con tutte le sue stranezze e imperfezioni, può davvero trionfare, in un mondo che attualmente sembra voler uccidere l’amore in ogni sua forma.Questo viaggio nel mondo rosa del cinema, non può che iniziare parlando della commedia romantica per eccellenza. Il film bandiera di questo genere, per mille aspetti ma soprattutto perché ci ha regalato una delle coppie cinematografiche più iconiche di sempre: Richard Gere e Julia Roberts. Oggi vi racconto di Pretty Woman.Avevo circa 8 anni quando Pretty Woman fu trasmesso per la prima volta in TV. Poco capivo della dinamica, di cosa facesse Vivian nella vita e del perchè Edward invitasse una perfetta sconosciuta nel suo albergo…povera, piccola me! Quello che però mi era chiaro nonostante le mie lacune su certe tematiche che da bambini non si possono di certo capire, era quella innegabile chimica tra la Roberts e Gere che è stata fondamentale a garantire il successo di questa pellicola. Garry Marshall, indimenticato regista scomparso

Francesca Arca PINA MENICHELLI  - LA BELLEZZA MUTA

PINA MENICHELLI - LA BELLEZZA MUTA

Se parliamo di cinema muto, in Italia ci sono probabilmente nomi più noti di Pina Menichelli. Mi riferisco ad esempio a Francesca Bertini o Lyda Borelli ma Pina Menichelli incarna forse in modo più pieno la “diva” degli anni ‘10 dello scorso secolo e la figura della donna così come viene inserita nel contesto storico prima a ridosso e poi durante la Grande Guerra. Approcciarsi alla visione di un qualsiasi film muto presuppone la voglia di entrare in un mondo che ormai ci è quasi del tutto alieno per parametri stilistici ed estetici, sebbene ad esso si debba gran parte delle migliori produzioni successive. La recitazione, prendendo a riferimento il teatro ottocentesco, diventa per ovvie ragioni più calcata, quasi ad esasperare i sentimenti del personaggio secondo una rigida codifica. Bertini e Borelli, in modo del tutto magistrale, fondano il proprio successo sulla capacità di mostrare l’interiorità dei loro personaggi e sull’immedesimazione pressoché totale con essi, secondo l’ottica dell’attore non più mero “agente” ma “agìto”, non più interprete di un ruolo ma ruolo stesso. E questo ruolo è sempre quello della donna fatale dei cosiddetti “diva film”. Fiera, indomita, ribelle, vendicativa, diventa specchio perfetto e contraltare di una società oppressiva che pretende asservimento. Quasi sempre questo tipo di pellicola si conclude con la morte, la distruzione o addirittura il suicidio della protagonista, a simboleggiare l’aspro biasimo della morale dell’epoca che non lascia alcuna prospettiva a coloro che da essa si discostano. Menichelli si affranca da questo tipo di lettura sia dal punto di vista recitativo che da quello più propriamente strumentale e simbolico. L’attrice infatti si muove quasi sempre su un doppio piano di comunicazione. Deve mostrarsi (o meglio mostrare di sapersi mostrare) seduttiva, capace di smuovere a passione chiunque la incontri ma al contempo rimanendo inalterata, non scalfita dai sentimenti

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