Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Godzilla

(Film, 1954)

Godzilla non ha emozioni, Godzilla è emozione.

 

La creatura che proviene dalle acque profonde rende Tokyo un mare di fuoco.
Honda rende la presenza di Godzilla poderosa e angosciante, il kaiju colpisce i punti del progresso tecnologico come ponti, ferrovie, rete elettriche e stazioni radio è chiaramente un monito a ciò che la guerra produce, il regredire dell'umanità che è inerme, impotente e ingabbiata, come suggeriscono le immagini degli uccellini, per l'appunto, dentro la gabbia di fronte a Godzilla che come si sa rappresenta la minaccia atomica ma in generale ciò che l'uomo per avidità e potere può creare e ricercare, la distruzione.
Interessante il discorso del regista sul materialismo raccontato per immagini dando risalto agli oggetti in scena quali ad esempio l'elicottero.
C'è molto della mitologia giapponese nel film, la presenza dell'acqua, matrice di tutto, punte esoteriche con riferimenti agli yokai in quando Godzilla è presente nel folklore popolare dell'isola a cui dedicano riti.
Honda gestisce i tempi, non mostra da subito la creatura, da spazio all'umanità, ai discorsi e dubbi morali delle persone e della politica.
L'oscurità che pervade il paleontologo Yemane nel vedere come tutti vogliono e si concentrano sulla morte di Godzilla senza provare a studiarlo e a comprendere la sua natura.
Serizawa si comporta quasi da samurai, detiene l'arma per la distruzione del kaiju ma ha paura ad utilizzarla perchè sa che poi l'umanità ne farebbe un pessimo utilizzo, dunque l'inevitabile sacrificio.
La sountrack iconica e straordinaria, Honda quado mostra la distruzione non è mai fine a se stessa, si da risalto alla disperazione dell'uomo, tutto richiama uno scenario di guerra.
Bellissimi ed iconici i campi medio-lunghi carichi di espressività, come ormai sono diventate storia le inquadrature di Godzilla tra gli edifici, tra i fumi ed il fuoco.
Film che ha fatto storia e rimane un monito indelebile sul come non sia la creature in se il vero "nemico" ma è l'umanità stessa che può scatenare la propria autodistruzione.