Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Challengers

(Film, 2024)

Gli scambi del tennis come degli orgasmi, un perpetuo intreccio a tre dove i personaggi, seppur con gratificazioni differenti, non si sono davvero realizzati.
I flashback di Guadagnino non hanno la funzione di creare la suspance hitchcockiana, semmai si è più dalle parti di Douglas Sirk, cioè dell'anti-suspance in quanto non si punta a dare realmente le informazioni alla spettatore che ne sa più dei personaggi, certamente per il meccanismo il come si arriva alle vicende è centrale, ma il tutto è un continuo ricollegarsi al passato che nessuno dei personaggi ha davvero superato.
Molto buone le sequenze di tennis ed è interessante come durante le partite si cerca di andare, a seconda di chi gioca, a chi guarda il match anche tramite movimenti di macchina.
Ralenti, soggettive, Guadagnino cerca di manipolare il tempo e catturare le sensazioni dei giocatori, specialmente nell'atto finale, dove tramite i gesti, il come è indirizzata la pallina, i sorrisi, gli sguardi, i giocatori comprendono cosa sia accaduto e trasmettono le rispettive emozioni.
I ralenti non servono a pompare e dare enfasi, ma semmai a disorientare, ad esempio c'e un ralenti mentre Donaldson esce dal camerino per scendere in campo, all'apparenza si tutto pomposo ma poi la partita non viene fatta minimamente vedere ed anzi ci sono lui e Zachi sul divano mentre quest'ultima gli analizza il match e a Donaldson non interessa.
Qui il ralenti è funzionale perchè Guadagnino gioca con la sua funzione spesso applicata per enfatizzare.
Anche nel finale dove si ci sono continue trovate tecniche tra movimenti di macchina, ralenti e soggettive sono per dilatare lo spazio-tempo per mostrare la partita infinita come insieme alla musica techno mostra il disorientamento sensoriale che anche i due giocatori hanno visto tutto il triangolo del film.
Magari la durata è un po' eccessiva e potrebbe mancare un po' di "vissuto" nei personaggi, specialmente in Patrick, se è vero che il suo ostinarsi a continuare con il tennis comportandosi, di fatto, da finto squattrinato si ricollega al passato, all'intreccio dei tre personaggi, il suo dramma è poco manifestato.

Altro aspetto, il film racconta di un perenne rapporto a tre tra borghesi senza puntare a discorsi di critica sociale.

 Guadagnino, comunque, tiene sempre toni molto carichi rendendo il film perennemente pop e glumour in modo comunque funzionale per ciò che il regista narra e soprattutto per il come lo narra.