Civil War racconta dell'indifferenza delle immagini che rischiano di perdere il loro valore perciò Garland narra la guerra civile americana seguendo il team di giornalisti che devono riportare i fatti, immortalare i momenti tramite le fotografie dove l'essenza stessa del giornalismo vacilla in quanto si parla di americani che si uccidono a vicenda, perciò la giornalista-fotografa Lee Smith ha dubbi, traumi, aveva iniziato la sua carriera fotografando scene di guerra al di fuori degli States proprio perchè cioè non accadesse nella sua nazione di appartenenza, quasi come un monito, ma ora dovendo riportare la guerra civile americana non riesce più ad essere così distaccata anche perchè i morti, le atrocità sono immagini che la perseguitano anche oniricamente.Garland fa un ottimo lavoro con il fuori fuoco e nel togliere la profondità di campo in determinate situazioni. L'inizio con il presidente che tiene il discorso tramite le scelte registiche richiama una sensazione di incubo, la storia non è narrata ne prende parte alle due fazioni contrapposte ma durante lo svolgimento del film ci sono informazioni per comprendere il tutto e le scelte politiche significate che Garland compie.L'alleanza occidentale che si contrappone ai secessionisti, è composta da California e Texas, due stati contrapposti ma uniti per combattere il neo-fascismo, il presidente è al suo terzo mandato, anti-costituzionale, ha sciolto l'FBI dunque anche se il film non si sofferma sulle questioni della civil war, sulle due fazioni, da contesto.Sulle scelte registiche, tramite i fuori fuoco Garland riesce a stare sempre nei suoi personaggi, nonostante l'enormità di ciò che accade, i bellissimi campi lunghi, il regista non perde di vista i personaggi e ciò che prova Lee Smith.La giovanissima Jessie invece, che ha come idolo proprio Lee Smith, vuole seguire le orme di quest'ultima perciò si instaurano degli aspetti interessanti tra le due.Jessie all'inizio èLeggi tutto
Un anno dopo il reale assalto a Capitol Hill Alex Garland inizia le riprese di Civil war, un film ambientato in un futuro prossimo che descrive una nuova guerra civile statunitense con il Presidente ormai assediato nella Casa Bianca a Washington. Nelle sembianze di un'opera bellica si nasconde un film politico capace di stuzzicare un nervo vivo della società odierna: il continuo dividersi in fazioni nette e contrapposte sempre meno capaci di mediare. Garland crede nella forza delle immagini più che nelle parole sin dalla scena iniziale (serve a qualcosa il discorso fuori fuoco del Presidente)? Non si avvale di parole fuori campo o lunghi monologhi per mostrare l'orrore di quella che potrebbe essere una guerra fratricida: gli bastano scene intense e realistiche (l'incontro con i soldati e le loro fosse comuni funziona). Poca retorica, azione funzionale alla trama sono pregi non da poco. Certo poi l'opera tende a perdersi nella fase finale dove tutto diventa più confuso. Qui si procede per accumulo più che per reale convinzione, si perdono i personaggi (a proposito Kirsten Dunst si conferma comunque una delle attrici più sottovalutate della sua generazione) e si arriva al finale scontato. Civil war resta comunque un film da vedere. A metà strada tra l'impegno e l'azione, capace di raccontarci un futuro non troppo improbabile. Pura anima yankee dipinta da un regista inglese.Leggi tutto
Al culmine di una delle (rare) sequenze d’azione di Civil war, per creare pathos, o sottolinearlo, a seconda dei punti di vista, Alex Garland, spara a tutto volume l’hip hop dei De La Soul.Seguono inquadrature dei superstiti condite da capelli al vento e slow motion come se piovesse; una roba che, se l’avesse fatta qualche altro regista (ad esempio Snyder) sarebbe oggetto di giustificate e facili ironie.Ma procediamo con ordine.Come ci avvisa gentilmente il titolo stesso, gli Stati Uniti sono dilaniati da una guerra civile.Texas, California e Florida hanno dichiarato la secessione mentre il Presidente, al suo terzo mandato, è asserragliato a Washington.Come siamo arrivati a tutto questo? Da quanto tempo procede la guerra? Garland non fornisce nessuna spiegazione, ci cala in media res, forse con l’intento di rendere universale la sua narrazione; nel frattempo infatti c’è stato l’Assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 quindi perché sprecarsi più di tanto?La fotografa Lee Smith (Kirsten Dunst) ed il collega Joel (Wagner Moura) decidono di provare a raggiungere la Casa Bianca per intervistare il Presidente e a loro si uniscono l’anziano Sammy (Stephen McKinley Henderson) e la giovane Jessie (Cailee Spaeny).La trama di Civil war è ridotta all’osso ed assomiglia più che altro ad una sorta di macabro videogioco con più livelli di difficoltà.I personaggi poi, di fatto, non sono pervenuti.C’è la celebre fotoreporter apparentemente insensibile agli orrori dopo averne visti tanti, l’anziano collega che non vuole mollare la presa, Joel che vive in una sorta di stato di esaltazione continua dovuto all’adrenalina e Jessie, apparentemente giovane ed ingenua che si capisce dopo pochi secondi che in realtà è quella pronta a tutto pur di affermarsi come fotografa.Non c’è nessun approfondimento psicologico ed invero, a voler fare le pulci, a parte Sammy, gli altri non si capisce bene per chi lavorinoLeggi tutto
Alex Garland, uno dei più talentuosi registi del nuovo millennio, realizza il suo quinto lavoro (quattro film e una serie) , tutte opere di cui è stato anche sceneggiatore e, in alcuni casi, anche produttore ("Devs"). Nel caso specifico “Civil War” è prodotto dalla A24, famosa casa cinematografica indipendente americana, che effettua il suo più grande sforzo economico: con un budget di 50 milioni di $ il film, a tutt'oggi, ne ha incassati 121 e quindi si può considerarlo, a tutti gli effetti, un successo dal punto di vista finanziario. Il cast è formato da un'ottima Kirsten Dunst (qualcuno se la ricorda in “Melancholia” di Von Trier?), un discreto Wasgner Moura (recentemente visto nella bella serie “Shining Girls”), dal veterano Stephen McKinley Henderson ("Lady Bird" e “Barriere”) e dalla giovane Cailee Spaeny in perenne ascesa (prima in “Priscilla”, poi in “Civil War” e prossimamente nell'attesissimo “Alien Romulus”di Fede Alvarez). Rompiamo subito gli indugi e chiariamo le cose: se il botteghino sorride al regista americano, da un punto di vista prettamente qualitativo Garland sembra fare un notevole passo indietro rispetto alle sue opere passate. Questo “road movie” dice meno di quello che dovrebbe mostrare e fa vedere meno di quello di cui dovrebbe parlare: una guerra civile sul suolo americano senza intermediari o forze straniere. Il punto debole del film è, in primis, la sceneggiatura (uno dei punti di forza di Garland): il regista vorrebbe realizzare l'affresco di un nuovo Vietnam totalmente americano ma pecca nel legare i vari episodi. Abbiamo soldati che non rispondono più agli ordini (evidentemente si è interrotta la linea di comando) e, all'opposto, soldati che potrebbero anche disertare in nome di una guerra che non è neanche civile ma solo imposta (per colpa di un solo uomo? Poco credibile…), gente che si fa giustizia da seLeggi tutto
In un'America sull'orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità.