Random reviews

Recensione di   Riccardo Simoncini Riccardo Simoncini

As bestas - La terra della discordia

(Film, 2022)

In principio era uomo, poi divenuto bestia. Il suo corpo meno animale degli animali l’ha venduto alla selvaggia violenza. In principio era terra, poi divenuta tenuta.I suoi frutti meno sporchi dello sporco quell’uomo bestia li ha venduti allo sporco denaro.Ora è solo carne, sopra l’uomo, sopra la bestia, sopra la terra, sopra il denaro. Già in Nightmare Alley (La fiera delle illusioni) Guillermo Del Toro raccontava del disperato bisogno che portava alla genesi di un uomo-bestia, la più ricercata attrazione del circo, la più dis-umana illusione possibile. “È un lavoro temporaneo, finché non troveremo un vero uomo-bestia, che ne dici?” “Sono nato per farlo” così veniva proposto a Stan di rinunciare a tutto, eppure a niente, in virtù di una natura capovolta.Domare animali con corpi umani. Domare uomini con corpi animali. L’atto stesso del domare porta con sé l’inevitabile ferita della carne, il dolore di una perdita, o forse del semplice contratto con il Diavolo.Sorogoyen mette qui in scena una storia di montagna dura come la roccia, senza la maestosità luccicante di Del Toro, di uomini-bestie orgogliosi e ostinati sui loro ideali, non importa quanto nobili e legittimi, pur sempre irrazionali nello scontrarsi con pochi altri, aridi e fetidi come il letame. Ma su quella terra desolata fatta di poche famiglie e tanta natura non c’è fertilizzazione né crescita, tutto muore, tutto cade a terra, i pomodori contaminati dal piombo, le seggiole riempite di urina. Tutti scappano, nessuno torna (il proprio cane compreso). A parte una coppia di francesi, decisi, idealmente, a riqualificare con agricoltura eco-sostenibile e biologica tutto il paesaggio, quando tutti gli altri invece, storici e testardi abitanti, vorrebbero usufruire di una vantaggiosa offerta per costruire pale eoliche.Ideali mentali persistenti che diventano corpi tesi, muscolari, stretti e serrati nelle proprie più radicate credenze inconcilianti. Culture che non sono

Recensione di   Valentina Valentina

Scappa: Get Out

(Film, 2017)

"Get Out" è un thriller psicologico del 2017 diretto da Jordan Peele, che con questo film sigla il suo debutto come regista.Mi sono approcciata alla pellicola pensando che avrei fatto balzi da circense sulla sedia, essendo catalogato horror, ma quello che fa davvero paura è il concept del film che ancora una volta ci mostra l'eterna lotta tra bianchi e neri, affrontando il tema del razzismo in modo audace e incisivo. Ambientato nell'America contemporanea, il film esplora la tematica attraverso un prisma unico, utilizzando l'horror come veicolo per esporre le tensioni e le angosce legate alla percezione della razza. La trama segue la storia di Chris Washington (Daniel Kaluuya) che visita la famiglia bianca della sua fidanzata Rose (Allison Williams).Tuttavia, ciò che sembra essere un innocuo fine settimana si trasforma presto in un incubo quando Chris scopre che la famiglia nasconde segreti oscuri legati al razzismo. Il film mette in evidenza la micro-aggressioni quotidiane e i pregiudizi subdoli che Chris sperimenta, trasformando l'angoscia personale in una metafora potente della condizione afroamericana in America. Ottime le performances del cast, con Daniel Kaluuya che offre una prestazione straordinaria nel ruolo di Chris, trasmettendo una gamma completa di emozioni, ci trascina totalmente nel suo stato d'animo al punto da speriementare un crescente senso di isolamento e paranoia. Anche il resto del cast, tra cui Allison Williams, Bradley Whitford e Catherine Keener, offre interpretazioni convincenti che aggiungono profondità e complessità alla storia.La regia di Peele, attraverso scene disturbanti e simboli visivi, mette in evidenza l'idea del "buon razzismo", rivelando come anche coloro che si considerano progressisti possono essere coinvolti in sistemi di oppressione basati sulla razza."Get Out" è molto più di un semplice film horror. È un'opera cinematografica intelligente e provocatoria che sfida gli spettatori a riflettere sulle questioni sociali e culturali più urgenti

Recensione di   Paolo Bonini Paolo Bonini

L'orribile segreto del Dr. Hichcock

(Film, 1962)

"L'orribile segreto degli ultimi dieci minuti""L'orribile segreto del Dr. Hichcock", film di Riccardo Freda del 1962, sembra un film gotico, normale ma a far svoltare il lavoro sia dal punto estetico sia dal punto di vista del plot narrativo sono i fatidici dieci minuti in cui tutto succede e nei quali si nasconde il fulcro del significato del film.Procediamo prima per ordine inquadrando il regista italiano.Freda, noto per le co-regie con Mario Bava alla fine degli anni Cinquanta con ,"I vampiri" (1957) e "Caltiki, il mostro immortale" (1959), proseguirà poi la propria carriera realizzando film d'avventura, gotici e storici."L'orribile segreto del Dr. Hichcock", pare possedere tutti i caratteri del genere gotico tradizionale, tanto che la tram del film anche un po' noiosa che pare inizlamente scopiazzata o comunque fortemente influenzata da alcuni autori della letteratura gotica ha i tratti della solita storia in villa con apparizioni e spiriti che pare non avere nulla di originale e innovativo. Tipico, è anche il tema dello scienziato che pare non dimenticare la moglie morta che non è riuscito a salvare e torna con una nuova moglia nella casa in cui viveva molti anni prima con lei.Cynthia, Barbara Steele (che nel 1960 interpreterà un doppio ruolo nel film di Mario Bava, "La maschera del demonio" e che nel 1963 comparirà nel film di Riccardo Freda, "Lo spettro") è la moglie che si troverà catapultata in questo "nuovo mondo", la villa in cui aleggia in ognidove la figura di Margaretha, moglie di cui il Dr. Hichcock è vedovo.Così come il titolo, anche lo svolgersi del film e delle sue tecniche sono racchiuse nei suoi ultimi dieci minuti, in cui avverrà lo switch a livello di estetica e riferimenti cinematografici tecnici colti, così come nella trama e nel profondo significato dell'opera, che fanno di questo film

Recensione di   Jon Jon

Susie Q

(Film, 2016)

È un film sulle persone cattive. Come Trainspotting, puoi semplicemente goderteli e questo rende il film divertente e divertente.

Recensione di   •ekro •ekro

Cosmic Sin

(Film, 2021)

Cosa accadrebbe se un ragazzino di 12 anni cresciuto a pane e blockbusters di azione e fantascienza vincesse la lotteria e decidesse di realizzare un suo sogno? Questo film.Ad un certo punto ho avuto paura se ne uscissero con qualcosa tipo "e allora io ti sparo con il megasuperultrabazooka spaziale ultrasonico", come i ragazzini che giocavano in cortile.Grazie ai milioni di Sharknado (la lotteria, appunto) Edward Drake ha potuto realizzare quello che pare fosse un suo sogno.Speriamo almeno lui sia felice.

Recensione di   Riccardo Paoli Riccardo Paoli

The Last Bus

(Film, 2021)

Appuntamento a Land's end di Gillies MacKinnonAppuntamento a Land's end è un film d'amore: di amore coniugale, e di amore per la vita. L'eccezionale protagonista si carica sulla propria persona, oltre che gli anni e i gravi malanni, anche tutti gli spettatori, e li porta con sé, nel suo meraviglioso viaggio.Si parte, rigorosamente su di un bus, da John o'Groats per arrivare a Land's End: praticamente le punte estreme della Gran Bretagna. Il viaggio è un modo per omaggiare la memoria della moglie e della figlia, quest'ultima prematuramente venuta a mancare, ma anche per sé stesso, per perdersi nei ricordi di tempi passati. Molto bravo, e anche molto british, Timothy Spall nel ruolo del protagonista. Splendidi i panorami: non posso però non menzionare anche i caratteristici bus inglesi (viva il trasporto pubblico). Forse la pecca di quello che comunque nel complesso è un bel film, sono alcune scene durante il viaggio eccessivamente edulcorate ( il mondo, ahimè, è popolato da persone più brutte e ciniche di quelle che compaiono come occasionali compagni di viaggio nel film). Un punto in più perché è piaciuto molto alla moglie.

Recensione di   Alexander Risson Alexander Risson

Qualcuno volò sul nido del cuculo

(Film, 1975)

Un bel film molto commovente con un finale magistrale. Uno dei film piu' toccanti che io abbia mai visto. La cosa sconvolgente e' che e' tratto da una storia vera. Nicholson da manuale.

Recensione di   Cap Cap

La casa lobo

(Film, 2018)

Un incubo in continua rigenerazione, in cui l'elemento disturbante è dato dall'incessante mutazione di oggetti e personaggi nonché dalla manipolazione spaziale che porta a un dialogo tra bidimensionalità e tridimensionalità: ogni superficie diventa viva e percorribile. Dimensione sonora suggestiva, elemento mentale più che narrativo. Nonostante le chiare fonti di ispirazione all'animazione di Jan Svankmajer, rimane unico nel suo genere.

Recensione di   Stefano Tacconi Stefano Tacconi

La fiera delle illusioni

(Film, 2021)

presentato come il "The Prestige" di Del Toro, dell'opera di Nolan ha poco o nulla, mentre dell'arte del cineasta messicano ha tutto. I colori (virati al verde negli interni proprio come ne "la Forma dell'acqua"), il periodo storico, i mostri/freaks, la cura dell'inquadratura, dell'architettura degli interni, beh questa Fiera è l'Expo di Del Toro. Un film che, visivamente, è un costante piacere e anche le sequenze più crude o le immagini più disturbanti sono sempre curatissime e ricercate. Il cast al femminile (Colette, Mara, Blanchett) sempre ammaliato dal bel Cooper aggiunge raffinatezza ad un'ambientazione che nulla ha di accogliente, mentre il protagonista illude tutti con carisma e giochi "mentalisti" che sembrano uscire dallo schermo e influenzare anche noi spettatori. Un Noir d'altri tempi, perso nel fumo ossessivo, nel clima sempre piovoso o nevoso, con flashback evocativi (che mi hanno un po' tradito portandomi su evoluzioni che non ci sono state) e ... caratterizzazioni dei personaggi ben riconoscibili. A fine visione ho la sensazione che qualcosa sia mancato, ma a conti fatti è più colpa mia per un trama aspettata e mai arrivata dove credevo. Immagino diverse candidature ai prossimi Oscar.EDIT: non conoscevo l'originale e mi mancavano dei riferimenti. Il caso vuole che quel senso di "assenza" che percepivo e non sapevo spiegare era proprio nella scelta del regista di non raccontare il passato del protagonista, se non attraverso evocative immagini spesso riprese nei flashback. Mancava anche un po' di maggior sessualità, qui troppo patinata, mai torbida, mai volgare (anzi l'ho sopra definita raffinata).

Recensione di   Goran Basti Goran Basti

Fahrenheit 9/11

(Film, 2004)

Bellissimo documentario che in America molti hanno tacciato come anti-americano e fazioso che trae conclusioni basandosi su fonti discutibili. Le fonti che Michael Moore cita, purtroppo, sono veritiere. Michael Moore, con grande ironia, ci mostra come la presidenza di G.W. Bush ha sfruttato l'attentato alle Torri Gemelle per portare avanti la propria agenda guerrafondaia per trarne enormi guadagni, tutti a favore della famiglia Bush, grande azionista del gruppo Carlyle (che produce armamenti) in cui anche la famiglia di Bin Laden aveva considerevoli interessi.

Recensione di   Rael70 Rael70

Constellation

(Serie TV, 2024)

Di un certo Peter Harness, sceneggiatore inglese, sentiremo parlare a lungo perché chi ha stoffa, prima o poi, riesce ad emergere e la sua creazione “Constellation” è destinata ad essere una delle migliori serie tv fantascientifiche mai concepite e prodotte. Basandosi su un cast decisamente di alto livello, dalla protagonista la svedese Noomi Rapace (una delle mie attrici preferite) a Jonathan Banks (chi ha visto la serie “Breaking Bad” dovrebbe ricordarselo), da James D'Arcy ("Cloud Atlas", “Jupiter, il destino dell'Universo”, “Dunkirk”, “L'uomo di neve” fino ad “Oppenheimer”) alla veterana Barbara Sukowa per giungere alla piccola Rosie Coleman (dodicenne all'epoca delle riprese), Herness si avvale del lavoro di tre registi per la direzione degli otto episodi: Michelle MacLaren, Oliver Hirschbiegel e Joseph Cedar, tutti esperti nel settore seriale. Lo schema narrativo è sempre lo stesso: dove termina la puntata precedente inizia quella successiva e gli episodi durano mediamente 55 minuti. La serie ha un grande merito, quello di mantenere altissimo il livello di mistero dall'inizio alla fine non annoiando mai lo spettatore.Si tratta di una storia che si svolge ai giorni nostri e che ha come protagonista principale l'astronauta svedese Johanna Ericsson (da tutti chiamata semplicemente Jo) che è uno dei membri dell'equipaggio della celebre stazione spaziale internazionale ISS in orbita permanente intorno alla Terra.L'equipaggio si occupa di svariate cose tra cui effettuare degli esperimenti in assenza di gravità e Jo, approfittando del collegamento quotidiano con la sua famiglia (il marito Magnus interpretato da D'Arcy e la figlia Alice interpretata dalla Coleman), mostra alla figlia le attività che si stanno svolgendo in quel momento tra cui una in particolare svolta dal Comandante Paul Lancaster (interpretato da William Catlet).Alice è affascinata dall'ambiente in cui, da mesi, vive la madre e sebbene sia orgogliosa di lei, desidera tanto che la mamma ritorni a

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Francesca Arca PREMIO PLAY 2024 - A ROMA V EDIZIONE DEL PIU' GRANDE EVENTO DEDICATO AI VIDEO DIGITALI

PREMIO PLAY 2024 - A ROMA V EDIZIONE DEL PIU' GRANDE EVENTO DEDICATO AI VIDEO DIGITALI

In queste ore si sta svolgendo a Roma la V edizione del Premio PLAY, il primo evento dedicato al mondo dei web creator che premia i migliori video digitali di impatto sociale e culturale realizzati in modo innovativo e creativo. Il Premio si rivolge a film-maker, web creator, editori, piattaforme, brand e appassionati di video digitali su YouTube, Instagram, Facebookj, Tik Tok, Twitch, Spotify, Amazon Music e altri social media. Stanno partecipando all'iniziativa sia coloro che già fanno parte del mondo del video digitale sia chi invece si è per la prima volta avvicinato a questo ambito e vuole conoscerlo in modo più approfondito.FilmAmo ha abbracciato volentieri questo progetto in qualità di media partner. Fino al 18 maggio dalle 10.00 fino alle 19.00 presso Technotown - Hub della scienza creativa di Roma Capitale si svolgeranno eventi di formazione, masterclass e laboratori sui temi del montaggio video, distribuzione e marketing, creators economy, monetizzazione e pubblicità, branded video.La direzione artistica del Premio PLAY è di Giacomo Sisca e gli eventi sono realizzati con la collaborazione dello staff scientifico di Technotown, il supporto di assipod.org - Associazione Italiana Podcasting e di Zètema Progetto Cultura. La filosofia del premio vuole sottolineare il legame culturale che lega l'arte cinematografica e audiovisiva alle nuove forme espressive che caraterizzano il mondo dei creativi digitali. Nel corso della manifestazione verrà anche presentata la campagna di comunicazione del Campidoglio articolata in 6 brevi video diffusi su Tik Tok dalle content creator Carolina Cosentino e Martina Panchetti che raccontano dell'utilità dei diversi canali di comunicazione di Roma Capitale - whatsapp, social network, web tv, podcast - per dare l'opportunità di conoscere i servizi offerti a cittadini e city user. A partire dalle ore 15.00 di sabato 18 maggio verranno presentati i finalisti del Premio PLAY e premiati i vincitori (anche

Filmamo Friends :-) INTERVISTA ALLA SCRITTRICE E AUTRICE CINEMATOGRAFICA JESSICA SEPE

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE E AUTRICE CINEMATOGRAFICA JESSICA SEPE

- In ambito artistico esordisci come scrittrice o hai fatto anche altro? Ho cominciato parecchi anni fa come cantante metal, symphonic black/death. Sono usciti due miei album solisti e una manciata di singoli, ho avuto alcune band, ma con il metal estremo non è semplice qui in Italia. Adesso se capita faccio qualche collaborazione giusto per hobby. - Raccontaci la tua carriera come scrittrice. Qualche anno fa ho scritto Lifend, una sceneggiatura per un lungometraggio di fantasmi, di cui è stato girato un teaser; purtroppo, non siamo riusciti a produrre il film. Poi ho buttato giù una raccolta di racconti, rimasta inedita. A marzo del 2022 pubblico il mio primo libro: "Stalker fino alla (tua) morte", che narra le vicende di un'attrice il cui nome viene usurpato da una spogliarellista che si esibisce in un night club prossimo al fallimento. Quella stramba trovata salva le sorti del locale, anche grazie a uno stratagemma del gestore. Ma, quando la vicenda giunge alle orecchie della vittima, trasformarsi in carnefice sarà il minimo sindacabile.In poco più di due anni ho pubblicato undici libri, tra cui "Solaria", storia distopica in cui il sole uccide, "∞", una raccolta di poesie, "Asteria", una breve novella sul vampirismo clinico, "Le stagioni dell'Amor(t)e", quattro racconti horror uno per stagione. "Finché morte ci separi", l'amore ai tempi dei social, dove l'interprete maschile vuole sposare a tutti i costi una donna che al matrimonio manco ci pensa. Forse, sarebbe stato meglio per lui rimanere single. Poi c'è "Lovend", altro racconto distopico in cui la protagonista compra un robot con le sembianze dell'ex fidanzato perito in un tragico incidente. (E forse, non siamo poi così lontani da simili evenienze, dati gli sviluppi di robotica e AI).Ho anche composto qualche racconto pubblicato successivamente in antologie horror altrui. - Qual è il tuo

Cinemaserietv 5 MIGLIORI FILM ROMANTICI AMBIENTATI NEL MONDO DELLA MUSICA

5 MIGLIORI FILM ROMANTICI AMBIENTATI NEL MONDO DELLA MUSICA

Nel vasto panorama delle commedie romantiche, quelle ambientate nel mondo della musica hanno sicuramente la capacità di offrire al proprio pubblico un'esperienza unica. Questi capolavori in cui amore e musica si fondono in un'unica melodia, trasportano gli spettatori in viaggi entusiasmanti alla scoperta di storie indimenticabili, con protagonisti che utilizzano questo incredibile linguaggio universale per esprimere le proprie emozioni e le proprie speranze. Se anche voi siete appassionati del genere, ecco 5 film romantici ambientati nel mondo della musica che non potete assolutamente perdervi. 1) Once (2007)Le strade di Dublino sono il palcoscenico di Once (Una volta), dove il destino intreccia le vite di un musicista di strada irlandese e di una giovane polistrumentista ceca, entrambi con un sogno da realizzare. Uniti dalla passione per la musica, attraverso incontri casuali e sessioni di registrazione improvvisate, tra i due inizia a nascere un legame profondo che li spingerà ad aiutarsi reciprocamente nel perseguimento dei propri obiettivi. Le interpretazioni di Glen Hansard e Markéta Irglová, entrambi musicisti nella vita reale, sono così genuine e coinvolgenti che sembra quasi di assistere a una storia vera che si svolge davanti agli occhi degli spettatori. Un’impressione resa ancora più vivida dalle riprese con la telecamera a mano, che conferiscono un taglio quasi documentaristico alla narrazione. Once - diretto da John Carney e basato sull’omonimo musical di Broadway del 2011 - è una storia d’amore commovente, la cui splendida colonna sonora diventa il vero linguaggio dell'anima, capace di guidare i personaggi e il pubblico attraverso un viaggio di speranza e riscatto. 2. La La Land (2016)In questo capolavoro del 2016 scritto e diretto da Damien Chazelle, Ryan Gosling ed Emma Stone interpretano rispettivamente un musicista jazz e un'aspirante attrice, entrambi determinati a realizzare i propri sogni sullo sfondo vibrante della città di Los Angeles. Mentre i

Screenworld I MIGLIORI FILM DE IL PIANETA DELLE SCIMMIE

I MIGLIORI FILM DE IL PIANETA DELLE SCIMMIE

Il Regno del Pianeta delle Scimmie sta arrivando al cinema: un nuovo inizio per una saga che ha già avuto diverse interpretazioni, ma che ha lasciato un segno indelebile nella cultura pop soprattutto per la sua capacità di innovare (e rinnovarsi). Un franchise di quasi 60 anni, che ha sempre visto grandi interpreti e grandi professionisti mettersi alla prova con una fantascienza estremamente particolare. Pur avendo visto esperimenti più o meno riusciti, il potere della saga non è mai venuto meno: il racconto delle scimmie ha sempre posto le basi per una riflessione profonda sull'essere umano, tra dubbi esistenziali e dilemmi socio- politici. Nell'attesa di scoprire quanto potenziale ci sia per un nuovo avvio del franchise, ecco i film più riusciti della saga - e quelli che non possono assolutamente mancare nella vostra watchlist.Fuga dal pianeta delle scimmie (1971)In pochi avrebbero sperato che un film del genere potesse funzionare. E in effetti non avevano tutti i torti, almeno sulla carta. Ma c'è qualcosa di veramente speciale nel film di Don Taylor: uno sguardo disincantato al destino dell'uomo, tra nostalgia e bizzarro umorismo. Uno script che sfrutta il viaggio nel tempo per portare i protagonisti sulla Terra prima che venisse distrutta, una trama estremamente funzionale al cast e all'intrattenimento più spensierato - quello che rifugge la logica e la gravitas di certe opere. Al netto delle sue forti carenze, lo spirito della pellicola riesce a ricontestualizzare contesti e temi per parlare direttamente allo spettatore, proprio come nella fantascienza più pura. Poca azione, un focus deciso sui personaggi e sul loro sviluppo, che riesce a raccontare una storia dai risvolti originali. Non in cima alla lista, ma sicuramente una visione da non perdere!Il Pianeta delle Scimmie (1968)Un vero cult che ha dato il via al franchise. Il film di Franklin J. Schaffner

La Prof Dell' Horror NON MENTIRMI, IL NUOVO LIBRO DI JESSICA SEPE (LA PROF DELL'HORROR)

NON MENTIRMI, IL NUOVO LIBRO DI JESSICA SEPE (LA PROF DELL'HORROR)

NON MENTIRMI, il nuovo libro di Jessica Sepe, è disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che E-book.“Ci sono notti in cui tutto può succedere. Un palpito inspiegabile avvolge le nostre membra e ci conduce verso qualcosa che potrebbe essere la nostra rovina. Keira è bella, dolce, e quando i suoi occhi incrociano, attraverso uno schermo, quelli di Evan, nulla sarà più come prima. L'enigmatico attore è affascinante, ma anche un pelino depravato, scurrile, e soprattutto, mente con la facilità di una vespa pronta a pungere se sei a trenta metri dal suo nido. Il suo più oscuro segreto ha un nome: Aliena. Un folle demone con cui ha stretto un patto anni addietro. Intrighi, menzogne, tentativi di rimediare a errori commessi, e tanto, tantissimo sangue di vittime innocenti. Ma, nulla è come sembra, e tutto può cambiare in un battito di ciglia. Dentro una menzogna, si nasconde la verità, o è la realtà la menzogna stessa?"L’AUTRICEJessica Sepe, in arte la Prof dell’horror, comincia a muovere i primi passi artistici nell’ambito musicale. Inizia come cantante black/death metal nella veste di Lucifera, rilasciando due album e qualche singolo, per poi dirigere il suo interesse verso la sua scrittura.Come autrice pubblica ben undici libri. Varie storie distopiche (2075-Apocalipsa, Lovend, Io non ho credito – Pass(i)vita, Solaria), ma non mancano racconti horror tradizionali (Stalker fino alla (tua) morte, Le stagioni dell’amor(t)e, Asteria, Finché morte ci separi, I kill my fan), in cui spesso sono protagonisti serial killer divenuti tali per necessità. Per concludere, c’è anche una raccolta di poesie macabre, intitolata: ∞.La sua ultima opera “Non mentirmi” si differisce dalle altre dando spazio a una grande storia d’amore, sempre in chiave orrorifica. Il sentimento sarà ostacolato da un temibile diavolo innamorato, possessivo, e completamente pazzo. "Tra gli impegni dell’autrice, c’è la collaborazione con

Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: CRISTIAN MUNGIU

SGUARDI DAL MONDO: CRISTIAN MUNGIU

La prima volta che un regista viene selezionato per il concorso di Cannes è una festa, se poi arriva la Palma d'oro si diventa quasi un eletto. Effettivamente questa aura di eletto, o perlomeno di capofila di quella che può essere definita la new wave romena, dopo quel Festival di Cannes si è attaccata addosso a Cristian Mungiu probabilmente anche perché fu assistente di regia di Radu Mihaileanu per Train de vie, opera che riportò la Romania sui grandi schermi di mezzo mondo. In realtà l'esordio nel lungometraggio arriva nel 2002 con Occident, una commedia ad episodi con diversi incastri che lo segnala all'attenzione della critica. Ma è appunto con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni che per Mungiu arriva la consacrazione: Palma d'oro a Cannes e plauso unanime da parte della critica. Emergono i temi di denuncia verso la Romania, paese che non ha mai superato l'uscita dal Comunismo. La denuncia di un'oppressione passata è solo lo specchio della situazione contemporanea. La sua regia asfissiante pedina la protagonista, la indaga anche nell'animo per arrivare ad un'inquadratura finale che raggela il sangue. Un'opera asciutta, diretta, spiazzante, ma davvero imperdibile capace di raccontare lo spaesamento di una donna alle prese con una gravidanza indesiderata. Una persona abbandonata da tutto e tutti in balia di soli uomini senza scrupoli. Estremamente moderno anche oggi. Continua a criticare l'era Ceuasescu, ma questa volta in chiave goliardica, scrivendo un film ad episodi e girando con registi esordienti romeni I racconti dell'età dell'oro. Esperimento in chiave commedia italiana dove le storie sono leggende metropolitane del periodo. Torna a Cannes e vince nuovamente il premio per la sceneggiatura e quello per l'attrice con Oltre le colline. Il suo resta uno sguardo rigoroso, ma questa volta, raccontando una storia vera di qualche anno prima, la critica viene rivolta

Gianluigi De Dea

"FOR NEVER ALONE" DI GABRIEL ALVIM, PRESENTATO AL "NÒT FILM FEST" DI SANTARCANGELO DI ROMAGNA 2023.

Oggi ci occupiamo di uno dei film premiati al recente Nòt Film Fest di Santarcangelo di Romagna. Il film di Gabriel Alvim “For Never Alone” riproduce l’acuto contrasto della realtà metropolitana del Brasile contemporaneo. I giovani protagonisti appagati da un’apparente soddisfazione dei bisogni edonistici manifestano l’angoscia di un paese al centro di una metamorfosi sociale, combattuto fra i valori di matrice tradizionale e le sirene di un sogno americano tutto suo. Cadu (Andradina Azevedo) incarna tutta l’arroganza del ricco rampollo sciupafemmine, che non si fa scrupolo di manipolare l’amico disoccupato Vitor, pur di coronare il proprio desiderio licenzioso nei confronti di Fabiana (Natalia Coutinho), la quale in un primo momento è galvanizzata dall’idea di essere desiderata dal benestante playboy. Le cose però si complicano, quando Cadu seduce Lara (Rafaella Candido), l’amica di Fabiana che in un primo momento sembrava attratta da Vitor (Dida Andrade). Il film offre un ritratto impietoso di un paese, il Brasile appunto, dai risvolti socio-culturali per lo più ignoti alle nostre latitudini, diviso al suo interno tra un’economia irreversibilmente attratta dalla sfera di influenza asiatica, e una società che si identifica nel concetto di libertà nordamericano. Non si tratta del cliché già collaudato in cui si offre allo spettatore la futilità di un microcosmo decadente (come accadeva nel nostro cinema d’autore degli anni sessanta, in cui si ritraeva la deriva morale della borghesia), bensì di una carrellata che ritrae personaggi complessi e distanti, in cui emerge – improvviso – un potere di introspezione che li paralizza. Una pellicola ben strutturata, con un uso sapiente della fotografia e della macchina da presa, in cui gli attori esprimono con ammirevole naturalezza il proprio ruolo. Al momento non ci risulta che il lungometraggio abbia trovato un canale distributivo e non è nemmeno visibile sulle piattaforme online. Ci riserviamo, ovviamente,

Valentina PRETTY WOMAN: IL FASCINO INDIMENTICABILE DI UNA MODERNA FAVOLA D'AMORE

PRETTY WOMAN: IL FASCINO INDIMENTICABILE DI UNA MODERNA FAVOLA D'AMORE

Miei cari lettori, la nuova rubrica “Cuori sullo schermo: Viaggi nel mondo delle commedie romantiche” vi da il bevenuto. Nell'universo cinematografico, le commedie romantiche occupano un posto speciale nel mio cuore e sono certa di non essere la sola. Con il loro mix irresistibile di amore, risate e colpi di scena calcolati, ma guai se non ci fossero, queste pellicole hanno il potere di far battere più velocemente il cuore e accendere un sorriso sul volto. Ci trasportano in mondi incantati dove gli incontri casuali diventano destini intrecciati e questo mix perfetto di sentimenti e avventure si trasformano inevitabilmente in epiche dichiarazioni d'amore. Questo genere che io personalmente adoro e che vorrei tornasse a godere del lustro di qualche tempo fa, non è solo intrattenimento; sono una fuga temporanea dalla realtà, un balsamo per l'anima e una costante fonte di speranza che l'amore, con tutte le sue stranezze e imperfezioni, può davvero trionfare, in un mondo che attualmente sembra voler uccidere l’amore in ogni sua forma.Questo viaggio nel mondo rosa del cinema, non può che iniziare parlando della commedia romantica per eccellenza. Il film bandiera di questo genere, per mille aspetti ma soprattutto perché ci ha regalato una delle coppie cinematografiche più iconiche di sempre: Richard Gere e Julia Roberts. Oggi vi racconto di Pretty Woman.Avevo circa 8 anni quando Pretty Woman fu trasmesso per la prima volta in TV. Poco capivo della dinamica, di cosa facesse Vivian nella vita e del perchè Edward invitasse una perfetta sconosciuta nel suo albergo…povera, piccola me! Quello che però mi era chiaro nonostante le mie lacune su certe tematiche che da bambini non si possono di certo capire, era quella innegabile chimica tra la Roberts e Gere che è stata fondamentale a garantire il successo di questa pellicola. Garry Marshall, indimenticato regista scomparso