Monolith è un film sul senso di colpa, sulla metabolizzazione di questo; la gestione della vicenda per certi aspetti, ricorda un po' Pontypool in quanto la protagonista, di fatto non viene fatto il suo nome, conduttrice di un podcast fa interviste e tramite l'ascolto e le sue riflessioni manda avanti il film.
La storia di incentra nel mistero di questo mattone scuro, oggetto che sembra avere dei poteri e di provenienza aliena.
La regia di Matt Vesely crea un'ambiente claustrofobico per la protagonista, quest'ultima infatti dopo aver "fallito" con il suo podcast nel cercare di incriminare un soggetto, si ritrova isolata in ricerca di una storia forte da poter narrare.
Il mistero inizia ad apparire quando un anonimo invierà un'email dove da questa partirà tutta la ricerca e la conseguenze storia attorno al mattone,
La fotografia del film gioca su toni molto freddi, l'ambientazione è quasi "glaciale" sono molto presenti i grigi ma anche gli accenni di blu freddi.
La messa in scena è molto buona e curata e Veseley in determinate circostanze riesce a creare quell'atmosfera quasi disturbante per la protagonista, un'ossessione crescente.
Durante le interviste la regia tramite delle soggettive con fluidi movimenti di macchina, ad esempio nella sequenza della vasca da bagno riesce a creare tensione.
Nel complesso, il film poteva avere maggiore atmosfera e soprattutto giocare di più sull'ossessione ma anche sul paranormale, le visioni per avere una tensione ancora più forte e costante e per mettere a disagio la protagonista.
Sensazioni di disagio che comunque come scritto sono presenti.
Durante la ricerca l'intervistatrice si imbatterà anche nel suo passato, il film la porrà davanti ai suoi sensi di colpa fino a metterla davanti ad una decisione.
Dichiarare o meno la verità, la sua colpa, narrare questa storia è perciò interessante vedere che quando cancellerà la testimonianza del padre apparirà una sua(della protagonista) copia.
Ciò chiaramente simboleggia la lotta interiore e a livello prettamente filmico probabilmente svela i poteri del mattone.
Non è affatto male, per Vasely si tratta del film d'esordio e si notano già delle qualità, su tutte è bellissima la scena del mattone in arie tra le nuvole in un'inquadratura costruita molto bene.
L'intervistatrice è interpretata da Lily Sullivan che si è fatta conoscere in Evil Dead Rise ed anche qui esegue una buonissima prova attoriale reggendo il film da sola.
Film d'esordio interessante.