Random reviews

Recensione di   Marco Gelmetti Marco Gelmetti

The Haunting of Bly Manor

(Serie TV, 2020)

“Una storia di fantasmi.Ripeto, non è la mia storia,ma è piena di fantasmi di ogni tipo.E se trovate un bambino inquietante,fate un altro giro di vite e ditemi:cosa ne pensate di due?”“Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi”.Anche se non conoscete David Foster Wallace e non avete mai letto la sua biografia, questo è un titolo che difficilmente si riesce a scordare. Perché tutti sappiamo esattamente cosa significa. In questa manciata di parole che apparentemente bisticciano, c’è tutta la verità sull’amore umano e più in generale sulla nostra natura. Un amore che per dovere poetico cerchiamo di raffigurare come originato dal cuore, ma che in realtà arriva sempre da quel meccanismo strabiliante e pericolosissimo che è la nostra mente. E la mente non vive di presente, di fatti e di realtà, bensì di memoria e ricordi, di aspettative e illusioni, di storie e ideali. Lo stesso luogo in cui vivono i fantasmi.Bisogna partire da qui se si vuole apprezzare The Haunting of Bly Manor per la meravigliosa serie che è. Dovremmo avere già ben chiaro che è questo il tema che muove tutta la vicenda, ben prima di arrivare a quel dialogo finale didascalico tra la sposa e la narratrice:– Mi è piaciuta la storia.– Mi fa piacere.– Ma l’hai impostata male, all’inizio.– Dici?– Sì. L’hai definita di fantasmi. Ma non lo è.– Ah, no?– È una storia d’amore.– È la stessa cosa.Se non siamo preparati a questo, e magari cerchiamo di affrontare l’opera di Mike Flanagan come l’ennesima trasposizione di “Il giro di vite”, allora il rischio di vederla come poco più che brodo allungato è altissima. Se la prima straordinaria stagione The Haunting of Hill House dal romanzo di Shirley Jackson sostanzialmente pescava solo qualche carta, per raccontare poi una storia completamente diversa, in questa seconda The

Recensione di   Ros Ros

Come pecore in mezzo ai lupi

(Film, 2023)

noir thriller opera prima. Non perfetto: canovaccio già visto. Ma si possono nutrire speranze per il futuro. Ragonese brava a calarsi nel personaggio. Voto 6 e mezzo

Recensione di   Il Bollalmanacco - Babol Il Bollalmanacco - Babol

Syk Pike

(Film, 2022)

Vincitore del premio del pubblico al miglior lungometraggio al ToHorror Filmfest 2022.In uscita nei cinema italiani il 5 ottobre 2023. Sick of Myself è una corrosiva commedia nera norvegese che verte sul desiderio perverso della giovane Signe, fidanzata di un artista narcisista, di essere sempre e comunque al centro dell'attenzione, cosa che la porta ad estremi che sarebbe un peccato spoilerare.Coloratissimo, scorretto, tristemente attuale e spietato, Sick of Myself scava nella nostra società dove è importante solo fare parlare di sé, avere successo a tutti i costi (anche facendo schifo) e comunicare con gli sconosciuti, più che con gli amici e la famiglia (trattati comunque alla stregua di un pubblico), perché la nostra vita abbia finalmente un senso. Lo fa grazie all'ausilio di una protagonista bravissima, adorabilmente odiosa, e a parecchie scene surreali, girate con perizia. Segnatelo sulle agende e incrociate le dita perché arrivi in qualche cinema vicino a casa vostra!

Recensione di   Elio Monelli Elio Monelli

Body of Evidence - Il corpo del reato

(Film, 1993)

Body of Evidence è esattamente il tipo di film che Madonna e Willem Dafoe hanno realizzato da giovani, quando erano più sexy, belli e audaci, e… sperano che tutti non lo ricordino anni dopo la sua uscita. Ma Internet e i social media non dimenticano e Body of Evidence è da allora stato disponibile online su siti porno in streaming come materiale da masturbazione notturna… E immagino che a Madonna e Willem Dafoe - insieme a gran parte del cast del film - - probabilmente non ne sono troppo contento. Sospetto che molti degli attori di questo film (non solo Madonna e Dafoe) alla fine si siano pentiti del loro coinvolgimento in Body of Evidence. E' b-Movie che mixa un dramma giudiziario e con il soft-porno… Body of Evidence è un meraviglioso incidente d'auto del film. Ma come tutti gli strani incidenti non puoi distogliere lo sguardo e non smetterai di guardare… Body of Evidence era la "50 sfumature di grigio" degli anni 90.Questo film è stato realizzato quando i thriller erotici erano di gran moda e film come "Basic Instinct" e "Fatal Attraction" erano successi al botteghino. Body of Evidence aveva lo scopo di capitalizzare la popolarità di Madonna e il famelico appetito che gli spettatori di sesso maschile avevano a quel tempo per la Regina del Pop (e del sesso…).Body of Evidence offre un sacco di brividi a buon mercato e sesso soft al limite della pornografia. È uno dei pochi film cinematografici ad essere classificato NC-17 negli U.S.A. … che spesso è il bacio della morte al botteghino...Ci sono un sacco di scene di sesso sfrenato ed esplicito, per stuzzicare la tua curiosità voyeuristica. Madonna si spoglia in questo film. Molto. E sì, e vedrai scatti di nudo integrale di Madonna in azione mentre fà sesso. Ed

Recensione di   Simone Sottocorno Simone Sottocorno

Morbius

(Film, 2022)

Non ci siamo, Sony Pictures non riesce a ad andare oltre Spider-Man nel suo MCU.A Sony Pictures non bastava avere rovinato Venom, allora ha deciso di perpetrare la tradizione puntando su Morbius.E cosa ha fatto?Lo ha affidato agli sceneggiatori Sazama e Sharpless, lo hanno plasmato senza una struttura e senza seguire i principi canonici di scrittura, trasformandolo nel clone dei precedenti lavori "Dracula Untold" e "The Last Witch Hunter".Il problema di Morbius è il suo essere una linea retta senza evoluzione. Non ha picchi e neanche li cerca, ogni azione ha una reazione a tratti illogica. Fra i peggiori Marvel di Sony, e ce ne vuole dopo il secondo Venom.

Recensione di   Maria Alario Maria Alario

Ascolta i fiori dimenticati

(Serie TV, 2023)

Enigmatico quanto basta per mantenere alta la curiosità fino all'ultimo episodio. Ammaliante con tutti i significati nascosti nei fiori, che vengono coltivati da più generazioni dalla famiglia di Alice Hurt, in una fattoria che rappresenta una sorta di rifugio per donne vittime di violenza. Fiori al posto delle parole, è questo più o meno la regola da rispettare. Istanti, quelli che ha vissuto la bambina nei primi anni di vita,che ritornano e riaprono le ferite dell'anima. Una volta adolescente, si metterà in viaggio alla ricerca di se stessa, perché è con coraggio che la vita si affronta. Così almeno le ha insegnato la nonna materna. Ho trovato questa miniserie raffinata sia per la bellezza dei paesaggi che dei personaggi. Occhi che brillano, carichi di sogni che, seppur fragili come i fiori, se coltivati con la speranza nel cuore, metteranno radici e terranno in vita l'amore. Il film contiene tutte le sfumature emotive che attraversano l'animo umano.

Recensione di   Mitch Michielon Mitch Michielon

Ozark

(Serie TV, 2017)

Ozark e' una serie TV ben strutturata ma imprevedibile, lineare ma piena di colpi di scena. Uno dei temi pricipali e' "la famiglia".Splendide le immagini dei grandi laghi americani e la colonna sonora.

Recensione di   Francesca Francesca

Barbie

(Film, 2023)

Una critica smaccata al patriarcato della realtà, ma anche alla bellezza perfetta e alla felicità perenni della finzione, tutto circondato da tante sfumature di rosa, spiagge finte e un pizzico di musical improbabile. Questo è il film “Barbie”.Quando mi hanno proposto di vederlo credevo fosse la classica pellicola per bambini ed adulti/bambini, ma dietro la macchina da presa c’è Greta Gerwig e sapevo che dopo “Lady Bird” non poteva cedere alla pura banalità. E così il film a sogni rosa, sebbene con qualche stereotipo e cliché, sotto sotto non è mai scontato: dalla società matriarcale di Barbieland, dove i Ken non sono che burattini muscolosi nullafacenti in preda alle decisioni delle Barbie, al Ken alias Ryan Gosling che dopo un salto nella realtà prova ad importare il patriarcato anche a Barbieland, ovviamente senza successo.La critica alla società odierna è un sottotesto tagliente che fa da sfondo a tutto il film… fino al finale fiabesco e purtroppo molto scontato… che però non vi spoilero!Buona visione e sogni rosa!

Recensione di   DottRob Rob DottRob Rob

Body of Evidence - Il corpo del reato

(Film, 1993)

Guardando questo film capisco molte cose: perché Madonna non è una grande cantante con una grande voce, ma un'ottima manager di se stessa.Lei è una donna con pochissimo talento (l'unico talento che ha... è quello di aver scopato tutti gli uomini che hanno favorito la sua carriera). Qualcuno l'ha definita : la più grande puttana del mondo dello spettacolo! E forse ha ragione!Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera è stata in grado di vendere la sua immagine ipersessualizzata per fare soldi e diventare ciò che è oggi: una vera icona del sesso.Allora perché siamo sorpresi da questo film? In fondo è un film erotico, dove le scene più belle sono quelle in cui Madonna appare nuda, con le sue belle tette e la sua figa folta; che prima monta il vecchio Andrew Marsh e poi decide di farsi montare dall'eccitato Goblim-Frank Dulaney.E poi è inutile scandalizzarsi in inutili critiche su questo film; chi l'ha visto l'ha fatto solo per vedere Madonna nuda che scopa!Perché secondo voi cosa le ha chiesto il produttore De Laurentiis quando l'ha chiamata per il film? "Madonna, devi sorridere, fare battute stupide, spalancare i tuoi bei occhi, ma... soprattutto devi spogliarti, mostrare tette e culo e scopare con assoluta convinzione con Willem Dafore! Perché il pubblico vuole solo questo da te!". Ed è stata brava in questo! Perché questo è ciò che è Madonna: una bambola del sesso polposa, burrosa, creata per compiacere gli uomini...

Recensione di   Gianluigi De Dea Gianluigi De Dea

Suntan

(Film, 2016)

CONTIENE SPOILER! Il film, scritto e diretto da Argyris Papadimitropoulos narra la storia di Kostis (Makis Papadimitriou), un medico capitato sulla piccola isola di Antiparos. L'inverno scorre monotono, con i suoi ottocento abitanti che attendono la bella stagione, quando l'isola si popola di giovani disinibiti.Proprio in estate Kostis incontra Anna (Elli Tringou), a cui presta le prime cure per una ferita ad una gamba, rimanendone subito ammaliato.Inizia così a frequentare la spiaggia dove lei passa il tempo in compagnia di alcuni amici. Kostis è sovrappeso, calvo e piuttosto introverso, quindi a disagio in una spiaggia per nudisti.Ma i giovani lo accolgono e iniziano così a frequentarsi. Nel corso di un party in piscina Kostis soffre nel vedere la disinvoltura con cui Anna si comporta con gli altri uomini: si sente un pesce fuor d'acqua. Ciò nonostante i due hanno un rapporto sessuale, ma Anna si allontana da lui, gettandolo nella più profonda disperazione. Come se non bastasse il comportamento di Kostis viene stigmatizzato dalla comunità locale, a causa delle sue frequentazioni e della leggerezza con cui affronta il suo lavoro. Alla fine viene licenziato. Sedotto e abbandonato l'uomo perde definitivamente la testa, e quando affronta la ragazza in modi bruschi, viene buttato fuori da un locale. Completamente privo di autocontrollo, rapisce un'amica di Anna, la droga e cerca di abusare di lei, ma desiste, rendendosi conto dell'efferatezza di ciò che sta facendo. Si prende cura della malcapitata, lacerato dal senso di colpa e dalla frustrazione. L'epilogo vede il protagonista inghiottito da un vortice che lo trascina nell'abisso di emozioni distruttive. Potremmo definire Kostis un moderno Antiulisse, d'altra parte siamo nell'arcipelago greco con un cast prevalentemente greco. Tuttavia, contrariamente all'eroe omerico che esercita il fascino del naufrago straniero sulle figure femminili delle isole in cui approda, la prospettiva di Suntan è

Recensione di   Jon Jon

Susie Q

(Film, 2016)

È un film sulle persone cattive. Come Trainspotting, puoi semplicemente goderteli e questo rende il film divertente e divertente.

Recensione di   Cap Cap

C'era una volta in Bhutan

(Film, 2024)

Dopo "Lunana", Dorji racconta un'altra favola sull'incontro/scontro fra la modernità, qui impersonificata da un trafficante d'armi, e la tradizione bhutanese, stavolta meno immacolata e già intaccata dalla globalizzazione. La critica al materialismo occidentale è graffiante e divertente (soprattutto nella concezione del commercio) e il fucile diventa il simbolo dei diversi valori delle due culture: per gli uni fonte di ricchezza materiale grazie al possesso, per gli altri fonte di ricchezza spirituale grazie alla privazione.

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Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: PAOLO SORRENTINO

SGUARDI DAL MONDO: PAOLO SORRENTINO

È il regista italiano più amato negli Stati Uniti, spesso considerato unico erde di Fellini per il suo stile personale e per la sua capacità di raccontare ed inserire personaggi inusuali nei suoi film. L'esordio nel lungometraggio avviane nel 2001 con L'uomo in più, prima opera ambientata nella sua Napoli. Già da questa pellicola si possono notare alcuni tratti di quella che sarà la sua poetica: su tutto l'amore per i perdenti. I due protagonisti sono infatti uomini che da un momento all'altro perdono la fama e i soldi. Nonostante l'omonimia, ma un carattere profondamente diverso, il destino li porta comunque a un'inutilita sociale senza speranza. Già con l'opera seconda arriva il concorso a Cannes. Le conseguenze dell'amore ottiene ottime recensioni e consacra Sorrentino ad autore da tenere d'occhio. Sempre col sodale Toni Servillo, racconta la storia di un uomo che vive isolato in un albergo del Canton Ticino praticanente senza contatti umani. Regia asciutta, recitazione in sottrazione e importanza fondamentale dell'ambientazione sono altre caratteristiche che si impongono nel suo stile. Con L'amico di famiglia, seconda volta in concorso a Cannes, arriva il primo stop. La storia di un brutto strozzino che si presenta a casa delle vittime come l'amico di famiglia fatica, nonostante l'ennesimo protagonista reietto del mondo. Il brutto è ovunque nella società e l'ambientazione nuovamente asettica dell'Agro Pontino accentua la crudele mediocrità della vita. Decisamente snobbato all'epoca resta comunque un'opera da riscoprire. Con Il divo arriva il Premio della Giuria a Cannes e l'attenzione degli Stati Uniti dove il film approda agli Oscar con la candidatura al miglior trucco. Sorrentino per la prima volta si veste da fustigatore dei potenti e gira un'opera su Giulio Andreotti e la sua pesante presenza nella politica italiana degli anni Novanta tra il tentativo di farsi eleggere Presidente della Repubblica e

Cinemaserietv MIGLIORI BUDDY MOVIES

MIGLIORI BUDDY MOVIES

Storie di compagni di viaggio uniti dalle circostanze più strane e trasformati in alleati inseparabili: i buddy movies hanno scritto la storia del cinema fin dalle loro origini - negli anni ‘20 con Stanlio e Ollio - grazie al loro mix unico di intrattenimento ed emozione. Particolarmente orientato alla commedia e all'azione, è un tipo di racconto che, al di là delle caratteristiche dei suoi protagonisti, si basa essenzialmente sull'incontro tra due modi di essere tanto distanti quanto, alla fine, complementari. Il più delle volte, siamo più interessati al fatto che finiscano per capirsi prima di risolvere i conflitti in cui si ritrovano. Perché nei buddy movie l'amicizia è più importante del mistero, l'abbraccio finale più dei colpi di scena, la comprensione reciproca più dei dubbi. Scopriamo insieme quali sono i migliori buddy movies da vedere in streaming, in occasione dell’uscita su Apple TV+ dell’ultima proposta del genere: Wolfs, con George Clooney e Brad Pitt protagonisti. Superbad (2007)Al di là delle considerazioni narrative ed estetiche, la chiave di ogni buddy movie è il riuscire a trasformare l'amicizia in un altro protagonista: questo è esattamente ciò che fa Superbad. Film “di maturità” per eccellenza, segue due migliori amici prossimi al college, Evan e Seth, che passeranno una delle loro ultime notti da liceali all’insegna del caos totale. Diretto da Judd Apatow, noto per successi come 40 anni vergine e Molto incinta, il film vanta un cast di supporto esilarante - tra cui spicca una giovanissima Emma Stone - e un trio di protagonisti indimenticabili: Jonah Hill, Michael Cera e Christopher Mintz-Plass, decisamente la forza dell’intera narrazione. Raramente l'amicizia tra alcuni ragazzi che fanno della loro aura di perdenti la migliore scusa per essere speciali è stata descritta con tale successo, grazia, arguzia e delicatezza come in questo gioiellino. Hot Fuzz (2007)Altro

Rael70 N.12 - LA SAGA DI

N.12 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 3 DI 15: PROMETHEUS).

Come abbiamo visto nel precedente articolo, l’uscita di “Prometheus” era stata anticipata da ben 4 corti che avevano il preciso scopo di indirizzare gli spettatori all’interno del contesto che avrebbero vissuto nel film: un magnate con ambizioni smisurate, una archeologa speranzosa di realizzare il proprio desiderio (trovare le origini dell’Umanità), un androide che incarnava lo Stato dell’Arte dell’IA (e ricordiamo che ci troviamo ben 40 anni prima della nuova generazione degli androidi che avevamo visto nell'Alien originale).All’epoca i fans della saga si attendevano un vero e proprio prequel di “Alien” ossia scoprire quali erano stati gli eventi accaduti nel pianeta LV-426 che avevano determinato l’invio del segnale di soccorso che stava alla base dell’incipit del film capostipite.Scott, fin dall’anno precedente all’uscita, raggelò tutti quanti: “Prometheus” non costituiva il prequel dell’“Alien” del ’79 ma si spingeva ben prima della storia originale, andando a toccare argomenti quali le origini dell’Umanità e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.Scott parlò subito di una trilogia (che poteva anche diventare tetra) di film che avrebbero indagato a fondo sulle origini della specie degli Xenomorfi e, nel farlo, ci si sarebbe imbattuti anche nelle origini dell’Umanità.Da sx: Guy Pearce, Michael Fassbender, Charlize Theron, Noomi Rapace, Rydley Scott e Logan Marshall-Green La delusione dei fans fu pertanto notevole poiché il film avrebbe trattato delle tematiche che nulla o quasi avevano a che fare con i primi 4 film (e in special modo con l’Alien originale); ciò nonostante la curiosità fu talmente alta che, alla fine dei giochi, “Prometheus” risulterà il film della saga con il maggiore incasso (400 milioni di $). Quello che vi ho tenuto nascosto nel precedente articolo è che i 4 corti non si riferiscono allo stesso periodo temporale: dalla conferenza TED del 2023 da parte di Peter Weyland occorre fare un salto di 54 anni per

Francesca Arca 10 INCONGRUENZE DI DOPPIAGGIO IN

10 INCONGRUENZE DI DOPPIAGGIO IN "FRIENDS" CHE (FORSE) NON CONOSCI

Friends, la fortunata sitcom statunitense creata da David Crane e Marta Kauffman è stata una delle comedy series più amate nel suo genere. Vanta infatti numerosi premi e l’affetto costante degli appassionati anche a distanza di vent'anni dal suo ultimo episodio. Innovativa da molti punti di vista, Friends ha saputo anticipare temi importanti che, benché trattati in modi adeguati al sentire degli anni ’90 del vecchio millennio, restano ancora di stretta attualità a ben trent'anni anni di distanza dalla prima messa in onda. E oggi come allora quegli stessi temi (famiglie omogenitoriali, identità di genere, maternità surrogata… solo per citarne alcuni) non mancano di creare polemiche e dibattito sebbene con motivazioni diametralmente opposte rispetto all'origine. Se infatti all'epoca alcuni argomenti furono trovati fuori luogo e troppo anticipatori per una sitcom dedicata ad un pubblico giovanile, a qualche decennio di distanza il giudizio delle nuove generazioni è piuttosto severo riguardo alle modalità con cui certe situazioni vengono affrontate. Ad ogni modo le curiosità sulla serie sono davvero tante e in questo articolo vogliamo soffermarci sulle differenze tra la versione originale e la trasposizione italiana della stessa. In Italia Friends venne trasmessa in chiaro dalla Rai. Del doppiaggio si occupò la CDC Sefit Group che scelse degli interpreti in grado di caratterizzare al meglio i personaggi. Tra i doppiatori ricordiamo Vittorio De Angelis scomparso prematuramente qualche anno fa, che diede magistralmente voce al personaggio di Joey.Come però sempre accade negli adattamenti, ci sono delle discrepanze tra le versioni originali e quelle doppiate: anche Friends non fa eccezione. Iniziamo col dire che l’adattamento italiano è leggermente più edulcorato dell’originale, con meno parolacce e meno battute sessualmente esplicite. Sono inoltre stati eliminati in molte occasioni i riferimenti a brand commerciali o del tutto modificati quelli a personaggi famosi, sostituendoli con nomi più conosciuti al

Rael70 N.11 - LA SAGA DI

N.11 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 2 DI 15: PETER WEYLAND E IL PRE-PROMETHEUS).

Nel primo articolo abbiamo esaminato la cronologia cinematografica della saga, dalle origini (Alien) fino all’ultimo lungometraggio rilasciato quest’anno (Alien Romulus) ma, per una buona parte di queste saghe distribuite su vari film, l’inizio della narrazione non sempre corrisponde all’esordio sul grande schermo.Solo per fare alcuni esempi, “Star Wars” inizia con “Guerre Stellari” successivamente rinominato “Episodio IV: una nuova speranza” mentre l’inizio della storia è, come tutti sanno, “Episodio I: la minaccia fantasma” uscito ben 22 anni dopo il film d'esordio del 1977 ed anche per la saga di “Predator”, che approda al cinema nel 1987 con il film omonimo con Schwarzenegger, per risalire all’inizio di tutto occorre attendere il quinto film “Prey” uscito ben 35 anni dopo. Quanto scritto vale ancor di più per la saga che stiamo esaminando: la storia di “Alien”, narrativamente parlando, si dipana per 358 anni (a tutt’oggi) e pertanto si avrebbe l’imbarazzo della scelta nel girare film, corti, creare videogiochi e scrivere romanzi per narrare un così ampio periodo temporale! Occorre quindi fare una scelta: esaminare il tutto rispettando l’ordine cronologico narrativo o quello cinematografico? Prima di procedere occorre stabilire con chiarezza le due grandi strade narrative della saga (che a tutt’oggi non si sono ancora unite). Da una parte la prevista trilogia prequel di Scott, iniziata con “Prometheus”, continuata con “Alien Covenant” e, attualmente, messa in pausa in attesa della terza e ultima fatica che dovrebbe legare, per sempre, i tre film all’”Alien” originale; purtroppo bisognerà fare i conti con la realtà e per un regista che ha 88 anni non sarà così facile trovare il tempo e le forze per terminare il suo progetto. Gli argomenti che caratterizzano i primi due prequel spiazzano lo spettatore se la sua visione rispetta l’ordine cronologico di uscita: il tema biologico-genetico assume una importanza fondamentale così come

Rael70 N.10 - LA SAGA DI

N.10 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 1 DI 15: PREFAZIONE).

Sono tante le saghe che hanno fatto la Storia del Cinema: da “Il Signore degli Anelli” a “Ritorno al Futuro”, da “Star Wars” ad “Indiana Jones”, da “Mad Max” a “Matrix” e si potrebbe continuare ancora.La maggior parte di esse, sostanzialmente, vantano due universi narrativi: quello strettamente cinematografico e quello definito “esteso” oppure “espanso” dove alla storia mostrata sul grande schermo si aggiunge (o a volte si affianca) la narrazione letteraria (vedasi libri e/o fumetti) o relativa ad altri media (corti, videogiochi o serie tv).La saga di “Alien” (alla pari di quella Lucasiana di “Star Wars”) rientra proprio in questa categoria: a tutt’oggi sono stati girati 7 film, a partire da “Alien” del 1979 fino ad arrivare ad “Alien Romulus” del 2024 ma ci sono svariati libri, corti e videogiochi che devono essere aggiunti poiché cercano di ampliare la storia e di coprire eventuali linee temporali che non sono state oggetto dei lungometraggi.Da qui nasce il concetto di “canone o canonico”: l’insieme di tutte le storie che sono “certificate” come ufficiali (dalla produzione o dal regista o dallo sceneggiatore) e che contribuiscono, tutte insieme, a creare il cosiddetto “universo narrativo” della saga; ne consegue che le storie “canoniche” non devono entrare in conflitto tra loro od opporsi logicamente e narrativamente con la storia principale pena il non riconoscimento dello status.Occorre dire, per trasparenza, che spesso il canone di una saga viene stravolto (vedasi quello di “Star Wars”) da esigenze commerciali o da decisi cambi nella produzione e nell’orientamento della storia: ne consegue che romanzi che venivano considerati canonici, all’improvviso diventano “legends” ossia storie che non hanno più una forte aderenza con la narrazione principale ma vengono considerate leggende ossia racconti che possono contenere qualche elemento di verità ma che, concretamente, non sono mai accadute realmente all’interno della struttura narrativa principale.Girovagando

Rael70 N.9 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO:

N.9 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO: "CURVE" DI TIM EGAN.

Nel 2016 il mondo dei corti viene travolto da un fenomeno virale: esce “Curve” del regista australiano Tim Egan il cui video, in pochi mesi, raggiunge i 10 milioni di visualizzazioni. Come se non bastasse, nei vari festival in cui viene presentato, “Curve” accumula vittorie su vittorie: vince lo Sitges Festival, l'Austin Fantastic Fest, il Thess International Short Film Festival di Salonicco, il Made in Melbourne Festival, il Knoxville Horror Film Fest, il Sidney Underground Film Festival e l'iHorror Film Festival nel 2017. “Curve” è un fulgido esempio di come si possa costruire altissima tensione senza nessun jumpscare, senza mostri e senza violenza. Basandosi su l'interpretazione della sola Laura Jane Turner che impersona una donna sull'orlo di un particolare precipizio, il film è una rappresentazione visiva di un sogno che, più o meno, abbiamo fatto tutti nella Vita e tale esperienza si è più volte ripresentata: svegliarci di colpo con la netta sensazione di stare precipitando nel vuoto nonostante siamo perfettamente distesi sul letto. Tim Egan, a questo sogno ricorrente, ha abbinato anche l'esperienza in cui, per miracolo, ha evitato di essere investito da un auto: è riuscito a scansarsi all'ultimo momento ed è caduto a terra semincosciente con gli occhi che potevano vedere solamente il cielo; nonostante avesse compreso che fosse ancora vivo , era cosciente che da un momento all'altro potesse arrivare un altro veicolo ad investirlo e questa esperienza lo ha profondamente segnato. Con “Curve” ha voluto, in qualche modo, esorcizzare questo trauma legandolo all'esperienza onirica del cadere nel vuoto. Più volte è stato proposto ad Egan di realizzare un lungometraggio di “Curve” ma lui ha sempre rifiutato perché, in fin dei conti, ciò che è riuscito a raccontare in 9 tesissimi minuti è molto di più di quello che, solitamente, svariati film Thriller-Horror riescono a dire

Cinemaserietv FILM DISTOPICI DA VEDERE IN STREAMING

FILM DISTOPICI DA VEDERE IN STREAMING

Il genere distopico ha sempre esercitato un fascino particolare sugli amanti del cinema, soprattutto grazie alla sua capacità di esplorare universi futuri in cui la società è al collasso, la libertà è compromessa e l’umanità lotta per sopravvivere. I film di questa tipologia, infatti, non solo offrono un alto tasso di adrenalina e numerosi colpi di scena, ma sono in grado di stimolare anche una profonda riflessione sul mondo in cui viviamo, ponendo domande provocatorie su temi come il potere, la tecnologia e la moralità. Dai combattimenti all’ultimo sangue di Hunger Games alla sofisticata critica sociale di Snowpiercer, ecco cinque imperdibili film distopici da vedere in streaming per tutti gli appassionati del genere. 1. La saga di Hunger Games (2012 - 2015)Basata sui romanzi di Suzanne Collins, Hunger Games racconta la storia di Katniss Everdeen (interpretata da Jennifer Lawrence), una giovane donna costretta a prendere parte a una brutale e sanguinosa competizione televisiva in cui i partecipanti - tutti provenienti dai 13 distretti sottomessi alla ricca Capitol City - devono combattere fino alla morte. La saga, composta da quattro pellicole uscite tra il 2012 e il 2015, è ambientata in un futuro distopico in cui il governo totalitario di Panem controlla i propri cittadini attraverso la paura e la propaganda e mette in scena una potente critica alla spettacolarizzazione del dolore, alle disparità sociali e alla manipolazione mediatica. Un vero e proprio must per gli amanti del genere distopico, che vede tra le fila del sul suo cast (oltre alla già citata Lawrence) anche Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Stanley Tucci e i compianti Donald Sutherland e Philip Seymour Hoffman. Dove vederlo: Prime Video, NOW 2. Non lasciarmi (2010)Adattamento del romanzo omonimo scritto da Kazuo Ishiguro, Non lasciarmi si distingue per il suo approccio delicato e poetico alla distopia.

Filmamo Friends :-) CORNUCOPICA. IL PRIMO ALBUM MUSICALE DI  ROBERTO FLAUTO

CORNUCOPICA. IL PRIMO ALBUM MUSICALE DI ROBERTO FLAUTO

Cornucopica. Il primo album musicale di Roberto Flauto è stato pubblicato su YouTube 🎤 Roberto Flauto, artista e creativo a tutto tondo: sociologo, scrittore, poeta, conferenziere, autore di recensioni e analisi cinematografiche, libero pensatore… come è nata l’idea di spaziare anche sul mondo musicale? La musica è la dimensione primigenia della poesia, che nella dimensione del canto rappresenta la prima forma di trasmissione e conservazione delle informazioni. La poesia, insomma, nasce in quanto mnemotecnica. E credo che chiunque si avvicini allo studio del dispositivo poetico, e dei processi comunicativi in generale, non possa prescindere da questa considerazione. Sto cercando di dire che la musica accompagna ogni mio passo, anche sul terreno della ricerca scientifica. Dico questo per dare un’idea del mio rapporto quotidiano con la musica, che pervade ogni ambito della mia vita. Credo che ogni poeta, categoria nella quale con un po’ di imbarazzo mi riconosco, in quanto tale, abbia con la musica un rapporto privilegiato. E il passo dalla scrittura in versi alla composizione di testi musicali è stato breve. L’idea di comporre un vero e proprio album è nata per caso, ma nel volgere di poche settimane si è tramutata in realtà. È un progetto che mi ha entusiasmato e divertito, e che mi ha permesso di dare pieno sfogo alla mia creatività. La suggestione di creare canzoni variando sul tema "frutta" è nata per gioco, chiacchierando con un amico al bar in un caldo pomeriggio dello scorso luglio. Ho scritto i testi e li ho musicati con l'aiuto di un programma di intelligenza artificiale. Alcune canzoni le ho realizzate in pochi minuti (Banana nana, Frutti di Bosco), per altre ho impiegato più di una settimana e decine di tentativi (Ananasssss, Tamarindo). Ho esplorato tanti generi, dal jazz al rock, dal k-pop al mariachi, dall'elettronica al rap.