Freaks Out

Film - 2020
7,8
105.5K
Freaks Out è un film con Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi Cast completo. Regia di Gabriele Mainetti. Titolo originale Freaks Out Genere Dramma.

recensioni

Recensione di  Il Buio In Sala - Giuseppe Armellini Il Buio In Sala - Giuseppe Armellini
Anni e anni a sperare che in Italia si riuscisse a fare un film così.Son 18 anni che so su sto mondo del cinema online. Ricordo tutto e tutti. Ricordo quanto un progetto del genere fatto da noi ci sembrasse una cosa impossibile.E quanto ci speravamo però.Poi è successo, quella cosa impossibile è successa.E il fatto che sia successa è il suo unico grande torto.Perchè da noi si critica quello che non riusciamo a fare.Se poi però lo facciamo, e lo facciamo anche meglio di qualsiasi speranza possibile, e lo facciamo anche meglio di come lo fanno gli altri, allora si cambia bersaglio, quello che tutti auspicavamo diventa quello a cui ora bisogna gettar merda sopra.Perchè ne parlano bene tutti, perchè ha fatto successo, perchè ovunque, dove ti giri, c'è Freaks Out.E allora chi l'altro ieri moriva dalla voglia di avere un Freaks Out ora rode dall'invidia che alla fine l'han fatto davvero.E l'han fatto troppo bene.L'effetto Maneskin lo chiameremo, quello per cui speriamo di avere qualcosa di italiano che funzioni nel mondo e che tutti amano (come loro nella musica) poi quando questo accade non sopportiamo la cosa, ci mangiamo il fegato, odiamo quel successo, odiamo che tutto ciò sia avvenuto.Poi oh, è sbagliato anche il contrario eh, è sbagliato anche chi, come me, grida al capolavoro, chi non nasconde di avere provato emozioni indescrivibili in sala, chi pensa che sto film sia praticamente perfetto.Perchè sì, io penso sia perfetto.Sia perfetto per quello che doveva essere, non perfetto tout court.E rido ad alcune critiche.Ma non badate a quello che scriverò, perchè quello che scriverò è un'esaltazione senza mezze misure di un film.Ma, per favore, magari criticatelo, magari elogiatelo con la giusta misura. Fate tutto quello che volete ma no, offendere e non rispettare un prodotto del genere, quello che Leggi tutto
Freaks Out di  Roberto Flauto Roberto Flauto
Un'eccellenza del nostro cinema.L'ho adorato. A prescindere da mancanze ed eccessi.Mi ha emozionato e l'ho vissuto fino in fondo, soprattutto: mi è cresciuto dentro.Come solo le grandi opere sanno fare.Entrano in circolo nel sangue e diventano altro.Diventano te, le fai tue, si trasformano, ti trasformano.E io sono un freak. Outside e inside.Lo sono sempre stato d'animo.In Freaks Out ci la guerra, i supereroi, la magia, il dramma, l'ironia, il dolore, l'amore, si ride, si sorride, si trattiene il fiato, ci si innamora di ogni personaggio, figli di una scrittura pregevole. Ecco, a tal proposito voglio confessare una cosa: quanto ho amato Franz. Meraviglioso. Un personaggio di una complessità unica. Stupendo fino alla fine, fino al game over, e anche oltre, in quel futuro che ha conosciuto ma non consocerà mai.Perché poi è vero: non si può cambiare il futuro. Solo il passato. Vale per Franz, e per ognuno di noi. E non parlo di destino, parlo di scelte. E Franz a un certo punto compie un gesto tra i più micidiali, teneri, violenti e disperati che abbia mai visto. Si amputa quelle dita ulteriori che la natura gli ha donato. "Ora sono come voi". Che sciocco, povero, dolce illuso. Anche se lo hai già visto, non si può cambiare il corso della storia. E la storia è, prima di ogni altra cosa, prima di ogni altra "storia", il tuo corpo, la tua identità."Questo sono io". Franz forse non ha mai pronunciato davvero questa frase (la prima parola pronunciata dall'uomo). Come invece forse hanno fatto Matilde, Cencio, Fulvio e Mario. Non lo so. Ma mi ricorderò sempre di tutti loro.Soprattutto di Franz. Del suo delirio allucinato, delle sue dita "mostruose", della sua anima tormentata, della follia del dolore.E mi ricorderò sempre di un film che mi ha fatto emozionare e che Leggi tutto
Recensione di  Emiliano Baglio Emiliano Baglio
Freaks outUn blockbuster generoso, pieno di idee e strabiliante che, purtroppo, sta raccogliendo molto meno pubblico di quanto meriterebbe. Freaks out è costato circa 12 milioni di euro e per il momento gli incassi sembrano ben lontani dal fargli recuperare quella cifra.Chi scrive è finito inconsapevolmente a vederlo in una sala veramente piccola (Sala 4 del Quattro Fontane, i romani sanno di cosa parlo); probabilmente inadeguata a quello che è un vero e proprio colossal/blockbuster, una volta tanto girato da un italiano.Ero da solo, forse, ripeto a causa del luogo o degli altri film in programmazione nello stesso cinema, The french dispatch di Wes Anderson e l’ultimo attesissimo film di Paolo Sorrentino.Eppure tutte queste possibili giustificazioni mi sembra non siano sufficienti a spiegare la mia solitudine per un film uscito appena un mese fa.Ammettiamolo pure, se Freaks out fosse stato girato da un americano riempirebbe i multisala di famiglie festanti e gioiose, sarebbe, probabilmente, il film da andare a vedere tutti insieme la domenica oppure, visto che manca un mese, a Natale.Invece arranca e viene naturale pensare che noi uno come Gabriele Mainetti non ce lo meritiamo.A pensarci, si fa fatica persino a rendersi conto che, nel frattempo, sono passati ben sei anni dal precedente Lo chiamavano Jeeg Robot (http://www.euroroma.net/articolo.php?ID=3895&cat=ARTEESPETTACOLO).Evidentemente quell’esordio, per realizzare il quale Mainetti aveva bussato inutilmente a praticamente tutte le porte, era una sorta di prova generale per fare il grande salto con questo film, molto più ambizioso, in ogni senso.Freaks out è innanzitutto un perfetto film postmoderno, capace, al di là della confezione scintillante, di un discorso molto più articolato di quanto non possa sembrare.Mainetti, come i grandi autori, muovendosi evidentemente sulla scia della premiata ditta Steven Spielberg/George Lucas, costruisce uno spettacolo che è capace di unire l’alto ed il basso; le citazioni colte e quelle Leggi tutto
Recensione di  Stefano Tacconi Stefano Tacconi
Che bel film! Pensa in grande, guarda in alto senza soffrire di vertigini, convince senza rischiare di scadere, ci offre un spettacolo cinematografico a tutto tondo.Mainetti, a mio parere, non del tutto convincente con "Lo chiamavano Jeeg Robot", fa il passo apparentemente più lungo delle gambe, ma sa usare i "trampoli" con maestria.Non ricordo, recentemente, una produzione italiana così internazionale e così comunque legata alla nostra terra. Eccellente oltre ogni aspettativa, soddisfa gli occhi con una capacità di fotografare ambienti chiusi, azioni in campo aperto, guerra e intimità senza mai scadere nell'autocompiacimento.Se robusta è la messa in scena, altrettanto ottimi sono gli interpreti, dove si fa apprezzare il vero villain (un Franz Rogowski destinato a ruoli hollywoodiani) e l'intera corte dei miracoli a metà tra freaks circensi e New Mutants alla X-Men. Personaggi ben caratterizzati, anche se abbondanti, aiutano lo spettatore ad affezionarsi a loro. E' una gran favola, con-dita (6 per mano) da una giusta dose di violenza cruda e qualche guizzo di cattiveria grottesca. Nulla è lasciato al caso, costumi, trucchi, colonna sonora (questa imprezziosita da brani acustici al piano), scenografie e ..... effetti speciali efficaci e curati, come non capita mai in Italia. In quasi 2 ore e mezza, non c'è mai un passaggio a vuoto, il ritmo scorre e se ci si lascia andare (senza investigare sulla credibilità di quanto si vede) ci si può anche emozionare.Spero sia un successo al botteghino, il coraggio della produzione lo meriterebbe e Mainetti, se mantiene i piedi per terra, è destinato ad un futuro importante anche oltreoceano. Mi aspetto anche un roseo futuro per Aurora Giovinazzo (una Zendaya nostrana e molto più bassa), mentre se già ero "simpatizzante" del giovane Castellito, ora sono dell'idea che possa essere il nostro "Ryan Goslin" (incredibile come con poco sia capace di risolvere Leggi tutto
Recensione di  Giacomo Pescatore Giacomo Pescatore
Un film di genere ricco di idee ed invenzioni, tecicamente ben realizzao. Il film è però sbilanciato; diverte solo a tratti e non trova sempre una sua via. È però importante che il cinema italiano abbia registi coraggiosi come Mainetti Leggi tutto

trama

Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede libero” in una città in guerra.

trailer

supporto fisico

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