Anni e anni a sperare che in Italia si riuscisse a fare un film così.
Son 18 anni che so su sto mondo del cinema online. Ricordo tutto e tutti. Ricordo quanto un progetto del genere fatto da noi ci sembrasse una cosa impossibile.
E quanto ci speravamo però.
Poi è successo, quella cosa impossibile è successa.
E il fatto che sia successa è il suo unico grande torto.
Perchè da noi si critica quello che non riusciamo a fare.
Se poi però lo facciamo, e lo facciamo anche meglio di qualsiasi speranza possibile, e lo facciamo anche meglio di come lo fanno gli altri, allora si cambia bersaglio, quello che tutti auspicavamo diventa quello a cui ora bisogna gettar merda sopra.
Perchè ne parlano bene tutti, perchè ha fatto successo, perchè ovunque, dove ti giri, c'è Freaks Out.
E allora chi l'altro ieri moriva dalla voglia di avere un Freaks Out ora rode dall'invidia che alla fine l'han fatto davvero.
E l'han fatto troppo bene.
L'effetto Maneskin lo chiameremo, quello per cui speriamo di avere qualcosa di italiano che funzioni nel mondo e che tutti amano (come loro nella musica) poi quando questo accade non sopportiamo la cosa, ci mangiamo il fegato, odiamo quel successo, odiamo che tutto ciò sia avvenuto.

Poi oh, è sbagliato anche il contrario eh, è sbagliato anche chi, come me, grida al capolavoro, chi non nasconde di avere provato emozioni indescrivibili in sala, chi pensa che sto film sia praticamente perfetto.
Perchè sì, io penso sia perfetto.
Sia perfetto per quello che doveva essere, non perfetto tout court.
E rido ad alcune critiche.
Ma non badate a quello che scriverò, perchè quello che scriverò è un'esaltazione senza mezze misure di un film.
Ma, per favore, magari criticatelo, magari elogiatelo con la giusta misura. 
Fate tutto quello che volete ma no, offendere e non rispettare un prodotto del genere, quello che noi tutti sognavamo, è un atto indegno, non onesto, cattivo, arrogante.

Freaks Out, lo ripeto, è un film per me perfetto.
Per quello che è, un film di genere.
E' perfetto nella parte visiva, meravigliosa (e non parlo solo di effetti ma anche di fotografia).
E' perfetto nelle emozioni che dà.
E' perfetto nella sceneggiatura, in ogni suo aspetto, dalla caratterizzazione dei personaggi (due poi immensi), alla parte dialogica, alla trama, all'inserimento nel contesto storico.
Ho letto critiche che "mancano i fascisti"
Rido.
Ci si appiglia veramente a tutto, si voleva magari che Freaks Out fosse un revival del cinema neorealista italiano.
E' vero, c'è una scena bellissima con Matilde che corre e cade per strada, ma questo non è Roma Città Aperta.
Questo è cinema di genere che prova, con rispetto, a calarsi in un contesto storico.
E già ci sono troppe cose dentro, già la cura storica è stata anche sin troppo esagerata per situazioni e personaggi, i detrattori volevano anche i fascisti.
Ok.
Il fatto è che sto film "di supereroi" è 10 volte più curato di quelli americani, più complesso, più completo, più umano.
Ed è questo il suo problema, che l'essere così complesso porta a giudicarlo come un film non di genere.
Deve esse più accurato storicamente dei film storici, deve esse più emozionante dei drammatici, deve esse, deve esse...
No, Freaks Out non è un film a cui manca qualcosa, è un film che ha troppo dentro.
In ogni suo aspetto (di scrittura, visivo, di ricostruzione, di emozione) va oltre a quello che gli veniva richiesto. Per questo dico che è perfetto, perchè bastava molto meno, perchè per quello che è il suo ambito e il suo target bastava immensamente di meno.
Io lo trovo un miracolo.
Punto.


Ci tengo subito a dire che non vedo film Marvel o di super eroi in generale. Ma son sicuro che, per me, non c'è paragone tra Freaks Out e quel genere di cinema (ho visto un solo film di quel tipo, gli Avengers, e volevo uscire dal cinema).
Forse non è nemmeno giusto paragonare opere così diverse chè, alla fine, Freaks Out non basa la sua bellezza (e nemmeno la sua trama a ben vedere) sull'esaltazione di qualche super uomo. Anzi, i poteri dei quattro del film di Mainetti sono finti poteri, quasi inutili, più scherzi della natura (del resto quello sono, freaks, che altro). Forse sta proprio qui l'unico errore di una sceneggiatura per me grandiosa, quello di farci credere, e far credere al personaggio di Franz, che quei freaks potessero in qualche modo cambiare le sorti di una guerra.
No, non è credibile, a malapena hanno capacità per far fuori 5 nazisti in una bettola.
Vero, poi il finale, riguardo Matilde, ci mostrerà altro, ma per tutto il film ci viene raccontato come questi quattro possano esser decisivi per la guerra mondiale.
E no.
Ma, restando in questo ambito dei super poteri, è proprio qui la differenza abissale tra Freaks Out ed i suoi cugini americani.
Ovvero che quello che accade alla fine con Matilde, quel momento UNICO in cui quella magnifica ragazza libera tutti i suoi poteri, è quello che accade nei film USA ogni 5 minuti.
Ed è per questo che in Freaks Out l'unica scena di veri super poteri acquista così una valenza straordinaria, diventa metaforica, diventa il punto culminante di un intero film, diventa "umana". Quello che per gli altri è la normalità e la base di tutto (provate a togliere ai film Marvel tutte le scene di super poteri, non avremmo quasi il film) qui diventa il punto di arrivo, diventa qualcosa di importantissimo e unico, diventa l'anima di un film.

Non so dove cominciare.
Il prologo, super burtoniano, è splendido.
Magico, tenero.
Il Circo Mezza Piotta è composto da 4 esseri umani scartati dalla società ma capaci, ognuno a suo modo, di regalare piccole magie. In realtà non c'è mai pietismo in questo, i 4 sanno di essere dei reietti ma, al tempo stesso, amano farsi vedere e prendono la vita con tutto il disincanto possibile, come se la fase di accettazione di quel che sono appartenesse a un prequel di Freaks Out che mai sarà.
Questo prologo, con quei rumori fatti "live" da Israel, sarà anche il primo omaggio al cinema e a come farlo il cinema, in un film che dall'inizio alla fine odora d'atto d'amore verso tante cose.
Poi arriva la bomba e con lei i primi grandi effetti visivi del film (giustificati dal budget per una vota in Italia veramente alto).
Sì, sono passati 10 minuti e lo spettatore ha capito che sia a livello visivo, che di effetti che di materiale umano il film è credibile, il film viaggia alto, il film è, se mi consentite il termine, internazionale.


Poco dopo facciamo la conoscenza di Franz e, lo dico da subito, ci troveremo davanti uno dei villain più belli che io ricordi in questi ultimi anni in tutto il cinema di genere (che sia il genere di Freaks Out, il Thriller, l'Horror o qualsiasi altro).
Inutile dire che lui e Matilda sono l'assoluta architrave del film.
Quello che è incredibile di Franz (e questo può accadere solo quando un personaggio lo scrive uno sceneggiatore di grande sensibilità e quando viene interpretato da un attore che ce la restituisce tutta), quello che è incredibile di Franz è che più ci viene mostrato come cinico, inumano, mostruoso e abominevole nei comportamenti più, e davvero qui siamo a livelli da miracolo di scrittura, ne percepiamo la possibile - ormai perduta - umanità, il dolore, lo strazio, la disperazione.
Più ero disgustato da quello che vedevo più m'arrivava l'emozione di un uomo escluso dal mondo, privato dei suoi sogni (per quanto terribili), deriso ed umiliato.
Anche lui, a suo modo, un freak, anche se un freak che poi ha saputo diventare potente.
Ma che cerca altro, che cerca di essere ricordato come l'uomo capace di far vincere la guerra alla Germania, lui scartato dall'esercito per le sue 12 dita.
Il suo tormento, la sua angoscia, la sua rabbia non possono non rimandare (anche perchè l'ho rivisto l'altro ieri) al personaggio del Joker di Phoenix.
Con la differenza che Franz è cresciuto in un contesto dall'ideologia terribile e quindi, imbevuto da quella, ambisce ad essere un mostro (inutile ricordare, anche se la cosa magari farà sussultare qualcuno nel proprio circolo del thè, che fascisti e nazisti son diventati tali perchè figli di quel periodo e di quella ideologia, non perchè son nati in quegli anni 200 milioni di mostri. Tanti di noi, tanti di quelli che stanno leggendo queste righe, sarebbero stati fascisti e nazisti all'epoca. La cosa ci fa paura, a me poi fa una paura tremenda, ma considerarsi sempre migliori di tutti solo perchè abbiamo avuto la fortuna di nascere adesso è una favola per bimbi).
Franz - grandissima scelta di Guaglianone/Mainetti - vede il futuro.
Vedere disegnati il joypad o lo smartphone a me ha dato un piccolo brivido.
Come ha dato un grande brivido la sequenza della cover di Creep, scena che mi ha ricordato, mutatis mutandis, quella magnifica della cover di Dreams nel bel "Sound of my voice".
Franz pensa di poterlo quindi cambiare il futuro. Ma è un errore concettuale perchè se ha visto il futuro quello è il futuro.
(per fortuna, aggiungo io)
Non so se la cosa sia voluta ma appena dopo la cover di Creep vediamo un esperimento di Franz che è, in tutto e per tutto, un altro pezzo dei Radiohead, No Surprises


Inutile ricordare come Franz ricalchi i mad doctor nazisti, secondo me in modo originalissimo e convincente (lo ripeto per la quinta volta, siamo in un film di genere, che va anche oltre quello che doveva essere l'operazione).
Il suo legame con Matilda diventa qualcosa di molto profondo, non solo perchè vede in quella ragazza il suo riscatto ma anche perchè diventa simbolo di una disperata ricerca, diventa simbolo e reificazione di tutti i suoi sogni, incubi ed ossessioni, quasi un Dio per uno che ha una profonda Fede.
Del resto anche Franz, come tutti i freaks del film, è un "senza famiglia", un orfano d'amore.
Ma mentre per gli altri 5 la famiglia s'è poi formata, appunto, tra tutti senza famiglia, Franz ha come unica compagna di vita la sua ossessione.
E' un personaggio tragico come pochi, terribile, sanguinario, odioso, pazzo, ma tragico come pochi.
Il suo contraltare è Matilda.


Avete presente quando un personaggio e un'interpretazione vi entrano sottopelle?
Ecco, io con lei (ma anche con Franz).
Per me quasi ogni sequenza con Matilde (e la sua splendida interprete Aurora Giovinazzo) era una grande emozione.
Matilde è un personaggio grandioso.
E' simbolo della purezza, dell'umanità, del candore.
E proprio perchè anche il suo personaggio sarà costretto non solo a uccidere ma a diventare una "bomba atomica" (ovviamente la metafora non è casuale) capiamo quanto il mio discorso fatto sopra sia perfetto in questo film.
Qualsiasi anima, anche la più pura, fu costretta a sporcarsi, a diventare nera, anche solo per sopravvivere.
Matilde che già in passato, seppur involontariamente, aveva ucciso (struggente la scena quando lo rivela), Matilde che sa che ogni suo piccolo gesto può portare dolore e distruzione. Matilde che però poi scoprirà (nella bellissima scena con la tigre) che anche quel potere distruttivo può essere domato (verbo non casuale), e per domarlo c'è bisogno della pietà, dell'affetto, dell'amore (altra grande scena il bacio in volo con Cencio, adesso possibile perchè Matilde sa conciliare il suo fuoco esteriore con quello interiore).
Del resto che accada in quella scena è emblematico, se c'è una canzone che parla di amori impossibili e tra persone che per la società non dovrebbero provarli ecco, quella è proprio la La Donna Cannone 


Sembra quasi si ritrovarci nello splendido Thelma di Joachim Trier (a proposito, è adesso nei cinema il suo ultimo, dice sia bellissimo), due ragazze che devono controllare le proprie emozioni perchè sono emozioni capaci di portare dolore e morte.
Solo crescendo, solo maturando, solo scoprendo i sentimenti, capiranno quanto quei poteri siano controllabili.
La scena marveliana (l'unica in un film in teoria di super poteri) è straordinaria (anche se viene dopo una sparatoria lunga, troppo lunga).
E Aurora Giovinazzo infuocata non mi ha potuto non ricordare un'altra grandissima attrice in un altro grandissimo film, la Lawrence di madre!


Tra l'altro le due scene, le due esplosioni, hanno una matrice praticamente identica.
Due ragazze pure (ok, una è metafora di altro ma non parliamone) che alla fine sono costrette a tirar fuori tutto il loro potere distruttivo, per uccidere tutta la cattiveria, le vessazioni, l'inumanità e la barbarie che stanno vedendo.
E che bella poi Matilde nuda, nuda perchè ormai libera di anni di auto-repressione, nuda perchè ormai svelatasi, nuda perchè ormai non più costretta a coprirsi.
Ma nuda anche perchè per lei quella è una nuova nascita, da quella che era a quella che è adesso.
Ho scritto tanto, troppo, e adesso andare a parlare di Cencio (ho amato anche lui), Fulvio (Santamaria che recita solo con gli occhi, un un ruolo simile a quello del bellissimo Lo chiamavano Jeeg Robot, alla fine sempre la storia di un loser dalla forza immensa), di quell'altro grandissimo personaggio che è Roma (madonna santa quando Roma è fotografata e raccontata così è già mezzo film), di Tirabassi, adesso è tardi.
Mi piace anche però citare Il Gobbo dei partigiani, un attore che non conoscevo e che mi ha profondamente colpito ed emozionato, Max Mazzotta (ho letto critiche per i partigiani un pò macchiette, cristo santo, ma non si capisce che è un film di genere che, anzi, ha avuto il coraggio e la forza di essere fin troppo realistico?).
Qualcosa non l'ho amata, non ho amato il personaggio del nano (non mi è dispiaciuto ma non mi è arrivato), la sparatoria finale troppo lunga, la scena delle tre torture dei "nostri" (non solo non eccezionale ma anche poco sensata per me), il down che fugge dal rastrellamento e viene ucciso (per me una furbata).


Ma per me questo resta un film quasi perfetto per quello che doveva e voleva essere.
Ed in questo grandissimo omaggio al cinema (lo stesso finale è così chapliniano, un finale di spalle e tramonti) la scena che ricorderò per sempre è proprio quella che il cinema, più di tutte, lo omaggia.
Franz ha preso l'etere.
Nel suo incubo sente un cellulare suonare.
Lo raggiunge in una stanza.
E quella stanza diventa un vero e proprio incubo di immagini dal futuro.
Distruzione, sconfitta, disastro.
Franz è sopraffatto, impazzisce.
Una sequenza da brividi, meravigliosa, un capolavoro.
E cos'è quella scena se non il cinema?
Cos'è se non una serie di schermi che provocano emozioni con le loro immagini?
Il cinema dei Lumiere, quello dove la gente scappava quando vedeva arrivare il treno (come Franz si vede fucilato dalle immagini), il cinema nel suo più alto significato.
Quello dell'emozione, quello che ci stordisce, quello che ci meraviglia.
Può essere cinema del reale o del non reale, non importa.
Perchè reale è quello che, in entrambi i casi, succede dentro di noi.
Reale è quel brivido