Nope

Film - 2022
7,7
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Nope è un film con Daniel Kaluuya, Keke Palmer, Steven Yeun, Brandon Perea, Michael Wincott Cast completo. Regia di Jordan Peele. Titolo originale Nope, durata 131 minuti. Generi Horror, Mistero, Fantascienza, Thriller.

recensioni

Recensione di  Il Buio In Sala - Giuseppe Armellini Il Buio In Sala - Giuseppe Armellini
Come al solito mi ritrovo a scrivere a giorni dalla visione.Eppure stavolta l'aver aspettato era, per certi versi, una cosa voluta.Appena finito Nope, infatti, avevo la sensazione che avrei percepito la portata del film solo dandomi un pò di tempo per pensarci.E così è stato.Non so dire quale sia dei magnifici 3 film d'esordio di Peele il mio favorito.Forse quello "più perfetto" resta Get Out anche se, bisogna dirlo, è di gran lunga il meno ambizioso dei tre (e si sa che ambizione e perfezione sono due cose quasi impossibili da portare avanti insieme).Us era invece un gigantesco film metafora (soprattutto politico) che mirava tanto in alto e, anche nella struttura stessa, era molto più difficile da "tenere su" insieme alla perfezione.Nope è un film che, come il cielo di cui parla, va ancora più su, probabilmente così in alto che noi, da quaggiù, oltre le poche cose che percepiamo poco possiamo dire.Ed è difficilissimo trovare un lato dove prenderlo, uno dei tanti.Credo che quello più evidente, e forse anche quello più emozionante, sia l'immenso amore per il cinema che questo film ha dentro.Quando Em va negli Studios per candidarsi racconta di un serie di fotografie in movimento che, a detta sua, sono il primo esempio di cinema nella storia.In quelle foto c'è un fantino nero a cavallo, due galoppate, niente di più.Questa scena, in quel momento poco significativa, a fine film diventerà invece probabilmente l'anima dell'intero film.Ovvero un film che omaggia il cinema nelle sue vesti più povere, autentiche, sincere.Nel prologo, se non mi sbaglio, vediamo questo fotogramma del fantino nero in fondo ad uno strano tunnel, tunnel che, scopriremo poi, è la "pancia" del mostro.Quasi un immagine simbolo di tutto quello che il film mostrerà, ovvero un percorso avvincente, spettacolare, simbolico che alla fine vuole raggiungere quel fotogramma, Leggi tutto
Recensione di  Riccardo Simoncini Riccardo Simoncini
Il film forse più maturo di Peele, una straordinaria opera sul guardare e sull’essere guardati. Di sguardi che uccidono proprio perché a loro volta guardati, soprattutto attraverso occhi meccanici di telecamere che in quell’ossessivo osservare artificiale consumano la vita di chi hanno davanti, senza pietà alcuna. Quelle telecamere rimuovono infatti strati di libertà, ingabbiano spazi ed emozioni di chi stanno inquadrando in uno sguardo consumistico e capitalistico in cui tutto diventa guadagno, spettacolo, prodotto, ma soprattutto, si pensa, diventi proprio (verso la fine del film OJ dice che “devono essere rapidi a riprendere l’alieno” prima che arrivi la gente a rivendicarlo come proprio). Come se guardare rappresentasse un certificato di proprietà. Guardo, quindi possiedo, quindi vendo. Così il piccolo testimone (e sopravvissuto) della strage di Gordy proprio per aver guardato diventa proprietario di tutti i cimeli di quel tragico massacro, tanto da farci un museo (appunto guadagno e prodotto).E di quello sguardo diventare dipendenti (il “Nope” del titolo, ripetuto più volte in voce nel film, risuona quasi come il tentativo disperato di un tossico che cerca di smettere di esserlo), perché la società d’oggi ci impedisce di distogliere lo sguardo, ne siamo assuefatti (dalla violenza, dalla sua spettacolarizzazione, dal desiderio di guadagnarci). E così per inseguire quello sguardo si può essere disposti a tutto, sacrificare la propria dignità e forse persino la propria vita (come il regista Holst inghiottito per inseguire la definitiva perfezione di immagine).Così uno scimpanzé diventa la perfetta mascotte travestita in un reality per famiglie, “umanizzata” per gli umani, e allo stesso modo un cavallo si trasforma in un pezzo addobbato della scenografia per l’ennesimo spot pubblicitario che di cavalli, ovviamente, non parla. Esseri viventi (come quelli nel documentario montato da Holst nel suo piccolo appartamento) consumati nell’essere guardati alla stregua di prodotti. Come in The Truman Leggi tutto
Recensione di  Giacomo Pescatore Giacomo Pescatore
Il regista Jordan Peele affronta sempre tempo in modo complesso e multistrato, con plurime chiavi di lettura.E' stato così per Scappa - Get out e per Noi ed è così anche per questo film.Che è un horror.Che è un film di fantascienza.Che è una riflessione sul cinema e sulla condizione degli ultimi.Che è per certi versi indefinibile ma che a me è piaciuto molto. Leggi tutto
Il peggior Peele di  Rael70 Rael70
No caro Peele, stavolta la ciambella è nata senza il buco.Opera completamente differente da "Get Out", film fin troppo sopravvalutato ma, tutto sommato, di buona fattura e molto distante, come spessore, da "Us", opera decisamente più azzeccata dell'esordio sebbene non esente da incoerenze narrative.Qui ci troviamo di fronte ad un Kaluuya depresso come non mai che finisce per convincere lo spettatore della sua malcelata voglia di partecipazione, una trama che cerca di mettere in evidenza la voglia di fama tipica dei moderni social ma in modo fin troppo infantile e risibile.Non c'è tensione, il ritmo è continuamente altalenante e il discorso della scimmia appare pretestuoso dal punto di vista narrativo (benché possa avere una certa utilità nel comprendere una parte della trama).SI può anche evitare. Leggi tutto
Recensione di  Emiliano Baglio Emiliano Baglio
NopeAl di là delle intenzioni del suo stesso autore il nuovo film di Jordan Peele alla fine altro non è che un western mascherato Prima di trattare di di Nope, terzo lungometraggio di Jordan Peele (qui la recensione del suo esordio Get out http://www.euroroma.net/5914/ARTEESPETTACOLO/get-out-jordan-peele-ribalta-gli-stereotipi-razzisti-in-un-film-che-mescola-horror-e-satira-.html) occorre fare una doverosa premessa.Il film è stato concepito da Peele durante la pandemia anche come risposta al dover rimanere chiusi in casa, quindi è stato immaginato come uno spettacolo da vedere sul grande schermo ma soprattutto, come dichiarato dal suo stesso autore si tratta di un film sullo spettacolo e la nostra dipendenza da esso.Lungi da noi l’idea di contestare quanto dichiarato da Peele medesimo, nessuno meglio di lui può dirci di cosa volesse parlare il suo nuovo film.D’altronde sino ad ora l’idea, il messaggio, la metafora, chiamatela come volete, è stata centrale nell’opera del regista, spesso a discapito del film stesso che ha finito per esserne fagocitato.Quindi accettiamo supinamente l’interpretazione di Peele stesso così come le altre possibili letture, tutte lecite, che vanno per la maggiore.Va bene, Nope può essere visto (anche) come un film sul cinema, sul rapporto tra analogico e digitale ed infine sull’importanza, ancora una volta, del montaggio e sul ruolo demiurgico del regista.Può essere letto come un atto di accusa nei confronti dello sfruttamento da parte dell’uomo tanto della natura quanto degli animali, come una riflessione critica sullo show business e sulla smania di apparire a tutti i costi, oppure volendo come un’immensa metafora sulla progressiva perdita della capacità di saper guardare veramente a fondo, il che appare tanto più assurdo in un’epoca dominata dai cellulari.Non guardare in faccia l’orrore e/o l’abisso è uno dei tanti insegnamenti di Nope.Tuttavia noi continuiamo nel nostro piccolo a pensare che stavolta le possibili letture metaforiche del film e la gara a chi ne Leggi tutto

trama

I residenti in una gola solitaria dell'entroterra della California sono testimoni di una scoperta inquietante e agghiacciante.

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