Il capofamiglia

Film - 2022
7,5
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Il capofamiglia è un film con Samy Bassouny, Fady Mina Fawzy, Demyana Nassar Cast completo. Regia di Omar El Zohairy. Titolo originale ريش, durata 112 minuti. Genere Dramma.
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recensioni

Recensione di  Emiliano Baglio Emiliano Baglio
I personaggi de Il capofamiglia non hanno nome. Quando la donna (Demyana Nassar) va per la prima volta alla polizia a denunciare la scomparsa del marito (Samy Bassiouny), non sa o non vuole dirne il nome; la volta successiva mostrerà una foto.Non hanno un nome perché ad identificarli è il ruolo sociale che ricoprono; moglie, marito, figli.Gli altri sono comprimari, anch’essi privi di qualsiasi identità.Anche i luoghi dove vivono sono non luoghi; sembrano usciti fuori da un film di fantascienza post atomico.Sono palazzi luridi e fetidi, dai muri grigi e scrostati che si reggono in piedi per miracolo.Le strade sono luoghi sterrati che si snodano tra palazzi fatiscenti, fabbriche che esalano gas e discariche abitate da bambini che frugano la spazzatura e cani pulciosi e scheletrici.Il capofamiglia descrive una realtà agghiacciante nella quale regnano una povertà spaventosa e la sporcizia è ovunque.Non c’è architettura che non sia fetida e marcia, gli uomini sono come animali e vivono in mezzo alle bestie.Lo studio del veterinario è un luogo lurido, pieno di melma, feci e sangue.La stazione di polizia è uno stanzone polveroso dove si trascinano per terra mendicanti.La casa dei protagonisti sono quattro stanze dai muri grigi e cadenti dove tutto è semplicemente lurido.Omar El Zohairy, al suo esordio nel lungometraggio, da parte sua descrive questa realtà affidandosi quasi esclusivamente a sequenze in cui la macchina da presa è rigidamente ferma; in quasi tutte quelle realizzate all’interno dell’abitazione dei protagonisti essa è posta frontalmente rispetto alla scena; per il resto spesso si sofferma su dettagli; i piedi sporchi dell’uomo, il viso della donna, il denaro onnipresente ed onnipotente come fossimo in un film di Bresson; le prospettive scelte sono spesso oblique ed il più delle volte l’azione vera e propria si svolge fuori campo.All’interno di tutto ciò, con una mossa tanto Leggi tutto
Recensione di  Riccardo Simoncini Riccardo Simoncini
Durante la festa di compleanno del figlio, un autoritario padre famiglia viene trasformato in pollo da un mago ciarlatano (per un trucco probabilmente andato storto). Da lì l’esordio di Omar El Zohairy inizia ad affrescare di assurdità un mondo tragicomico senza nome fatto di lerciume e sporcizia, una necropoli fantasma riempita solamente di fumi infernali simil danteschi, dove sudicie banconote vengono costantemente contate comprando e scambiando tutto. Ma di fronte a tali assurdità è impossibile farsi domande, perché prima ancora che narrative queste sono sociali. Assurda è la mancanza di diritti, di lavoro, la presenza di norme retrograde completamente ingiuste. Assurda è la condizione di quella moglie e madre (una bravissima Demyana Nassar) che prima sottomessa al marito, ora deve cercare come può di mandare avanti la famiglia, imprigionata però in un sistema sociale che non le concede alcuna libertà. Lei subisce passivamente, come l’asino di Au hasard Balthazar di Bresson, accetta, incassa, perché quell’irrazionale deve essere preso così com’è, come nell’equivalente borghese di Lanthimos deve fare la famiglia de ‘Il Sacrificio del Cervo Sacro’ nell’accettare l’assurda punizione.La macchina da presa incede sugli angoli fatiscenti, spesso ricoperti di guano, con inquadrature statiche che diventano sintomo di un’immobilità sociale, che non permette mai alcun riscatto, nemmeno se possiedi quelle unte banconote. La staticità ironica di Roy Andersson si declina qui più magica, sociale, sovra-esistenziale, ma sempre e comunque cupa e nerissima nel suscitare un sardonico riso.L’impressione, però, è che quel pollo sia uno dei tanti animali trasformati, o meglio: ri-trasformati alla loro vera natura. Perché in fondo forse ciò che più è assurdo è definirci umani in un mondo simile. Normale invece essere polli, bovini da macello, teste di maiale. Il complementare di The Lobster insomma, dove il mondo non è semplicemente dis-umano (cioè con un’umanità deformata), ma in-umano (cioè con Leggi tutto

trama

A passive mother who dedicates her life to her husband and children. Stuck in daily, repetitive, mundane chores, she has made herself as little as she possibly could. When a magic trick goes wrong at her 4-year-old son's birthday party, an avalanche of coincidental absurdities befalls the family. The magician turns her husband, the authoritarian father, into a chicken. The mother is now forced to come to the fore and take care of the family while moving heaven and earth to bring her husband back. As she tries to survive, she goes through a rough and absurd transformation.

trailer

supporto fisico

DVD e Blu-Ray

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