Trilogia del Batzan (Parte I): Il Guardiano invisibile

Dolores Redondo è una scrittrice spagnola, autrice della cosiddetta “Trilogia del Batzan”, tre romanzi che hanno venduto oltre tre milioni di copie in tutto il mondo.

 

Batzan è un comune della regione della Navarra ma è anche il nome del fiume che attraversa la cittadina di Elizondo ed è qui che si svolge il primo film tratto dal primo libro “El guardian invisible”.

 

La regia del film, prodotto dalla celeberrima casa di produzione spagnola Atresmedia Cine, viene affidata a Fernando Gonzalez Molina nato a Pamplona, il capoluogo della Navarra e chi meglio di lui potrà girare nei luoghi natii?

 

Il film esce nel 2017 e la sceneggiatura viene curata dalla Redondo in persona insieme a Luiso Berdejo (già sceneggiatore della saga di “Rec”) e i due collaboreranno anche nei due film successivi.

 

Il cast, per tutti e tre i film, viene scelto accuratamente: l'ispettore Amaia Salazar, vera protagonista della trilogia, viene interpretata dalla brava Marta Etura (già vincitrice del premio Goya nel 2009 con “Cella 211”) a cui vengono affiancati Carlo Librado nella parte dell'agente Jonan Etxaide, Elvira Minguez nella parte di Flora, la sorella maggiore di Amaia, Pedro Casablanc (già visto in “Bajo la Rosa”) come il capo di Salazar, Susi Sanchez nella parte della madre di Amaia ed altri attori tutti spagnoli.

 

La storia ha inizio una notte quando l'Ispettore Amaia Salazar riceve una telefonata in cui l'avvertono che è stato commesso un omicidio di una ragazzina di 13 anni a Batzan.

 

Amaia vive a Pamplona con il marito ma è originaria di Elizondo, un paese attraversato dal fiume Batzan e pertanto è costretta a tornare nei luoghi natii per dare inizio alle indagini.

La fotografia di Flavio Martinez Labiano (celebre direttore della fotografia spagnolo) è assolutamente fredda con tonalità di azzurro che rendono il contesto del fiume estremamente ostile e pericoloso.

La vittima viene ritrovata sulle rive del fiume ma fin dall'inizio la Salazar è convinta che il corpo è stato messo in una certa posizione in modo volontario e non casuale.

Peraltro  Amaia istintivamente mette in relazione questo omicidio con un altro accaduto quasi due mesi prima: anche allora una ragazza era stata strangolata con lo stesso tipo di corda e pertanto l'ispettore sospetta che ci si possa trovare di fronte ad un serial killer.

A questo punto il Commissario Capo della Polizia ordina ad Amaya di trasferirsi momentaneamente ad Elizondo per indagare in modo più approfondito nella ricerca di questo ipotetico maniaco.

Se, da una parte, il ritornare alla vecchia casa di famiglia può fare piacere ad Amaia (incontrando la sorella Rosaura, la maggiore Flora nonché la zia Engrasi che non la vedevano da svariati anni), dall'altro il ritornare a casa fanno affiorare alla sua mente vari incubi riguardanti il rapporto che aveva con la madre Rosario quando era bambina visto che la trattava in modo estremamente rigido, violento, non perdendo occasione per umiliarla, dimostrando in modo palese che la ripudiava in tutti i modi…

Le indagini vanno avanti e il biscotto posto sul pube della prima ragazzina, dalle analisi, risulta essere il dolce tipico della zona e chi meglio della sorella Flora, erede del panificio del padre, può stabilire chi possa averlo confezionato?

Flora ammette che il dolce è stato ben preparato e cucinato e soltanto quattro panifici della zona, oltre a quello della famiglia Salazar, hanno uno standard qualitativo così alto.

Nel frattempo, di notte, Amaia vede una ragazzina con un impermeabile rosso che la fissa ma arrivata in strada ne perde le tracce, chi era e perché osservava la sua finestra?

Le morti si susseguono, con dei rituali alquanto singolari e nessuno sembra essere più al sicuro, soprattutto le ragazzine che di sera non sono a casa…

 

Le indagini sembrano non portare a nulla e Amaia, ex agente FBI, nonostante chieda sempre consiglio ad un suo collega/amico americano, è alquanto sconsolata perché non riesce a venire a capo del mistero.

 

Dopo l'ennesimo ricordo/incubo e dopo tantissimi anni, Amaia decide di andare a trovare sua madre che è ricoverata in una clinica e che soffre di turbe psichiche: la visita colpirà tremendamente l'ispettore…

Il film continuerà, passo dopo passo, a svelare indizi senza però far comprendere allo spettatore la grandezza e la gravità di quello che è accaduto, che sta accadendo e che accadrà in futuro.

 

Come primo film ci si può ritenere soddisfatti, d'altronde si tratta di una sorta di prologo di quello che vedremo nelle successive due pellicole.

 

Vedetelo e vi appassionerete alla storia di Amaia.

 

 

di Rael70