McKay è un M.Moore che c'è riuscito. Divulgatore, capace di denunciare, usa l'ironia senza indispettire e permette allo spettatore di "capire" attraverso la chiarezza. Ritengo il suo Cinema: "Comunicazione" intelligente.
In questo caso, attraverso la commedia, ha messo in scena ciò che più mi affligge nella comunicazione di questi tempi: l'apatia, la distrazione, l'assuefazione del pubblico (dell'opinione) rispetto a quanto accade.
La "notizia" benchè venga detta, viene filtrata, nascosta, stemperata e lo spettatore ultimo non ne coglie l'importanza, la gravità. Questo succede spessissimo qui in Italia, dove ad una denuncia (tramite un giornale, una trasmissione, un intervento...) che dovrebbe terremotare la politica, la nostra percezione della vita quotidiana, l'indomani .... "puff" sparisce, viene "accantonata" e per tutti diventa una notizia come altre. Anche nei Talk show lo schema è sempre quello, la notizia più tremenda, viene anticipata dal gossip e seguita da una celebrazione, o peggio l'opinione di chi denuncia viene posta sullo stesso piano di chi l'opinione se l'è improvvisata senza conoscenza, senza titoli, senza studio.
McKay, già strepitoso nella messa in scena con "Vice" (e anche con "la Grande Scommessa"), ha il dono di far riflettere, è capace di dare allo spettatore gli strumenti per analizzare, di sviluppare uno spirito "critico". Non tutti capiscono, ma il seme è "veicolato" e credo che sia questo il suo scopo. Non tanto dare risposte (anche se la critica è netta, schietta, puntuale), ma permettere a tutti di elaborare quanto è stato visto.
Il film? ecco, la forza è che poi c'è il Film. Un prodotto accattivante, fresco, divertente, interpretato con puntualità e arte (bravissimi tutti, non mi stupirei nel ritrovare più di uno dei protagonisti candidato agli Oscar), ma soprattutto girato con mano sicura e mestiere dal regista; che questa volta è meno didascalico nei passaggi e sfrutta anche una valida CGI.
Gran film, perfettamente nelle mie corde

considerazione extra ....in risposta a qualche critica letta sul web...
la caratterizzazione del personaggio (evidente anche in "Vice") è un marchio di fabbrica di McKay. Lo fa spudoratamente sapendo di non travisare la realtà.
M.Streep/presidente cosa è se non Trump in gonnella? la nostra storia è fatta da impresentabili caricaturali. Guardate in casa nostra, cosa sono Salvini, Renzi, Berlusconi, ecc.. Se li si rappresentasse in un film e lo vedessero in America, non sembrerebbero macchiette da cabaret?
McKay ha una messa in scena POP-olare, ovvero ha la rara capacità di far capire i suoi messaggi con chiarezza e il mezzo che usa è anche la "caratterizzazione" estrema dei suoi personaggi; comunque verosimili a quelli reali.
La sceneggiatura è tradizionale, è il fine per il messaggio. In "Vice" sembrava più curata solo perchè raccontava fatti reali. Avete presente "Il Dottor Stranamore" di Kubrick? il processo è il medesimo. Uso la satira, la commedia e non metto in scena un dramma, quindi mi basta una trama lineare da seguire, ma che non deve distrarre o far pensare troppo. Per me obiettivo centrato perfettamente.
Non serve il "pippone" alla M.Moore, altrimenti il film lo vedranno solo quelli che già "sanno" o che hanno già un giudizio precostituito.
Infine, il personaggio di Chalamet/skater ...; sì forse il più debole, ma funzionale al finale. Ho trovato la cena a tavola, mano nella mano, con anche la preghiera, la perfetta risposta al clamore che accadeva attorno. Solo con la famiglia, le amicizie, con la cura delle persone a cui si vuole bene, si possono fare e accettare i sacrifici per salvare il mondo. Il tutto in contrasto con M.Streep/Presidente che si dimentica il devoto figlio...
Chalamet/skater è il giovane che comunque cerca un suo ruolo, ha il potenziale, ha ancora voglia di amore, di vicinanza, di condivisione. Non è un personaggio inutile, anzi ...