I MIGLIORI FILM DI TODD HAYNES

Fra le uscite più interessanti di marzo, quella di May December rischierebbe di passare clamorosamente inosservata: il nuovo film di Todd Haynes, candidato agli Oscar di quest'anno senza che l'Italia abbia potuto vederlo in tempo, è soltanto l'ennesima opera di uno degli autori più eleganti e importanti degli ultimi decenni di cinema. Non è un'esagerazione considerare Haynes, regista dal cuore postmoderno, come uno dei nomi più influenti dentro e fuori Hollywood: nel corso degli scorsi 40 anni, le sue pellicole hanno sempre lasciato il segno per il loro stile, per la loro capacità innata di ribaltare le convenzioni sociali attraverso la magia dell'estetica e la decostruzione della realtà. L'arrivo di May December rappresenta un'occasione imperdibile per recuperare i lavori di un artista a suo modo trasgressivo, anticonvenzionale e quasi sempre impeccabile nella messa in scena. Ecco quindi i consigli migliori per scoprire il cinema di Todd Haynes, un universo artistico che gioca costantemente tra realtà parallele e storie intrecciate per colpire direttamente chi osserva.

 

1. Velvet Goldmine

Dopo un debutto estremamente interessante, tra produzioni premiate al Sundance e piccoli cult come Safe, il 1998 è per Haynes l'anno della ribalta. Velvet Goldmine, opera di culto per gli appassionati, è un intrigante opera di finzione che esplora la vita della rockstar Brian Slade (personalità accattivante che si ispira fortemente a icone come Lou Reed, Iggy Pop e David Bowie). Sfruttando alla perfezione un cast in cui spiccano Ewan McGregor, Jonathan Rhys-Meyers e Christian Bale, questo film mette insieme squarci assai differenti per costruire una narrazione non lineare che cattura dall'inizio alla fine. Una cifra stilistica, soprattutto in sceneggiatura, che rimarrà tale in tutte le opere successive.


2. Lontano dal Paradiso

Pur avendo raggiunto una discreta fama negli anni '90, sono gli inizi degli anni 2000 a consacrare il talento di Haynes anche agli occhi della Hollywood che conta. Il 2002 vede infatti l'uscita di quella che viene ancora considerata la sua opera più importante, Lontano dal Paradiso. Questo elegantissimo melodramma con protagonsita una Julianne Moore in stato di grazia racconta la storia di una donna che scopre l'omosessualità del marito e riscopre l'amore affrontando l'ipocrisia e il razzismo intorno a sé. Un'opera di grandissimo impatto, che oltre a esporre tematiche assai potenti riesce a esaltare un immaginario incredibilmente sfaccettato - ma soprattutto ispirato alle opere di Douglas Sirk, il regista più scandaloso degli anni '50 che col suo sguardo spregiudicato contribuì enormemente ad abbattere le ipocrisie dell'America di quell'epoca. 

 

3. Io non sono qui

Il quinto film di Haynes, uscito nel 2007, è forse il biopic più particolare di cui si abbia memoria, almeno in tempi recenti. Con la chiara intenzione di raccontare la vita di Bob Dylan, il regista sceglie cinque volti differenti per esplorare i vari periodi della vita dell'artista attraverso le esperienze di personaggi immaginari: Christian Bale, Marcus Carl Franklin, Richard Gere, Heath Ledger e Cate Blanchett. Un'operazione che già in quegli anni non si era mai vista, ma che attraverso lo stile di Haynes e la sua maniacale costruzione delle scene ha completamente stravolto il modo di approcciarsi al genere. Il risultato è un prodotto che intrattiene, ma soprattutto affascina e rapisce attraverso il surrealismo più audace.


4. Carol

Il 2015 vede Haynes approcciarsi a un adattamento estremamente importante, quello dell'iconico romanzo di Patricia Highsmith. The Price of Salt, opera tabù degli anni '50, esplorava la torbida relazione fra due donne appartenenti a classi sociali differenti. Carol, attraverso le performance memorabili di Cate Blanchett e Rooney Mara, riesce a raggiungere vette di potenza espressiva e di eleganza formale forse insperate anche per una trasposizione di questo calibro. Ogni sequenza del film lascia senza fiato, arricchita da una regia quanto mai attenta nel trasmettere la passione e il sentimento attraverso anche i più piccoli cenni, riuscendo a tenere incollati allo schermo e a travolgere il cuore degli spettatori. 

 

5. Cattive Acque

Forse l'impatto di Carol ha colpito Haynes al punto da influenzarne tutte le opere successive. Per quanto il regista sia sempre stato attratto dal genere biografico, gli ultimi anni della sua carriera hanno evidenziato un suo progressivo avvicinamento verso storie sempre più reali. Dark Waters, Cattive Acque, è soltanto l'ultimo esempio in ordine cronologico. Il film del 2019, che anticipa appunto May December e il suo folle racconto di cronaca, vede Mark Ruffalo nei panni di Rob Bilott, un avvocato che intraprende una complessa azione legale contro una grande azienda. Forse un'opera meno impattante rispetto alle precedenti, ma che resta comunque a testimonianza di un interesse storico importante e permette di ammirare delle ottime interpretazioni - con nomi del calibro di Anne Hathaway e Tim Robbins a supportare il protagonista.


Haynes ha dimostrato di aver sempre le idee molto chiare, sia per quanto riguarda la costruzione del suo immaginario, sia per quanto riguarda l'attenzione verso le sue storie. May December, con protagoniste Julianne Moore e Natalie Portman, arriverà nelle sale il 21 marzo e racconterà una storia ancor più delicata, dato che si ispira dichiaratamente a un caso di cronaca americana assai spinoso. Non resta che attendere la sua uscita nelle nostre sale!

 

di Gabriele Cerrito per ScreenWorld.it per Filmamo