Finisco per trovare sacro il disordine del mio spirito.A. Rimbaud Senti…Sì?Niente…Dylan Dog, Il lungo addio Che cos’è Paterson?(Questo film segue semplicemente la vita di Paterson, un conducente di autobus che vive in una cittadina con lo stesso nome. Lui ama scrivere poesie. Lo seguiamo ogni giorno per una settimana della sua vita. È tutto).Il fatto è che questo film – dal ritmo estremamente lento, a tratti deliberatamente banale, sostanzialmente sconclusionato e inconcludente, imperfetto, manchevole, prevedibile, fuori posto, pervaso da una involontaria e opaca eco di ardire filosofico, continuamente in bilico tra l’abisso del niente-di-nuovo e quello del del-tutto-nuovo – è in realtà un film da non perdere, che adoro malgrado e grazie a ogni sua insensata delicatezza.È un film che parla di poesia, ovvero uno dei temi più difficili al mondo, qualcosa che è sulla bocca di tutti ma nei polmoni di pochi.Paterson è significativo, necessario, importante.Perché si articola intorno a una delle domande fondamentali della vita:preferiresti essere un mulo?Non accade niente che non sia tutto.Lunedi. Paterson apre gli occhi, una specie di sveglia silenziosa e immaginaria suona nella sua testa, tra le sei e dieci e le sei e mezza, ogni mattina. Bacia e abbraccia Laura, la sua ragazza, che dorme accanto a lui. Accarezza Marvin, il loro cane. Fa colazione. Cammina fino alla stazione dei bus. Si siede al posto di guida e, tirato fuori il suo fedele taccuino, annota dei versi, compone qualche strofa: è la sua quotidiana dose di poesia. Arriva il collega che si lamenta dei mille problemi della vita. Poi il bus parte, e Paterson – che vive a Paterson e che guida un bus chiamato “23-Paterson” – ascolta i discorsi dei passeggeri, affacciandosi in ogni vita possibile. Pausa pranzo. Consuma il suo pasto (nella sua lunchbox fanno capolino una foto della sua ragazzaLeggi tutto