Suntan Tango

 

Ieri ho sognato di te.

Non ricordo quasi più i singoli fatti. 

So soltanto che di continuo ci trasformavamo l'uno nell'altro. 

Io ero tu, tu eri io. 

Infine, non so come, prendesti fuoco.

F. Kafka

 

 

 

Un uomo che si trascina dentro un inverno sentimentale di cui non sappiamo nulla incontra una ragazza che ha dentro il fuoco dei sentimenti che bruciano in libertà. L’uomo dal cuore sepolto nella neve vede sciogliersi, in un solo momento, anni, decenni, secoli, esistenze intere di solitudine e inferno. E glielo dice anche, alla ragazza, con le lacrime agli occhi, nel momento in cui il fuoco ha già bruciato tutto. 

 

Lui è Kostis, ha quarantadue anni, un po’ in sovrappeso, peloso, con un accenno di calvizie, timido, riservato. È appena arrivato sull’isola dove farà il medico. È un luogo che d’inverno muore. Le circa ottocento anime che lo abitano vivono in funzione dell’estate, di agosto, quando l’isoletta si riempie di turisti, di vita che pulsa. Kostis non ha niente se non il suo passato, del quale possiamo intuire solo lontani echi – di rifiuto e fallimenti, di illusioni e sogni infranti. È un uomo spento, rassegnato, arreso.

 

Lei è Anna, ha ventuno anni, di una bellezza deflagrante, luminosa, sorridente, disinibita, spensierata. Arriva sull’isola con il suo gruppo di amici, per le vacanze estive. Sono tutti giovanissimi, vogliono solo divertirsi. Ballare, ridere, scoprire, scopare. Senza impegno, senza pensieri, senza problemi. Anna incontra Kostis nel suo piccolo studio medico, con lei sono presenti anche i suoi amici. Si è ferita a una gamba. Lui la medica. Loro fanno casino. Lei lo guarda negli occhi, gli sorride, lo invita con loro al mare. Lo bacia.

 

Quando l’uomo rassegnato, deluso, ferito, incontra la ragazza esplosiva, gioiosa, dolce, allora quell’uomo è un uomo morto.

 

Kostis – che probabilmente non è mai stato in intimità con una donna – muore nel momento esatto in cui gli occhi luminosi di Anna osservano i suoi (incenerendoli). Ma Kostis non lo sa, e quindi va al mare. Finge di essere lì per caso, e ritrova lei e il resto del gruppo. Diventano amici. I giovani accolgono il medico come loro “mascotte”. Si divertono. Andranno a bere, a ballare, ridono, scherzano. Lui e lei. Kostis e Anna.

 

Quando la ragazza giovane, bellissima, luminosa, bacia l’uomo maturo, non attraente, spento, non si rende conto dell’insostenibile leggerezza dei suoi gesti.

 

Se chiudo gli occhi posso quasi vederlo. Kostis si sente rinascere, si sente vivo, forse per la prima volta, come forse credeva di non essere capace. Kostis scopre i colori, addirittura sorride. Riversa ogni fibra del suo essere in quella ragazza arrivata qui soltanto per farlo risorgere, al punto che trascurerà sempre più il suo lavoro. La verità è che si è innamorato. All’istante. La neve è completamente sciolta. Il cuore batte.

 

E vedo Anna. Così bella, così fuoco. Non dà peso a nulla che non sia il qui e ora. Libertà, nudità, sesso. Vive ogni cosa con spensieratezza assoluta, senza freni, senza troppi pensieri, il futuro non esiste, c’è soltanto sole che abbronza e scotta. Per lei quel bacio – come tutti gli altri – è solo un bacio. Per lui, invece, è la vita. Viaggiano sui binari dell’esistenza con due velocità inconciliabili. L’impatto è devastante.

 

 

[La "rinascita" di Kostis, questo suo uscire fuori dal ghiaccio in cui si è nascosto - o a cui è stato condannato dalla vita, questa sua esplosione di vita, mi ha ricordato il protagonista del video di una bellissima canzone dei Wir Sind Helden. Non so perché,  questo video e questa musica mi commuovono ogni volta]

 

 

Non si può riemergere da una vita in apnea senza faticare a respirare. Non si può toccare il sole senza bruciarsi. Non si può credere di aver trovato, dopo anni di inferno e solitudine, l’amore della vita e non andare in frantumi.

 

Il mare, la spiaggia, il sole, i corpi (liberi, seducenti, innocenti, colpevoli, erotici, felici, assassini, bagnati di luce e possibilità), e le discoteche, la musica, le notti, e il sesso – e il futuro – e quindi tutto – e quindi niente. Il sole che abbronza e che brucia.

 

E poi su una spiaggia isolata, Kostis e Anna faranno sesso. In realtà lui è impacciato, impreparato, l’amplesso non dura che pochi secondi. Anna – forse inaspettatamente – sarà dolcissima. Il sole è ovunque.

 

Nel cuore dell’uomo che si credeva senza speranza, si insinua lentamente, di schianto e con fragore l’incontinenza dell’amore, nella sua deriva più tragica: ossessione. Anna gli dà appuntamento per la sera, ma invece parte per alcuni giorni con gli amici. Kostis precipita in nel baratro. Si sento perso, abbandonato, reciso. Lei torna e si comporta come se non fosse accaduto niente (e niente è accaduto dal suo punto di vista, mentre per lui il mondo è crollato). Tutto precipita. Lui implora – pretende e supplica – lei rivendica il suo diritto alla impudenza. Si è rotto l’incantesimo.

 

Kostis abbandona tutto, ora vive solo per Anna, di cui è ossessionato. La cerca, la segue, la stalkera, la vuole, non fa che bere di continuo, perde amici, stima e lavoro. Dov’è finito il timido medico dal cuore immobile? Che fine ha fatto l’uomo attento e sensibile? Kostis è obnubilato dal sentimento che credeva eterno, e che invece è solo estate. Vuole Anna. La cerca nei locali, nella notte, nell’isola che contiene il mondo intero.

 

L’uomo rinato – muore. E diventa mostro.

È l’ossessione, il sole che brucia e acceca.

 

Kostis si introduce nella discoteca da cui è stato appena cacciato via, perché importuno. Rapisce Anna. La addormenta con qualche sostanza (o c’era dell’altro nella siringa che porta con sé dallo studio medico?). La trascina nei campi. Gli amici urlano il suo nome mentre la cercano disperati. Il terreno graffia le gambe della giovane, che sanguinano sempre più. Kostis è completamente trasfigurato, il suo è il volto di un demone. Piange, ansima, è sconvolto. Arrivano nella piccola clinica. La sbatte sul lettino delle visite, e subito le alza la gonna e si slaccia i pantaloni. Sta per compiere la violenza più feroce che un uomo possa fare a una donna. Ma, improvvisamente, si ferma. Singhiozza come un bambino, senza freni. Allora prende mercurio e garze e cura le gambe di Anna.

 

 

 

Suntan.