Nuevo Orden

L'inizio è fantastico. Un'onda di carne umana, travolgente e grondante esistenza repressa. Questa è la parte migliore del film. Del quale ho apprezzato molti aspetti, ma non ha niente che lascerà il segno. Di fondo, c’era la volontà di creare un'opera che trattasse i temi della disparità sociale, delle diseguaglianze, della povertà, anche del razzismo, e – sottotraccia – della libertà. Qualcosa di molto "difficile", ostico, ma incredibilmente affascinante. E molte cose sono riuscite anche bene. Ma declinare tali temi nell'ottica della "lotta di classe", a mio avviso, vuol dire depotenziarne i significati, limitarne le possibilità, attutirne i bisogni. Perché il rischio di sfociare nella retorica è alto, e Nuevo Orden sembra flirtare con una versione stereotipata della “teoria del conflitto”, e di conseguenza con tutti i suoi limiti espitemologici. La lotta armata, la rivoluzione di classe, l’apparato militare brutale e dittatoriale, i poveri contro i ricchi, proletariato vs borghesia: le risposte agli interrogativi annessi alle tematiche espresse sopra – ammesso che esistano – non si trovano in questa visione del mondo. Questo è ciò che mi trattiene dal dire che Nuevo Orden sia un film bellissimo.

Film come Parasite o Post Mortem (che io ritengo due grandissime opere, questi sì bellissimi film, a prescindere da tutto), per esempio, pur trovandosi per molti versi a condividere l’afflato delle suggestioni tematiche di Nuevo Orden, si rapportano a essi in misura metonimica e non metaforica: attraverso la narrazione di una storia individuale/familiare, questi due film raccontano – con modalità, sensibilità e intenti tra loro differenti – fratture identitarie e lacerazioni esistenziali di un intero segmento del corpo sociale (Parasite) o di un intero paese (Post Mortem). Mentre invece Nuevo Orden tenta di intercettare entrambe le dimensioni e racchiuderle in una metafora che si accartoccia su sé stessa. Se non avesse avuto questa velleità, soprattutto se non avesse declinato il tutto nella retorica (vetusta e contraddittoria) della lotta di classe, sarebbe stato molto più significativo. Anche perché sul Messico, sul suo "trauma storico" (per dirla con Luigi Zoja), sulla sua condizione identitaria, ci sarebbe tantissimo da dire.

Il fatto è che - nella riflessione socioantropologica, nella ricerca filosofica, in ogni ambito dell'espressione umana - la tendenza a ragionare e ad articolare la propria visione del mondo e sull'umano attraverso uno schema analitico monodimensionale e ancorato a una logica unidirezinale di causa-effetto, è sostanzialmente scorretta e inefficace. Nuevo Orden cade in questa trappola. Va bene comunque. Ma dobbiamo ricordarci che è la complessità la dimora dell'umano, e non esiste niente che sia semplicemente sé stesso.