Il talento del calabrone

Il film è da premiare, malgrado abbia alcune pecche macroscopiche e oltremodo fastidiose. "Fermo o ti faccio saltare il cervello", come dice a un certo punto il personaggio della Foglietta, è una frase che non ha senso, non si può sentire, fa male alle orecchie. E questa è solo la prima che mi viene in mente. Altri discorsi tra la Foglietta (sì, il suo è un personaggio assolutamente sbagliato) e il dj (quando parlano sul terrazzo i dialoghi proprio non funzionano), o tra lei e altri personaggi sono i punti più deboli del film, che danno adito a una sua (comprensibile) stroncatura.

Eppure, malgrado tutto ciò, a me il film è piaciuto.
Un Castellitto strepitoso, una Milano "hollywoodiana", un finale emozionante.
Un padre devastato dalla perdita, assurda e inaccettabile, del figlio che amava così tanto.
Un padre che architetta un piano articolato e complesso per poter fare, in qualche modo, pace col demone dell'assenza.
Un padre che accende le stelle per ritrovare suo figlio.