Per sempre

Una storia struggente.
L'amore sconfinato, infinito.
E la viltà, il dolore, l'orrore.

Una lettera a un figlio a proposito di suo padre.
Un atto d'amore, una ricostruzione di momenti e ricordi.
Un tentativo di dotare di senso ciò che non può essere spiegato.

Una lettera d'amore per chi resta e chi è andato via per sempre.
Perché in realtà è ancora qui, nelle parole, negli occhi, nei polmoni.
E' in circolo nel sangue che pulsa nelle vene di chi ha bisogno di capire.

Una lettera che è in realtà un intero alfabeto.
Un padre che è in realtà figlio, che è in realtà progetto incompiuto, perché gli hanno strappato la vita.
I rimpianti si nutrono dei "se". Certo, senza dubbio. E i rimpianti si nutrono dei "sé". Tutte le identità mai sbocciate.

Una lettera che è testimoninanza e ricordo, elegia e inno.
Zachary, lascia che ti racconti chi era tuo padre.
E voi, amati genitori, lasciate che vi tenda la mano.

Una lettera che è stata scritta per destinari mutevoli.
Che in realtà sono il cuore dell'uomo libero e desideroso di giustizia e poesia.
Zac, davvero, ovunque tu sia, tuo padre è con te.

Una lettera. Non serve altro.
La A di amore andiamo altrove.
L'inizio di tutto, la genesi del mondo.
Perché “Ogni inizio infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto a metà” (Szymborska).
Allora prendimi per mano, figlio mio.
Ovunque tu sia, sei qui.
Noi siamo tutto.
Prendimi per mano, mio dolce papà.
Con te non ho paura.
Insieme, siamo il mondo.


A mio figlio, che per ora vive solo nei miei sogni.
A mio padre, che rende vivo il sole nei miei sogni.