C'è l'India così come è, con le sue contraddizioni. Paese ormai avoluto, ma solo in parte. Certo non qui, dove un ispettore di polizia fa quello che vuole (ovvero si fa dare soldi), e dove una giovane donna fatica a conquistare il suo posto nella vita, dopo lo sfortunato inizio. Il Gange c'è e come, e invita ancora una volta lo spettatore a interrogarsi sul destino di questo Paese, ancora in preda ai suoi atavici riti, come l'incinerazione sulle rive del fiume sacro, mentre il fiume palesemente soffre (non nel film, ma nella realtà) per l'inquinamento: e questo ci rimanda alle contraddizioni. La struttura forse non è del tutto lineare, occorre buona attenzione per seguire a puntino la vicenda, ma l'interpretazione è efficace.