Pur non essendo un fan del regista Martone, riconosco di aver visto un film “potente” nell'impotenza complessiva della storia, che non invoglia certo di andare a vivere a Napoli, tantomeno nel rione Sanità. Nella storia emergono il desiderio di un ritorno (dopo ben 40 anni di volontario esilio), il risvegliarsi dei ricordi a lungo sopiti, l'impegno di un sacerdote e della sua chiesa per una vita onesta, la difficoltà di smarcarsi dal male commesso in gioventù. Temi che mescolati tra loro fanno pensare. Anche se difficilmente sono cose che accadono nella vita reale, possono certamente accadere, e probabilmente nella Napoli che non conosciamo davvero accadono tuttora. Il film non propone soluzioni decisive, e non è nemmeno, in sé, una denuncia. E' un racconto freddo e imparziale, recitato davvero bene, di fronte a cui è difficile distrarsi.