MIDSOMMAR di Ari Aster

Il telefono che squilla a vuoto, il messaggio in segreteria di Dani ai genitori, la sua telefonata preoccupata, l'ennesima, a Christian, il suo ragazzo... e tutto quello che segue, fino a quelle urla straziate e strazianti al cellulare e le immagini della sorella.

Pazzesca la scena iniziale per com'è costruita: a me 'sto Midsommar già aveva convinto così, con l'incipit. Il resto del film qualche difettuccio ce l'ha, nella dilatazione dei tempi (non sempre efficace), nella prevedibilità del tutto e nei comprimari un po' macchiette (la tipica carne da macello). Trovo comunque interessantissimo realizzare un film di genere quasi completamente alla luce del Sole, infatti che un giovane regista alla sua seconda opera giri un film come Midsommar - che non può venire apprezzato dai fruitori degli horror tutti jumpscares - lo trovo a dir poco ammirevole. Inoltre la Pugh è bravissima, molto comunicativa, e il finale tutto giocato sull'espressività di Dani è la ciliegina sulla torta. Dani che guarda bruciare la sua vecchia vita - o quel poco che ne restava... - come venendo alla Luce una seconda volta, rinascendo dalle ceneri delle brutture del mondo che ha conosciuto e che le ha spezzato il cuore. Un epilogo sorprendente, terribile, bellissimo.

Insomma, per me che amo i film a tema elaborazione del lutto questo è davvero un'ottima variante horror, dopo Babadook e altri!