James Gunn è un bravo ragazzo. Come si faceva un tempo si è fatto le ossa lavorando per la Troma, una casa di produzione specializzata in film di serie z pieni di sesso e sangue. Per loro ha scritto “Tromeo & Juliet” una versione di Romeo e Giulietta tanto folle e politicamente scorretta quanto fedele al testo originale. Un grande piccolo cult movie. Passato al cinema “serio” ci ha sorpresi con “Slither” un horror di quelli tosti che si facevano un tempo a base di parassiti alieni. Poi ci ha commossi con “Super” un lungometraggio girato con quattro soldi che apparentemente prendeva in giro i film di supereroi e che si chiudeva con un finale di stupefacente melanconica bellezza. Adesso che è diventato ricco e famoso grazie a “I guardiani della galassia” non ha dimenticato i suoi vecchi amici ed ha chiamato Lloyd Kaufman, il fondatore della Troma, ad interpretare un piccolissimo cammeo. D’altra parte “I guardiani della galassia” è il film perfetto per un regista come James Gunn. Innanzitutto ci sono degli eroi che aderiscono alla perfezione alla filosofia della Marvel ma anche alla personalità del regista. Personaggi problematici, nella fattispecie dei reietti, anzi dei veri e propri criminali. Il leader di questo squinternato gruppo è Peter Quill (Chris Pratt), un terrestre rapito da un gruppo di ladri, i Ravagers. Gamora (Zoë Saldaña) è un’orfana adottata dal crudele Thanos (Josh Brolin). Si unisce al gruppo per vendicare la morte dei suoi genitori uccisi da Ronan (Lee Pace), alleato di Thanos. Si tratta probabilmente del personaggio più debole del film ma siamo sicuri che i prossimi capitoli forniranno l’occasione per approfondire meglio la sua storia. Rocket Raccoon (Bradley Cooper) e Groot (Vin Disel) sono invece due cacciatori di taglie alla ricerca di Peter. Il primo è un procione geneticamente modificato, feticista delle armi e geniale stratega. Groot invece è un albero umanoide, capace di pronunciare un’unica frase “Io sono Groot”. Si tratta del personaggio più poetico e più stupefacente dal punto di vista visivo dell’intero film. L’ultimo della compagnia è Drax il distruttore (Dave Bautista), un carcerato la cui famiglia è stata sterminata da Ronan. La sua razza è incapace di capire qualsiasi metafora ed il nostro interpreta qualsiasi cosa alla lettera. A Drax sono affidati i momenti più comici del film, gli equivoci che nascono tra lui e gli altri componenti del gruppo sono altrettanti momenti in cui si ride di gusto e di cuore. James Gunn non perde tempo nel descriverceli, si getta da subito nell’azione spingendo il pedale sull’acceleratore dall’inizio alla fine. Lo fa costruendo un film dove il ritmo è sempre bilanciato da un’irresistibile vena comica. Lo spettatore viene sballottato su di un coloratissimo ottovolante divertente ed emozionante. Tuttavia, è bene chiarirlo, questo non è un film per bambini i quali, probabilmente, avranno difficoltà sia nel seguire la trama sia nel cogliere i doppi sensi e le battute nel film. Inoltre, nonostante gli evidenti limiti imposti dalla produzione, “I guardiani della galassia” è certamente un film molto più violento del solito per quanto concerne i canoni Marvel. “I guardiani della galassia” infatti è innanzitutto l’omaggio ad un certo tipo di cinema d’avventura che oggi non esiste più. Non a caso il film si apre nell’anno 1988. Come aveva già fatto J. J. Abrams in “Super 8”, James Gunn ha realizzato un film per i quarantenni cresciuti con i film di Spielberg e con “Star wars” che è il riferimento più diretto della pellicola. Ha dato nuova vita al cinema d’evasione dei tempi d’oro aggiornandolo alla luce delle nuove possibilità offerte dalla tecnologia, compreso l’uso del 3D. Ma il sapore è quello di una rocambolesca avventura matura ed adulta, dove la comicità è di pancia ma intelligente e dove la poesia nasce dalle piccole cose (un fiore offerto ad una bambina da Groot). “I guardiani della galassia” è lì a ricordarci che è possibile girare dei blockbuster senza rinunciare all’intelligenza, senza appiattirsi necessariamente sui canoni imposti dai presunti gusti delle masse. Rimane però un film pensato per un pubblico adulto. Solo i fan della Marvel e chi aveva sedici anni nel 1986 infatti potrà capire pienamente l’inevitabile scena alla fine dei titoli di coda. Certo non tutto è perfetto in questa pellicola ma se nel prossimo capitolo lasceranno più libertà a James Gunn siamo pronti a scommettere che “I guardiani della galassia” diventerà una delle saghe più interessanti dell’intero universo Marvel.