Irving Rosenfeld (Christian Bale) e la sua amante Sidney Prosser (Amy Adams) tirano avanti grazie alla loro abilità di truffatori, sino al giorno in cui vengono incastrati dall'agente della FBI Richie DiMaso (Bradley Cooper).
L'agente, ambizioso ed in cerca di promozione, propone un patto ai due truffatori, in cambio della libertà i due utilizzeranno le loro capacità per aiutarlo ad incastrare alcuni politici corrotti, primo tra tutti Carmine Polito (Jeremy Renner). Le cose, ovviamente, non andranno come sperato ed il piano ben presto sfuggirà di mano ai loro artefici.
Come spesso accade nei film di truffe qualsiasi tentativo di riassumere la trama rischierebbe di confondere le idee o di svelare troppo. Man mano che il nuovo film di David O. Russell avanza il progetto messo a punto dal terzetto dei protagonisti si complica sempre di più coinvolgendo sempre più personaggi, dai politici sino alla mafia, anche perché l'ego  di DiMaso sembra non conoscere limiti e non si ferma di fronte a niente e a nessuno. Il cuore del film tuttavia non risiede nella sua trama, sebbene la sceneggiatura sia praticamente perfetta, David O. Russell piuttosto porta avanti un complesso discorso sul reale. In American Hustle nulla è come appare e non a caso la storia, ispirata a fatti reali, si svolge negli anni '70 durante lo scandalo del Watergate; in fondo si tratta sempre di bugie. Tutti i protagonisti del film, per sopravvivere, si sono dovuti inventare un'altra identità ed una doppia/tripla vita. Irving, per sfuggire alla povertà, ha scelto di diventare un truffatore e tutto in lui sembra falso, dal suo aspetto fisico caratterizzato da un assurdo riporto, alla sua vita privata, visto che a casa ha un figlio ed una moglie che lo aspettano. La moglie di Irving (Rosalyn Rosenfeld interpretata da Jennifer Lawrence) che apparentemente sembra la classica casalinga repressa nonché oca bionda, si rivelerà un'abile stratega tanto che saranno le sue azioni a risolvere la situazione . Sidney Prosser a sua volta addirittura si è creata un'identità fittizia (Lady Edith Greensly) funzionale certo alla sua attività di truffatrice ma che le permette anche di nascondere la verità sul suo passato. DiMaso, infine, vive in una squallida casa di periferia con la madre ed una fidanzata sciatta e persino i suoi ricci sono una messa in scena. Tutti insomma fingono. La menzogna sembra essere la sola alternativa che hanno queste persone per sfuggire ad una realtà fatta, altrimenti, di povertà. Ancora una volta David O. Russell come nei precedenti The fighter e Silver Lining Playbook sceglie come protagonisti degli emarginati. Stavolta però la redenzione non è raggiunta grazie ad un percorso fatto di sacrifici e di maturazione personale. Più semplicemente man mano che il film avanza lo spettatore scopre le molteplici sfaccettature di questi personaggi. Grazie anche ad un cast perfetto è proprio questo progressivo svelamento dei molteplici aspetti dei protagonisti del film a tenere desta l'attenzione dello spettatore. Quello che purtroppo manca è una visione d'autore, la mano di un regista capace di far sentire la sua presenza. All'interesse per i personaggi e per la trama ad esempio non corrisponde un ritmo adeguato e nonostante alcune belle sequenze (DiMaso e Sidney che vanno a ballare o la scena condotta sulle note di Live and let di di McCartney) e momenti di tensione perfetta (tutte le scene di seduzione di Sidney ai danni di DiMaso ed il suo desiderio trattenuto sul punto di esplodere) il film in realtà non decolla mai, è inutilmente lungo e francamente lento. Una volta tanto il titolo italiano è una sintesi perfetta del film; American Hustle l'apparenza inganna.