Una nuova speranza

L'horror è  un genere fortemente canonizzato e stereotipato, tant'è che già trenta anni fa un maestro come Craven analizzò e giocò con questi stilemi nel primo Scream. Da allora probabilmente lo spettatore è più smaliziato e girare un horror è diventato più difficile. 

A questo dobbiamo aggiungere il fatto che gli horror si rivolgono prevalentemente ad un pubblico giovane e per questo le nuove tecnologie spesso sono diventate coprotagoniste di questo genere sin dai tempi di The Blair witch project. 

Questo Talk to me si inserisce perfettamente nel solco degli horror adolescenziali con sedute spiritiche annesse. Non racconta molto di nuovo, né  spaventa troppo, probabilmente impressiona e sul grande schermo funziona. 

Non è  molto, ma bisogna pur ammettere che alcune trovate visive dei due fratelli registi esordienti funzionano; nella parte finale il cono di luce che si forma sullo schermo nero è un immagine fortemente cinematografica. Bello anche il ritorno ad un horror molto fisico che basa i suoi effetti più sul trucco che sulla computer grafica. Un artiginato riuscito. 

Non un film che fa impazzire, ma un'opera che fa sperare nella scoperta di una coppia di registi con l'occhio giusto, che sembra possano fare di meglio con una sceneggiatura più riuscita.