Nel mondo di Kaurismaki

Kaurismaki, affermato autore da Festival, è  uno di quei registi che o si odia o si ama. Capace di creare un mondo personale guidato da una sottile ironia fa trovare sempre lo spettatore di fronte a situazioni a dir poco paradossali e questa sua ultima opera rispecchia in pieno questi canoni. 

Fallen leaves è  una sorta di musical nordico che racconta l'amore difficile di due proletari finlandesi. Sullo sfondo si affacciano temi crudi come la povertà, la perdita del lavoro, l'alcolismo. La storia procede accompagnata da canzoni 
sia internazionali che finlandesi che fanno da contrappunto alla sceneggiatura. 

In realtà si fa fatica a capire la calorosa accoglienza al Festival di Cannes dove gran parte dei critici chiedeva la Palma d'oro. Tutto risulta piuttosto meccanico. Il lato ironico sembra tutt'altro che ispirato, ma un po' come succede in Asteroid city di Anderson, il ritmo sembra automatizzato con riso, commozione ed emozione che si alternano con una cadenza troppo precisa e studiata. 

In questo mondo ovattato Kaurismaki non ha paura di mostrare la crudeltà del mondo contemporaneo tanto che la guerra in Ucraina fa capolino più  volte. Non si può scordare che la Finlandia confina pericolosamente con la Russia e la storia non è  dalla sua parte. 

Cast che recita appositamente in modo straniante, scenografie pastello e musica monocorde. Tutto questo rende il film di Kaurismaki unico, ma non per questo indimenticabile. Anche quando cerca di omaggiare la storia del cinema citando Chaplin. Peccato