L'esplosione di un talento

La mia generazione, gli attuali quarantenni, hanno sempre pensato che Paola Cortellesi, fino ad oggi, sia sempre stata sottoutilizzata dal cinema italiano. Un talento puro e cristallino come il suo, anche nelle mani di Verdone o con Albanese è quasi sempre stato imbrigliato nella macchietta.

C'è voluto il suo esordio dietro la macchina da presa per creare un mix di comicità, dramma e impegno sociale che il suo personaggio pubblico ha sempre portato sulle spalle. Il suo talento unito ad un tema salito alla ribalta proprio nei giorni in cui il film è uscito in sala e abbiamo assistito al miracolo delle file al botteghino.

Tutti in coda per vedere il film della Cortellesi, la maggiorparte non conosce neppure il titolo, ma il passaparola e la voglia di assistere ad un trionfo fanno il resto.

Ad essere sinceri il film al di fuori dei buoni intenti non è niente di eccezionale. Funziona decisamente meglio sul versante comico, gli attimi in cui si mette alla berlina le consuetudini della società sono i più riusciti. Come regista non si può negare che cerchi nuove strade (vedi la rappresentazione della violenza), dimostra una grande maestria nell'inserimento di canzoni ormai classiche, si concede un bianco e nero che pesca nei ricordi, ma è nella sceneggiatura che scricchiola un pochino di più. Diciamo che in certi passaggi siamo di fronte ad una fiaba.

Ottimo il cast su cui primeggia Mastandrea in un ruolo di cattivo mai consapevole della propria cattiveria. Una boccata di ossigeno per il cinema italiano che merita fiducia con un film che dimostra che si può produrre anche qualcosa di diverso dalle solite commedie o dai drammi dalle quattro pareti. Comunque da vedere.