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Leggendo le varie recensioni qui su Filmamo, in giro sul web e ascoltando i commenti a caldo fuori dalla sala, possiamo tranquillamente dire che questo film ha messo d'accordo tutti. Ha qualche piccola imperfezione, come ( e su questo sono d'accordo con l'utente @francescaarca) quello della sceneggiatura, che forse il buon Christopher avrebbe potuto curare meglio, ma è un'opera talmente imponente, che anche quello che potenzialmente non va, te lo scordi. 

Il dilemma morale che ti pone il film, il modo in cui Nolan ti racconta un momento storico così importante per l'umanità intera in 3 ore che scorrono senza intoppi, dove personalmete ho sperimentato tutta la vasta gamma di emozioni di cui un essere umano è dotato, credo che non abbia precedenti.

Un film con una colonna sonora da pelle d'oca, così come la fotografia, 3 ore di puro talento portato sullo schermo da tutto il cast, principale e non. Cillian Murphy ci ha senza dubbio regalato il suo lavoro migliore, il ruolo della vita, un uomo che non avrebbe bisogno di recitare  parole scritte su un copione, gli occhi più espressivi del cinema contemporaneo. Sarò spudoratamente di parte, avendo “perso la testa” per Robert Downey Jr che ero una bambina, ma è stato a dir poco perfetto!! Non ricordo dove, ma ho letto di critici che hanno definito il suo lavoro come:“sostanzialmente, Tony Stark Invecchiato”, commento che trovo sinceramente prevedibile, prevenuto e assai lontano dalla realtà. Ho solo applausi e ovazioni per  Blunt, Pugh, Affleck, Oldman, Hartnett, Damon, Malek, Branagh nonostante non abbiano avuto tutti lo stesso spazio. 

Ma lasciando l'aspetto tecnico e cinematografico, credo che ciò che rende davvero speciale questo film sia ciò che ci racconta, come noi esseri umani riusciamo inevitabilmente a distruggere tutto ciò che tocchiamo. Menti straordinariamente brillanti, che usano il loro sapere per creare qualcosa di così mostruoso, un periodo storico che ci perseguita ancora oggi, fin troppo attuale e che non troverà scadenza. Un film che fa pensare, che lascia addosso paura e consapevolezza, la stessa consapevolezza che ha tormentato Oppenheimer per il resto della sua vita, al punto di ritrovarsi nelle parole di un verso del Bhagavad Gita, testo sacro indù, diventata poi la sua citazione più famosa: “E ora sono diventato morte, il distruttore di mondi”.