La Adams family(non quella della show televisvo) si sta sempre più facendo nome nel circuito horror indie, con Where the Devil Roams confermano di avere un certo stile anche se la totalità della regia e della struttura di questo stile deve ancora affinarsi.
Il film ha dei rimando a Rob Zombie, sia per una certa affinità estetica, momenti da videoclip, la musica "horror-metal", l'ambientazione con questo circo "sporco" ma anche per un discorso sul come l'ambiente, la famiglia di provenienza incide sul come crescono le persone indirizzandone le loro azioni.
Infatti il film inizia con il passato di Maggie dove con delle inquadrature sui primi piani dei personaggi coinvolti, riuscendo a dare intensità e catturare lo spettatore, si introduce l'inquietante situazione,
Maggie durante il film dirà proprio che non ha avuto un'infanzia "facile" e stessa cosa vale per la figlia Eve di fatto in costante contatto con violenza e sangue.
Mentre il padre di Eve, Seven, è un ex medico di guerra che ora non riesce a vedere una goccia di sangue ma anche lui ha per l'appunto trascorso di violenza e atrocità alle spalle. Fa da contrasto alla moglie Maggie in quanto lui inorridito ma inerme mentre lei promotrice delle azioni che effettuerà la famiglia.
La fotografia del film ricerca molto l'accostamento tra il bianco e nero, purezza e oscurità, dove Eve durante gli show è anche vestita di bianco mentre i genitori di nero, a denotare un'ancora situazione d'innocenza anche se la ragazza instaurerà da subito un percorso oscuro; perciò il bianco diventerà anche colore di contrasto rispetto alle azioni svolte.
L'ultimo atto del film vira totalmente sul bianco e nero con rimandi a Freaks e al cinema di Browning. La regia è infatti abbastanza sperimentale.
Il discorso sul diavolo è interessante in quanto sì c'è del sovrannaturale ma non c'è la presenza del demone, l'orrore è cercato e compiuto dall'uomo, questo è l'artefice delle tragedie e rappresenta ed è il vero diavolo vagante del film. Di fatto c'è anche una critica verso gli states. L'aquila, simbolo degli states, è spesso inquadrata, troviamo l'uccello anche tra la carta da parati di una casa di uno degli sventurati. Seven è sempre molto attento alla presenza del rapace e si può leggere come la violenza abbia sempre fatto parte degli states.
Altra chiave di lettura è che il numero della famiglia, prima di iniziare la loro oscura avventura, non aveva successo mentre chi ha successo e pubblico è che mostra sangue, arti spezzati, tagliati instaurando anche una gara all'eccesso; qui forse la Adams family(i registi) fa un discorso metacinematografico mostrando come al pubblico interessi esclusivamente la parte più da show, ludica.
La messa in scena, come scritto, con questi bianchi e neri a contrasto riesce a creare situazioni suggestivi, nel terzo visivamente funziona bene quando Eve cammina nel corridoio ad esempio, ogni tanto si nota che il film è low budget e in alcune sequenze da splatter c'è una sorta di "difficoltà" nel metterle in scena, però anche qui ci sono scene anche riuscite.
La regia ha dunque il suo stile che però può risultare ancora un po' acerbo.
Sulla scrittura, tutti e tre i personaggi della famiglia sono funzionali per ciò che il film narra e comunque si vedono anche sviluppi, interazioni e cambiamenti, alcuni momenti però potevano essere più esplorati mentre a volte questi cambiamenti li notiamo tramite delle situazioni a clip dunque poco "vissute" come la svolta che ha Maggie.
Comunque film meritevole di visione per appassionati dell'horror con la speranza che la Adams family maturi ancora e possa arrivare a dirigere anche film narrativamente più "strutturati".