Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

The Vourdalak

(Film, 2023)

Adattamento del racconto di Tolstoj, già adattato in altri film come ad esempio in quello meraviglioso di Mario Bava, Le Vourdalak è una storia vampiresca sul disfacimento familiare ponendo una critica sul maschilismo.
Adrien Beau, esordio alla regia, compie un buonissimo lavoro sulla messa in scena, già nelle battute iniziale con il temporale in notturna mentre il protagonista Jacques bussa alla porta chiedendo aiuto con una tonalità dark sul blu e con i lampi a mostrare l'ombra del protagonista crea subito atmosfera.
L'umile famiglia che vorrà aiutare Jacques presenta vari membri ed è interessante notare come sia il padre di famiglia, il suo ritorno da Vourdalak a portare la distruzione unito però dalle scelte dalle decisione di Jegor, il maggiore tra i fratelli.
Piotr, l'altro fratello maschio gli piace vestire da donna, sembra essere legato alla sorella Sdenka e di fatto sono loro due(Piotr e Sdenka)  che cercano di avvertire Jegor del Vourdalak, non vogliono far rincasare il padre ma il fratello maggiore non crede alle leggende e sarà lui a prendere le redini e le decisioni dunque sono i due personaggi maschili a portare la maledizione ed in aggiunta Jegor non vede per nulla bene le tendenze del fratello minore Piotr.
L'abbigliamento di Sdenka ricorda un po' quello della misteriosa figura femminile nella carrozza del Dracula di Coppola, ha un se di mistico, gli oggetti, gli ornamenti che indossa che richiama la stregoneria.
Lei vorrebbe andarsene, esplorare il mondo, ma un precedente trauma la tiene bloccata, Jacques si innamorerà di lei e questo amore lo terrà legato nella vicenda familiare.
Sdenka rimane schiva, come un po' lo sono tutti i personaggi della famiglia perchè i legami, l'amore sono sentimenti che attraggono il Vourdalak.
Sono buone le atmosfere da folk horror che si respirano, i canti di Sdenka, i rituali eseguiti, esempio quello sul figlio di Jegor, Vlad ben messo in scena.
La fotografia e la messa in scena riescono a creare momenti suggestivi, gli incubi notturni con il nero avvolgente, le diverse tonalità di verde che quando si mescola con i toni scuri da quella sensazione di inquietudine.
Il look del Vourdalak richiama moltissimo il Nosferuto di Murnau, il design è volutamente pupazzoso e regala anche momenti quasi “fumettosi” interessanti.
L'agguato a Vlad avvolto totalmente nel nero funziona così come è ben gestita la scena sul letto verso il finale tra Jacques e “Sdenka” dove poi comparirà il Vourdalak.
Essendo un film di vampiri c'è anche il sangue, Sdenka con il volto insanguinato causa altra mattanza del Vourdalak risulta una buona inquadratura e di scene con sangue ce ne saranno altre tra cui quella sopracitata del letto.
La cura per la messa in scena si nota anche nel volere creare buone atmosfere mentre Jacques  è avvolto nel verde, ottima l'inquadratura nella pianura con le croci dove lo scenario ha dominanza.
Essendo un film d'esordio dei difetti ci sono, la gestione dei tempi, anche nei momenti horror, poteva essere migliore e qualche linea di dialogo che riprende lo scritto di Tolstoj risulta un po' ampolloso e messe li senza troppo contesto, come il dialogo finale tra il Vourdalak e Jacques.
Comunque il tutto risulta un'operazione carina con i suoi momenti suggestivi, di atmosfera e dove il surreale riesce ad avere la sua forza, un film e a suo modo fascinoso.