Thriller all'italiana, di chiaro stampo argentiano, diretto con mestiere da Carnimeo che anche grazie ad una buonissima fotografia e anche messa in scena realizza un thriller-giallo di genere godile con sequenze di uccisioni ben realizzate che pone anche un discorso sul conservatorismo della società e sul corpo della donna vista troppo spesso come “merce”.

L'apertura del film è da subito buona, la ragazza che dalla cabina del telefono si dirige nel palazzo che ospiterà i vari omicidi, la scena dell'ascensore è buona con una tensione ben costruita dato che questo è affollato e la regia va nel dettaglio del guanto giallo-marroncino, quindi da allo spettatore l'indicazione che c'è un killer tra i presenti, dopo l'uccisione si vede un cappotto nero uscire dall'ascensore, quindi non si svelano le carte e si da inizio al giallo.

La varie sequenze di morte sono ben gestite, certo non si è ai livelli di Bava, Argento o anche Martino, però si nota un buon mestiere, la camera da presa si muove bene, si utilizzano le classiche soggettive sia da parte del killer ma anche da parte della protagonista Jennifer.

Buon ad esempio la costruzione della sequenza della vasca da bagno con le luci che si spengono o anche verso il finale quella sullo scantinato tra i fumi caldi dell'impianto.

Il film pone molto l'accento sul copro della donna, sono queste le vittime del killer, il fotografo dice chiaramente che ormai per vendere qualsiasi cosa serve una donna nuda e dato che il nudo femminile è richiesto, specialmente, dal genere maschile questa frase sottintende il come la ricchezza sia detenuta da tale genere.

Adam, l'ex di Jennifer, rivuole ad ogni costo la sua ex ragazza, non vuole che frequenti altri ambienti, ragazzi e che sia “libera” da lui, di fatto crede di possederla e ancora una volta il film pone la tematica della donna vista come oggetto da un certo tipo di persone .

Essendo un giallo, il film pone la sua lista di sospettati, sia uomini che donne presenti nel film potrebbero essere il killer anche se comunque il film tramite soprattutto le immagini da indizi anche precisi su chi sia realmente il killer che si scoprirà nel finale.

Oltre alle sequenze degli omicidi la regia regala bei momenti onirici come quello di Jennifer che ricorda il passato con Adam tra i fiori di iris, ci sono anche bei movimenti di macchina come quando Adam cerca di accoltellare Andrea, l'attuale ragazzo di Jennifer, in macchina.

Ottime anche le fughe di Jennifer negli esterni con scenari ben costruiti o anche i momenti quando questa è sola hanno la loro atmosfera grazie alla resa visiva. Memorabile anche la sequenza dal fotografia con il giramento di testa con quel montaggio serrato dove la regia va di grandangoli.

Funzionano bene i colori, la fotografia, i gialli sono molto presenti

In generale la regia fa il suo, il come si inquadra il palazzo che spesso svetta sullo scenario fa il suo effetto, sì, eccede un po' con gli zoom che alla lunga diventa un espediente ridondante e non tutto il film ha la potenza visiva dei capolavori del genere ma si è di fronte sicuramente a standard buoni sotto l'aspetto visivo.

I dialoghi invece non convincono sempre, oggi alcuni dialoghi risultano datati ma sono figli del loro tempo, ma non è tanto ciò, sulla scrittura di alcuni di questi si poteva fare meglio.

Comunque, i personaggi fanno il loro, il commissario indaga e viene mostrato in difficoltà, Jennifer è molto in parte, è assalita dal killer ma di fatto la polizia non le crede e i vari depistaggi i sospetti che il film piazza hanno ragion d'essere.

Forse nel finale il film nel far quadrare tutto pecca un po' tra addii e ricomparse forse repentine, ma comunque visivamente e a livello di genere si è di fronte a un buon prodotto.

Non è conosciutissimo come i film di Bava e Argento e dunque per i fan del genere merita di essere visto perchè il suo lo fa e le sequenze di genere hanno il loro buon gusto nell'essere messe in scena.