Esordio alla regia per Theresa Sutherland che mostra una buona estetica nella messa in scena dirigendo un film sul senso di colpa tramite il personaggio di Lennon, una ranger, che ha perso la sorellina quando erano entrambe piccole e dedica la sua vita, il suo lavoro nell'intento di ritrovarla.
Sutherland utilizza molto gli ambiente esterni, i parchi nazionali dove di fatto è li che la sorellina di Lennon è scomparsa e, come si vedrà nel film, non sarà l'unica.
Il film è incentrato nel mistero di queste scomparse, anche il ranger che ad inizio film lascia il suo lavoro per andarsene fa capire subito che dietro tutto ciò ci sia qualcosa.
La regia riesce a donare una buona atmosfere, le inquadrature sono ben costruite, la messa in scena è curata, sono molto buone e d'effetto le scene della foresta inquadrata di notte.
A livello visivo Sutherland mostre guizzi interessanti, come l'iniziale capovolgersi della terra con il cielo, a richiamare l'ormai celebre movimento di macchina di Midsommar, in questo caso si vedranno proprio gli alberi sostituirsi al cielo con questi che svettano. Sugli alberi ci sarà un lavoro molto insistito da parte della regista con inquadrature ricorrenti. Notevoli anche alcuni tagli di luce utilizzati proprio sulla foresta che donano atmosfera.
Sul concetto di inversione cielo e terra, durante il film Lennon avrà molti flash del passato con la sorella e sentirà spesso la frase “correre come gli uccelli” che di fatto suona come un ossimoro, questo indizio fa intuire già alcuni aspetti, la natura sovrannaturale del tutto e come l'elemento del cielo, dell'alto, ripensando anche proprio alle molteplici inquadrature degli alberi che si protraggono quasi ad allungarsi, sono centrali nel film.

Man mano che il film prosegue la protagonista inizierà ad incontrare persone disperse che però si comportano in modo strano, un mix tra grottesco e inquietante, da qui film sembrerà proiettare la ranger Lennon verso una sorta di altra dimensione.
Rotazioni di macchina, notte e giorno che cambiano proprio tramite le rotazioni della camere da presa, le inquadrature dall'alto, il film diventerà anche un susseguirsi di situazioni strane e visioni.

La comparsa della casa d'infanzia, i lunghi corridoi, il momento del funerale, Sutherland mostrerà un susseguirsi di situazioni alle soglie del sovrannaturale dove mostrerà sempre un bel gusto per le inquadrature e dove i simboli ricorrenti come il daino nero che era apparso a Lennon ad inizio film tornerà anche in versioni macabra.
Ci saranno anche scene con effetti artigianali, per quanto faccia sempre piacere momenti simili si poteva anche insistere di più sotto quest'aspetto, ma comunque alcune scene con sangue ci sono.

Forse il film diventa un po' caotico nel susseguirsi delle visioni, di questa strana dimensione ambientata sempre nella foresta.

Risulta comunque convincente il finale dove Lennon scopre la verità, le inquadrature dall'alto, il cielo, il lavoro costruito sugli alberi avrà il suo senso so cosa ci sia dietro al mistero e alle scomparse delle persone.
Lennon nel finale sarà integrata nel sistema quando di fatto si comporterà come gli altri ranger, non sarà più la ribelle che per cercare la sorella non starà agli ordini ma accetterà appunto di far parte del sistema dove queste entità sono presenti.

E' un film d'esordio che ha comunque i problemi tipici di un film d'esordio, è un horror indipendente low budget quindi ha le sue limitazioni però mostra delle qualità, Sutherland sembra avere buon gusto ed una certa mano ed è un'altra regista da tenere d'occhio sperando sempre che possa migliorare e fare buonissimi film in futuro.