Il film di Mann inizia con due panoramiche, la prima orizzontale e la seconda verticale, che volendo unite i due movimenti si tratteggia una croce che rappresenta la fine del popolo dei Mohicani ma volendo fantasticare ulteriormente rappresenta la fine di un certo cinema “manniano” fatto di costruzioni di immagini e scenari molti estetici, con scelte di colore anche “irreali” ; sancendo la nascita di un “nuovo” cinema per il regista sempre di altissimo livello e sempre con grandissima attenzione agli scenari, ai colori ma improntati in modo diverso da prima.
The last of Mohicans/ L'ultimo dei Moicani parla della fine di una certa epoca, quella dei popoli nativi e l'inizio di un altra, l'avvento dell'America che nasce dal sangue.
Gli scontri tra inglesi e francesi causano morte, innescano vendette anche tra i popoli nativi costretti a schierarsi e scontrarsi tra loro, è comunque l'uomo bianco colui che porta i inizia l'innescarsi delle tragedie.

Come sempre nel cinema di Mann il tempo è un concetto cardine, i personaggi corrono contro il tempo sia per tentare salvataggi, aspettando rinforzi, nelle fughe e in generale il regista racconta proprio la fine di un tempo e l'inizio di un altro .

E' molto interessante che registicamente spesso le corse, le fughe dei mohicano avvengono dall'alto verso il basso di fatto in discesa mentre il finale sarà in salita e sopra un dirupo.
Questa verticalità è ricercata da Mann, anche le morti nel finale avvengono in caduta, mentre l'ultimo dei mohicani dalla vetta(dunque dall'altro) con ampia vista sulla vallate esprime la celebre e triste frase che chiude tutto proprio perchè dall'alto al basso, stavolta, Mann indica come i personaggi abbiano una vista completa che è quella della fine dei popoli nativi.

Al tempo stesso però Mann nonostante le perdite e le tragedie per tutti i personaggi coinvolti da nell'amore, nella sfera prettamente privata, un barlume di vita per i personaggi di Hawkeye e Cora seppur inquadrati in quel “triste” finale.
La regia di Mann è fantastica nel dare intensità, nel saper gestire i tempi dosando alla perfezione il montaggio. Tutto il finale è grandioso è impossibile non citare gli sguardi simmetrici in campo e contro campo tra Alice e Magua con i dettagli di quest'ultimo che prima abbassa il coltello e poi porge la mano insanguinata mentre Alice guarda lui e anche il dirupo.
E' un film che sa regalare forza, Mann sa quando dare respiro e quando alzare i ritmi.
Bellissimo come tutti i personaggi nel film abbiano qualcosa da perdere e la tragicità del film fa perdere sempre qualcuno ai personaggi.
Mann si conferma un grande narratore anche per come sa donare umanità ai “villain”, il maggiore Heyward si sacrifica per salvare Alice e per farla proseguire con Hawkeye ma anche lo stesso colonnello Munro accetta la resa per dare possibilità ai suoi soldati e alle sue figlie di salvarsi.
Tutta la sequenza della resa è gestita alla grande per tempi e impatto scenico.

La stessa love story tra Hawkeye e Cora è registicamente ottima, i primi sguardi di lui che va a fissarla, la sequenza nella prigione con la fotografia calda, il momento in cui lo stesso Hawkeye la cerca durante la fuga del forte dopo la resa. Come non citare tutta la sequenza della grotta nella cascata, ancora una volta il mare torna fondamentale per Mann che da all'inizio quel momento di pace e ristoro ai personaggi ma davvero breve perchè il film è un susseguirsi di corsa e fughe.
Anche il personaggio di Uncas, di fatto di poche parole, solo con i suoi primi piani e sguardi verso Alice comprendiamo il suo amore per la ragazza.
E' un film dunque che opta molto per le simmetrie tra i personaggi, che sa quando andare con forza sui primi piani spesso centrati nell'inquadratura.
Ottime anche le scene del forte durante la guerra tra i fumi e i cannoni che hanno un grande impatto scenico.
Forse il personaggio di Alice in tutta la storia poteva avere un maggior punto di vista che volendo emerge poco, è si caratterizzata ma non così esplorata comunque come scritto è protagonista di una delle sequenze migliori del film.

Non sarà tra i capolavori di Mann ma è un film bellissimo, è sì hollywoodiano ma Mann riesce ampiamente a metterci del suo cambiando anche il suo stile rispetto ai film precedenti ma senza intaccarne la qualità.