Slasher/giallo francese  con note queer che omaggia moltissimo il cinema di genere italiano, Bava e Argento su tutti.

Il punto di maggiore forza del film è proprio la messa in scena, la regia di Deplanque riesce a creare atmosfere grazie a inquadrature che regalano buona atmosfera e agli rimandi al cinema giallo-horror italiano.
L'inizio del film è ottimo, la macchina da presa avanza, fungendo da soggettiva, la porta si apre e la stanza in rosso ha il suo bel colpo d'occhio, si crea atmosfera tramite il pupazzo di cappuccetto rosso, il pupazzo richiama molto Argento, successivamente arriva il primo omicidio gestito come fosse un giallo-horror anni '70.

Gli omicidi del film hanno la giusta struttura e atmosfera, molto bello quello con ambientazione e fotografia totalmente in bianco con la maschera del lupo cattivo, sempre a richiamare la fiaba di cappuccetto rosso, così come lo stesso è ben eseguito l'omicidio sopra la scale con il montaggio a scandire bene il colpo, la freccia, l'arrivo del killer.

Il film utilizza le dinamiche dello slasher, dunque un gruppo di ragazzi, in questo caso una compagnia teatrale, si trovano nella villa del signor Axel per riproporre lo spettacolo di cappuccetto rosso per il compleanno di Nicolas, il nipote dello stesso Axel.
Inutile dire che molti dei ragazzi e degli astanti sulla villa saranno carne da macello, Deplanque gioca con i toni di mistero dato che il killer rivelerà il suo volto solo alla fine, mixando dunque le dinamiche sia dello slasher che del giallo-horror.

Non solo gli omicidi, la regia crea atmosfera anche tramite singole inquadrature, notevoli quelle della casa di notte ma anche le stanze della villa, la sequenza della rappresentazione teatrale funziona bene, intervallata con Nicolas che stringe le mani, creando dunque mistero sulla sua figura e con il montaggio che spazia tra i personaggi andando anche su Stephanie, l'aiutante di Axel.

Daplanque si mostra bravo anche nell'inquadrare i dettagli, le inquadrature del corvo, le cuciture sugli animali, gli oggetti di scena, le potenziali armi; come già scritto e come intuibile queste soluzioni visive sono molto argentiane ed è chiaro che la regia ha come modello d'ispirazione quel tipo di cinema.

Sono atmosferiche anche le singole apparizioni di Nicholas, ad esempio quando lo si vede in cima alle scale, sul balconcino, l'inquadrature creano buonissimi scenari che donano tensione.
Se l'aspetto visivo è buono, la gestione dei ritmi non sempre risulta ottimale, il film è molto ritmato, forse troppo, è un po' un continuo susseguirsi di momenti
Ci sono sequenze in successione dove arriva il capo della polizia e quasi repentinamente i personaggi si trovano di fuori nel bosco e le scene a creare tensione in questo frangente sono quelle meno riuscite del film perchè velocizzate.

Anche nel finale, il ritorno abbastanza casuale del capo della polizia ed il suo esito così veloce risulta poco costruito.
Sul finale invece da segnalare la buonissima scenda dell'incendio.
La gestione dei personaggi non è totalmente buona, in molti rimangono troppo in superficie e senza gran che da dire; seppur qualcosa di interessante c'è.
Ad esempio la protagonista, Sophie, è una ragazza lesbo che ha rapporti con Jeanne, quest'ultima risulta bisessuale.
La scena del rapporto tra le due ragazze visto tramite soggettiva con scatti di foto è resto bene, così come la gelosia da parte di Sophie che il film fa trapelare quando Jeanne inizierà a flirtare con Wilfried.
Interessante anche la tensione omoerotica che si viene a creare tra appunto Wilfried e Axel, il proprietario della villa.
Dunque il film sotto l'aspetto queer mostra momenti convincenti e ben resi, quello che un po' manca è l'alchimia generale verso tutti i ragazzi della compagnia teatrale e di fatto i personaggi non risultano troppo esplorati.
Horror dunque un po' troppo sottovalutato, finito nel dimenticatoio che invece sa regalare bei momenti grazie ad una buona messa in scena e momenti tipici
del cinema di genere italiano anni ‘70, anche tutti i dettagli inquadrati, i gesti, l’incrocio della mani di Nicolas, le cuciture sugli animali avranno la loro spiegazione e dunque funzionalità nel finale.
Sicuramente non perfetto, la regia nonostante i buoni guizzi risulta comunque acerba e non totalmente sapiente nel gestire alla perfezione l'insieme, più coesione tra i personaggi, scandire meglio determinati momenti ed eventi avrebbe giovato.
Però è un horror comunque da vedere per gli appassionati del genere, chi ama Bava e Argento e quel tipo di cinema potrà anche rimanere soddisfatto da questa visione che risulta un film di genere godibile.