Esordio di Nakata, l'autore di Ringu e Dark Waters, che dirige un horror ad episodi, tre, tutti con la presenza di fantasmi.


Il terzo episodio è indubbiamente il migliore ed è anche ottimo.
E' quasi un prototipo di Ringu, ci sono i momenti "glaciali" tipici del regista, la donna-spettro con il vestito bianco, le atmosfere cupe, scure; tutta la sequenza dello specchio è ottima con la ragazza che si sovrappone al riflesso del fantasma.
C'è il televisore, l'inquadratura di spalle che tornerà in Ringu, è lo stesso carica di spessore e atmosfera, la ragazza con i lunghi capelli, il vestito bianco, l'inquadratura sulla scale. Insomma si notano già gli stilemi e i punti di forza per il regista e questo episodio è ottimo.
Non mancano anche i discorsi sulla solitudine, sulla società, la ragazza protagonista dall'episodio è quella che un po' più vorrebbe essere alla moda, si fa attrarre dal rossetto, elemento che volendo ricorda l'astuccio rosso di Mitsuko, l'attrazione per l'oggetto, per la mercificazione.
Le storture del video, altro richiamo a Ringu, si nota già da qui tutto Nakata ed anche solo per questo episodio o anche solo guardando questo episodio il film è consigliato.
Inoltre il finale risulta malsano.

 

Gli altri due episodi non hanno la stessa forza del terzo, nel primo c'è una bambola spettro, si notano buone gestioni dell'ambiente, quindi un buon studio dell'inquadrature che hanno il loro effetto.
E' però un episodio piuttosto veloce che a volte non rende la giusta forza atmosferica proprio per questa velocità, ci sono dei jump scare, si gioca meno con i long take; però comunque, anche qui, si nota la voglia di Nakata di raccontare personaggi femminili, la giovane protagoniste alla prese con le sue difficolta.
In questo caso l'elemento simbolico è il fuoco, il colore rosso tornerà spesso e ci sono momenti anche dal buon impatto scenico come la seduta spiritica con i rossi a contornare la scena.
La risoluzione finale lo stesso forse è un po' veloce e sicuramente il tutto ha un finale buono da happy ending, nulla di male ma Nakata ha abituato a finali davvero cupissimi, è comunque è il film d'esordio.

 

Il secondo episodio parla di famiglia, altro elemento caro al regista, la donna spettro del film attrae bambini perchè le stessa vuole un figlio.
E' un episodio volendo anche un po' ludico, il fantasma è abbastanza sovraesposto, la sua figura intera è molto presente e l'attrice da sfoggio di molte espressioni facciali che di certo non danno quella resa glaciale alla Sadako e sulla gestione attoriale si poteva fare qualcosa in più.
La fotografia bluastra del fantasma comunque è buona e sono tutto sommato piacevoli i momenti con il padre del bambino, esso stesso un fantasma, ad intervenire con una buona messa in scena tra luci e sfondi bianchi.
Anche qui il finale è molto buono e di fatto più che uno scontro psicologico-emotivo col fantasma c'è proprio un intervento, un po' come un aiuto per battere il boss finale.
Si intravede un po' la gestione de una madre, ormai single, nei confronti del figlio, situazione che Nakata esplorerà molto nei suoi film.

 

Come scritto, interessante specialmente per il terzo episodio che è anche il motivo per il giudizio così positivo, anche negli altri episodi si vedono momenti, alcuni temi cari al regista, ma nel terzo dove maggiormente questi vengono a compimento e sono meglio riusciti.