Noir con molte tinte melodrammatiche diretto in modo impeccabile da Lewis Allen con un utilizzo del bianco e nero grandioso condito con ottimi giochi di ombre.
Il personaggio di Olivia è da subito interessante, viene subito posta come una donna che pensa e aiuta gli altri, nel battello si reca a visitare il malato Mark, nel proseguo del film proprio l'incontro con Mark porterà alla luce diversi aspetti della sua personalità; una vita vissuta "al servizio" del suo marito(ora morto) senza mai essersi realizzata davvero per i suoi sogni.
Inoltre il personaggio di Mark, tramite la loro love story, non fa "nascere" un suo lato "oscuro" ma semmai lo fa emergere e alimentare dato che proprio Olivia racconta come da ragazza era una "leader" a scuola ed Allen riesce a mostrarci in pieno la sensazione anche di "godimento" che Olivia prova a "comandare" determinate situazioni ma sempre con annesso dramma precedente; quindi una duplicità dei caratteri del personaggio.
Dunque i è proprio interessante vedere tutta l'arco e la parabola del personaggio di Olivia da donna super altruista, in modo anche forzato, a donna anche subdola e spietata per diverse azioni dove la regia di Allen riesce sempre a catturare il suo dramma interiore.
Di conseguenza è ben descritta anche la sua amica Susan, di cui il film quasi gioca con una loro (presunta)relazione amorosa ma senza mai mostrare o addentrarsi troppo sull'argomento, visti anche i tempi in cui è girato il film.
Anche Susan sta vivendo una vita "a servizio" del marito, è totalmente sopraffatta da lui tante che questo controlla tutti i suoi titoli finanziari e la casa.
Il film verterà sul piano di Mark e Olivia di impossessarsi di tale ricchezza.
Perciò il film racconta anche di una certa repressione che le donne subiscono nella vita coniugale e di come cercano una loro “libertà”.
Mark, subito posto come egoista e truffatore, è un personaggio che approfitta di tutte le situazioni ma, a differenza, delle altre donne con cui si è visto sembra davvero innamorarsi di Olivia che lo porterà anche, forse per la prima volta, ad avere una "debolezza" a discapito della sua indole.
Su Mark è interessante anche un certo discorso “metacinematografico” che viene fuori dato che lui è(vorrebbe) essere un pittore e spiega anche la pittura non è la fotografia, e di fatto anche se il cinema è composto di quadri è arte in movimenti e soprattutto tramite il taglio di inquadratura, luce, posizione della macchina da presa si sceglie cosa far emergere dalla scena e dai soggetti di questa, proprio come fa Mark ritraendo Olivia.
La regia di Allen è grandiosa del raffigurare gli interni della casa di Susan tramite una messa in scena elegantissima, così come la fotografia che gioca benissimo con il bianco e nero, quando i personaggi compiono, o dentro di loro, vivono momenti drammatici, la fotografia va sullo scuro con risultati elevati.
Emblematiche le sequenze dove sono le ombre a camminare, come a voler mostrare la personalità oscura del personaggio che sta compiendo l'azione.
Memorabili anche le scene di Olivia alla finestra, imprigionata dalla sue azioni svolte con la regia che cattura perfettamente il suo stato d'animo e quando si accende la luce come a voler indicare un suo ripensamento e una svolta verso più "sani" sentimenti.
Dunque un film ottimo sia per regia e messa in scena ma anche per come affronta le situazioni poste e narrate durante il suo svolgimento.