È stata per me la vera (piacevolissima!) sorpresa dell'edizione 2021 del TFF: il cupissimo “What Josiah saw”, film perfettamente a suo agio nella sezione “Le stanze di Rol” del festival. Diretto (magistralmente) da Vincent Grashaw, il film è un viaggio lungo due ore, intensissime, negli abissi dei quattro membri (profondamente “disturbati”) di una (“anormale”) famiglia texana. La pellicola è divisa in segmenti che ci introducono ai vari personaggi (che come vedremo hanno tutti nomi biblici a sottolineare tra le varie tematiche quella a sfondo religioso, molto preponderante): la prima parte (a mio parere quella più solida insieme a quella finale) è dedicata al padre Josiah, rimasto vedovo a seguito del suicidio della moglie, interpretato da uno stellare Robert Patrick (l’indimenticabile villain T-1000 in Terminator 2), e il figlio minore (completamente “spostato” nonché succube del genitore) Tommy. I due, che vivono insieme in una fattoria fuori città, hanno un rapporto simbiotico, quasi malato, e sono vittime di inquietanti visite notturne della defunta padrona di casa. Facciamo poi la conoscenza di Eli, in libertà vigilata, che per sbarcare il lunario si prostituisce ed è anche lui perseguitato dai fantasmi del passato. Quella più normale sembra essere (solo a prima vista!) la sorella Mary, addirittura sposata, che ha da sempre avuto paura di aver figli (fino a farsi legare le tube) ma che adesso sembra propendere per l’adozione. A riunire i quattro psicotici è un’offerta per l'acquisto della fattoria da parte di una compagnia petrolifera e il riavvicinamento funge, com'era facilmente prevedibile, da detonatore di vecchi rancori tutt'altro che sopiti e di traumi ancora ben radicati nelle menti malate dei quattro protagonisti. Il risultato è una progressiva e allucinante deriva fino al crudissimo epilogo. Quello che colpisce di più di questo thriller/horror psicologico di Grashaw è la capacità di tenere sempre altissima laLeggi tutto