Jacques Perrin è stato premiato come miglior attore al Festival del cinema di Venezia del 1966 per il suo avvincente ritratto della discesa nella follia di un giovane scrittore. Alienato, nevrotico e tormentato dal senso di colpa, Perrin si ritira dalla realtà, perde interesse per il lavoro e arriva sull'orlo del suicidio prima di essere mandato in manicomio per terapia d'urto. Fuggendo dal manicomio, Perrin ritorna nella casa della sua infanzia, dove apprende le ragioni del suo attuale stato mentale. Il forte cast di supporto, tra cui Lea Padovani e Pier Paolo Capponi, dà credibilità ai loro ruoli, ma sono la regia di De Seta, la performance controllata di Perrin e una colonna sonora relativamente sottile di Ennio Morricone che impediscono a questo film di diventare eccessivo come avrebbe potuto. diventare in altre mani.