Rapsodia Satanica (1915) è stato l'ultimo film diretto da Nino Oxilia ed è senza dubbio uno dei capolavori del primo cinema italiano. In esso, Oxilia gira una variazione sul mito di Faust, qui incarnato dalla diva Lyda Borelli. Tipico dello stravagante estetismo dannunziano al suo apice, Rapsodia Satanica fu uno dei vertici di quello che venne poi definito il “film del frac”. Diametralmente opposti al "cinema della realtà" praticato da Serena, Martoglio e altri, i "film in frac" ambientano le loro storie melodrammatiche nei salotti e nelle ville dell'alta borghesia e dell'aristocrazia, dispiegando strutture narrative pensate per mettere in mostra i loro attori e soprattutto le sue attrici. Ciò ebbe l'effetto di accentuare la loro presenza fisica e di trasformarli in star, probabilmente le prime star della storia del cinema. Il successo del "tuffo" contribuì allo sviluppo della grammatica cinematografica nell'uso particolare del primo piano.