Dopo Prigionieri di guerra e Sulle alture tutto è pace, questo film conclude la trilogia di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi sulla prima guerra mondiale. Dall'emblema del totalitarismo alla sofferenza fisica individuale, i registi utilizzano questa rappresentazione della violenza dilagante dell'uomo per stilare un inventario anatomico del corpo danneggiato ed esaminare le conseguenze del conflitto sui bambini, dal 1919 al 1921. Dalla decostruzione all'artificiale ricostruzione del corpo umano, cercano di capire come l’umanità possa dimenticare se stessa e perpetuare questi orrori.