Quando il giovane talento turco Kutlug Ataman ha voluto realizzare un film sui travestiti, la prima location che aveva in mente era Istanbul. Mentre sviluppava la sceneggiatura, il suo pensiero era che collocare questi personaggi marginali, soggetti a pregiudizi sociali in un ambiente dove esiste già la discriminazione, avrebbe aggiunto un effetto drammatico. Sostenuto dai finanziamenti provenienti da fonti tedesche, Ataman ha ambientato la sua storia a Berlino, all'interno della comunità dei "lavoratori ospiti" dove i travestiti turchi sono evitati non solo dai tedeschi, ma anche dai loro simili. Il risultato è un film forte con momenti di tenerezza, emozione e risate giustapposti alla dura realtà della vita per coloro che osano essere diversi. Il sedicenne Murat (Baki Davrak) è un turco curioso della vita gay e alla fine si immerge nella sottocultura gay degli spacconi e dei travestiti.