Gli ultimi venti minuti.Devastanti. Dolorosi.La grande estasi di Robert Carmichael è un'opera atipica.Cinema di alto livello, impossibile da classificare.Ha dentro sfumature di Arancia meccanica e Funny games.Ci sono la violenza, la rabbia, l'abisso, la rassegnazione.C'è tanto vuoto.C'è l'inesorabile.Soprattutto, ancora, sempre, invisibile e manifesta, sottorranea e lampante, c'è lei: la violenza.Le immagini ancora urlano.Quelle sequenze restano impresse.Per fortuna, è solo un film.E' solo un film?Non è perfetto. Anzi.Didascalico in molti punti, ma funziona.Alcune scene sono girate davvero bene, le lunghe scene plastiche e "teatrali", musica classica e techno.Il finale, gli ultimi venti minuti, l'ultima scena, l'inevitabile.L'inevitabile.La grande estasi di Robert Carmichael.Il sole che sorge, negli ultimi istanti del film, così come la frase che compare sullo schermo, non so perché, ma mi hanno fatto tanto male.Leggi tutto
Robert Carmichael pare avere un radioso futuro come violoncellista, se non fosse per la solitudine e l'inquietudine tipiche dell'adolescenza acuite dalle condizioni economiche che la seconda guerra del Golfo ha provocato al suo piccolo paese.
Queste condizioni hanno fatto si che Robert si lasciasse andare alla deriva portandolo a preferire la compagna di Ben e Joe e gli stupefacenti allo studio della musica e del violoncello.