Que ta joie demeure non è un documentario sull'essere schiavo della macchina, sull'alienazione, sulla disumanizzazione o sullo sfruttamento. Suono e immagine, montaggio e struttura drammatica sono semplicemente impiegati per trasporre laboratori e fabbriche nello spazio cinematografico così da esplorare gli ambienti bizzarri a cui i lavoratori si adattano e con cui interagiscono abilmente, come se l'umanità non avesse mai fatto altro da tempo immemorabile. .